Webzine Sanità Pubblica Veterinaria®

Numero 3/4 - maggio 2001
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EDITORIALE


Continua la serie delle emergenze che in quest'ultimo sfortunato periodo imperversa sull'Inghilterra e, per via indireta, su tutti i Paesi dell'U.E, Italia compresa.

Come tutti sanno, dopo la BSE è scoppiata una grave epidemia di Afta Epizootica.


La malattia, che colpisce tutti gli ungulati (ad unghia divisa), domestici e selvatici (bovini, ovini, caprini, suini, cinghiali, daini, etc.), arreca danni gravissimi dal punto di vista zootecnico, perchè l'U.E. ha deciso di eradicare tale malattia e, conseguentemente, tutti gli animali recettivi presenti nell'allevamento dichiarato infetto, vanno identificati e distrutti, mentre quelli presenti in un raggio di tre Km. dal focolaio di infezione vanno sottoposti a controllo clinico e sierologico, inibendo contestualmente ogni movimentazione.


Ad evitare ulteriori allarmismi va detto che tale malattia é praticamente innocua per l'uomo, nel quale, in casi molto rari, puó provocare delle piccole vescicole sulla mucosa orale, che guariscono in brevissimo tempo.


Dopo lunghi anni di vaccinazioni ripetute sull'intero patrimonio bovino ed ovi-caprino, l'U.E. ha deciso, a partire dall'inizio degli anni '90, di sospendere la vaccinazione contro tale malattia in tutto il territorio dell'Unione (il vaccino - prodotto da alcuni Istituti Zooprofilattici Sperimentali tra i quali anche quello di Perugia - aveva dato esiti tanto ragguardevoli da ridurre praticamente a zero i focolai di malattia), ritenendo più vantaggioso dal punto di vista del rapporto costi/benefici passare alla fase della eradicazione e farsi carico eventualmente degli oneri derivanti dall'abbattimento degli animali infetti o sierologicamente positivi.


È questo un metodo corretto di affrontare le malattie infettive, ma presuppone che l'intera filiera dei Servizi di Sanità Pubblica Veterinaria operi con grande attenzione e professionalitá, ponendo in essere sistemi di sorveglianza epidemiologica che consentano di mettere in evidenza con immediatezza gli eventuali focolai e far scattare tutte le misure sanitarie previste (identificazione degli animali, loro provenienza, allevamenti delle specie recettive presenti nella zona di protezione e sorveglianza, ecc.).

Guido Petracca
<g.petracca@pg.izs.it>



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