Di questi dati è bene tenerne conto, sia perchè sarà necessario attuare con questi nuovi soggetti percorsi di confronto e di integrazione, sia perchè la libera circolazione europea dei professionisti potrà determinare la possibilità, per i nostri giovani veterinari, di trovare interessanti spazi occupazionali, seppure in altri Paesi.
Una recente indagine svolta dal NOMISMA, infatti, indica che, da qui al 2020, proprio in questi dieci Paesi vi saranno settori che necessiteranno di un importante apporto professionale veterinario, in particolare nei settori riguardanti il benessere animale, l'epidemiologia, ma soprattutto la sicurezza alimentare.
A questo ultimo proposito va sottolineato che l'avvenuto allargamento dei confini dell'Unione Europea genera almeno un paio di interrogativi di non poco rilevo. Come si armonizzeranno con noi le burocrazie sanitarie di questi nuovi partner?
Saranno comunque garantiti i requisiti sanitari previsti dalle normative comunitarie nel mercato allargato dei venticinque Paesi?
Sicurezza e tracciabilità, temi centrali della sanità agroalimentare comunitaria, diverranno un test importante per il processo di armonizzazione dei nuovi partner europei, perchè è accertato che una percentuale non irrilevante degli stabilimenti della loro industria alimentare non è ancora in regola con le norme igieniche comunitarie e necessita ancