Webzine Sanità Pubblica Veterinaria - Numero 26 - ottobre/novembre 2004
RISULTATI DEL PROGRAMMA DI RICERCA: SOSTENIBILITÀ DELLE PRODUZIONI ZOOTECNICHE BIOLOGICHE CON ALIMENTI OGM FREE IN UMBRIA - http://www.izsum.it/indice-spv.html

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RISULTATI DEL PROGRAMMA DI RICERCA: SOSTENIBILITÀ DELLE PRODUZIONI ZOOTECNICHE BIOLOGICHE CON ALIMENTI OGM FREE IN UMBRIA

CAPITOLO 4:
L'AMBITO SOCIO ECONOMICO

Chiorri M.
Dipartimento di Scienze Economiche ed Estimative - Università di Perugia.



INTRODUZIONE
Dalla prima elaborazione appare evidente l'approccio produttivo e culturale delle aziende zootecniche biologiche regionali, in linea con i dettami comunitari e IFOAM per le aziende biologiche.
Tale approccio, già evidenziato ampiamente dallo stesso autore e da altri in precedenti lavori, rimarca l'impostazione estensiva delle aziende biologiche in generale e zootecniche in particolare, con alcuni aspetti peculiari sintetizzabili in diversi parametri e rapporti strutturali, economici e relativi all'uso delle risorse.
In particolare, sono evidenziate alcune risultanze del gruppo di aziende indagate più analiticamente, relativo alle superfici aziendali ed il relativo valore, alla complessità ed articolazione delle attività produttive praticate, alla composizione delle dotazioni immobili, strumentali e zootecniche, alle capacità produttive zootecniche.

LA LOCALIZZAZIONE E LA DIMENSIONE AZIENDALE
Trattasi di aziende collocate per lo più nella fascia di media ed alta collina, tipica della regione e caratteristica degli allevamenti estensivi e semi estensivi da carne e da latte, con forti connessioni con la fase agricola.
Gli allevamenti che si discostano da questa tipologia, tipicamente quelli suinicoli, avicoli, bovini da latte e da ristallo, trovano altra collocazione altimetrica e non mostrano forti connessioni e legami con la superficie aziendale per quanto riguarda la produzione di foraggi e mangimi, di prevalente origine extra-aziendale.
Le aziende in esame sono generalmente di ampie dimensioni con una sat media che si aggira intorno ai 180 ettari, tutte ben al di sopra della media regionale: si va da un minimo di 12 ha ad un valore massimo di 358.
Tutte queste aziende, o quasi, dispongono anche di ampia superficie boscata, spesso utilizzata dal bestiame brado (circa 60 ettari ognuna). Gli incolti e le tare risultano contenuti in percentuali limitate.
La sau media è di circa 120 ettari, totalmente o parzialmente dedicata alla produzione di foraggi o mangimi.

Tabella 1 - Le dimensioni
Ha % sa SAT
sat 187,0 100,0
bosco 60,6 32,4
sau 122,2 65,3
incolti 4,3 2,3


LE COLTIVAZIONI
Dall'analisi dei dati si evince una buona eterogeneità delle colture praticate, sempre però entro precisi limiti imposti dalla natura del terreno, dall'orografia, dall'altimetria e dal metodo produttivo adottato.
Come già evidenziato in precedenti lavori, le aziende biologiche regionali non praticano colture industriali ad alto reddito e ad alte esigenze di input, sia per le indubbie difficoltà produttive, sia per la localizzazione e, nel caso specifico, per l'indirizzo produttivo: risultano assenti soia e tabacco, barbabietola ed molte ortive.
Tuttavia la maggior parte delle aziende adotta comunque colture da destinare al mercato, sia per integrare il reddito fornito dall'allevamento, sia per le motivazioni tecniche legate all'avvicendamento.
La scelta, in questo caso, è limitata a frumento tenero e duro, a farro e lenticchie; tra le colture arboree spicca l'olivo ed in subordine la vite, mentre sono pressochè assenti i fruttiferi, relegati alle produzioni per auto-consumo.
Nell'insieme tali produzioni occupano il 19,5% della sau (tabella x) e la maggior parte della sau (80% circa) è dedicata alla produzione delle UF necessarie all'allevamento.

Tabella 2 - Tipologia delle coltivazioni ed incidenza sulla sau. sau % sau
a - colture da granella ad uso zootecnico 439,4 24,0
b - prati ed colture da insilare 355,3 19,4
c - pascoli e prati pascoli 681,2 37,2
d - altre coltivazioni 356,5 19,5
tot.1.832,4 100,0


Il 24% della sau (439,4 ha) è destinato alla produzioni di granella ad uso zootecnico, con al primo posto orzo (117 ha), seguito rispettivamente da avena (101 ha), mais (88 ha) e favino (66 ha).
I prati di medica, lupinella e loietto, da soli o consociati, e il mais da foraggio coprono 1/5 della sau; va precisato che il mais, data la localizzazione altimetrica, le disponibilità idriche e la situazione orografica, copre appena 4 ha, assumendo una posizione decisamente marginale.
Con 680 ha (37,2% della sau), i pascoli ed i prati-pascoli (sia naturali che artificiali) hanno una posizione preminente rispetto alle altre coltivazioni destinate alla zootecnia.
Da questi primi risultati analizzati, si può affermare che le aziende zootecniche biologiche regionali hanno una forte connessione con la terra e che per le condizioni precedentemente esposte si orientano preferenzialmente verso schemi produttivi di tipo estensivo.


foto Trabalza Marinucci 2003

GLI IMMOBILI A DESTINAZIONE ZOOTECNICA
Tutte le aziende sono dotate di fabbricati dedicati all'allevamento ed alle relative produzioni. Pur non avendo impostato l'indagine con precisi presupposti di natura descrittiva delle tipologie costruttive, dai dati d'inventario a disposizione si possono trarre interessanti deduzioni sullo stato e sul valore delle dotazioni, deduzioni importanti per giudicare l'impostazione tecnica delle produzioni.
Mediamente per ogni azienda si hanno 3,4 costruzioni tra stalle ed annessi ad uso zootecnico, per una superficie media aziendale di circa 1.500 mq e con limiti compresi tra 400 e 6.200 mq.
Trattasi per lo più di strutture in buone condizioni di mantenimento, a metà della durata tecnico-economico: l'indice di vetustà (dato dal rapporto valore attuale/valore a nuovo) è di 0,55, con il 75% delle aziende che presentano valori significativamente più alti, mentre solamente il 13% (due casi) delle aziende ha un indice di vetustà prossimo allo zero.
Il costo di costruzione medio è di circa 250 euro/mq (si va da un valore minimo di 100 euro a uno massimo di 700) ed il valore attuale medio aziendale è di circa 150.000 euro.
L'indice di intensità d'investimento (valore dei fabbricati/sau) presenta cifre abbastanza contenute, pari a 3.700 euro/ha di sau in termini di valore a nuovo e 2.600 in termini di valore attuale.
Ciò indica che le strutture zootecniche sono in buone condizioni - almeno teoriche - di mantenimento e che l'impostazione produttiva, per quanto concerne il capitale fondiario, è di natura estensiva.

LE MACCHINE E LE ATTREZZATURE
Quasi tutte le aziende sono dotate di trattrici ed attrezzatura varia, comunque due sono le aziende che ricorrono integralmente ai servigi del contoterzismo, che per tale motivo sono state escluse dalla elaborazione dei relativi risultati.
Nel gruppo di aziende si hanno 46 trattrici attive per un totale di potenza disponibile pari a circa 4.000 hp; la dotazione media aziendale in potenza è di 319 hp, pari a circa 3,8 trattrici per azienda con una potenza media di 83 hp; solo in due aziende la potenza media delle trattrici è di 120 hp.
L'indice di vetustà indica in questo caso valori tendenzialmente peggiori degli immobili, con un valore medio di 0,42; 7 aziende presentano macchine al di sotto della metà della vita tecnico-economica e due ala fine.

In termini di valore ogni azienda è dotata di macchine per circa 75.000 euro di valore attuale 150.000 di valore a nuovo, con valori per potenza disponibile rispettivamente di 143 e 470 euro.
L'estensivizzazione è confermata dalla potenza disponibile per sau e dal valore delle trattrici per unità di superficie utilizzata: in media si hanno 2,7 hp/ha di sau, in un range compreso tra 1 e 4,9hp/ha; il valore medio ponderato a nuovo ed attuale per ettaro sono di 1.026 e 496 euro.

Buona è la situazione per le attrezzature, ben rappresentate e con un indice di vetustà alto: nei 2/3 delle aziende queste non hanno raggiunto la metà della durata tecnica. Il valore della dotazione media è di 83.000 a nuovo e 46.000 di valore attuale, con valori medi (per strumento) rispettivamente di 5.800 e 3.144 euro.
Il rapporto con la sau presenta bassi valori, segno di buon grado di estensivizzazione (858 euro/ha e 451/ha).
Discorso analogo può essere fatto per le attrezzature specifiche destinate alla zootecnia e per le coltivazioni ad uso zootecnico: circa la metà del totale delle attrezzature è destinata a tale scopo, con indici di vetustà pari alla metà della durata e con valori per attrezzo di leggermente più alti.

L'ALLEVAMENTO
Nel gruppo sono sufficientemente rappresentate solamente due specie, la bovina e l'ovina: in 7 casi l'azienda alleva solamente bovini, in 5 ovini ed in tre si ha la presenza contemporanea delle due specie. La presenza contemporanea è limitata, anche se è raccomandabile per una migliore gestione sanitaria del pascolo e per un migliore sfruttamento delle risorse foraggiere disponibili, tuttavia le diverse esigenze delle due specie, per quanto concerne i ricoveri e per le competenze tecniche che richiedono, ne limitano la presenza contemporanea.
Tra le razze bovine la più rappresentata è la Chianina, seguita dai meticci di diverse razze; buona la presenza dei Charolaise, mentre le razze lattifere sono limitate a due casi. Tra la specie ovina, la razza Comisana è presente in quattro allevamenti, seguita dalla Sarda (3) e dall'Appenninica; pochi si affidano ad incroci.
L'Utile Lordo di Stalla risulta essere sempre positivo e legato alla consistenza con valori interessanti per fattrice: non sono considerati i premi specifici per la zootecnia, per l'adozione del metodo biologico ed il valore delle altre produzioni zootecniche.
Comunque i valori riscontrati, ed in via di validazione per la definizione dei redditi retraibili, fanno intravedere buone potenzialità produttive, sia riferiti all'unità/fattrice sia all'unità di superficie.
I valori di seguito riportati (tabelle 3 e 4) danno un indicazione generale di quanto ora affermato.

Tabella 3 - Bovini: ULS per riproduttore e per sau (euro)
Azienda n° uls aziendale ULS/fattrici ULS/sau
2 15.450 672 124
4 7.960 1.990 137
5 35.700 687 198
6 23.900 1.039 367
9 48.920 1.165 248
10 14.300 461 166
11 8.850 492 102
14 11.300 390 161
Media 20.798 862 188
Valore massimo 48.920 1.990 367
Valore minimo 7.960 390 102


Tabella 4 - Ovini: ULS per riproduttore e per sau (euro)
Azienda n° uls aziendale ULS/fattrici ULS/sau
1 17.525 37 49
2 2.300 13 18
4 5.355 37 92
7 35.150 56 359
8 5.950 58 850
9 9.389 26 48
12 3.590 10 31
13 23.990 34 338
media 12.906 34 223
Valore massimo 35.150 58 850
Valore minimo 2.300 10 18


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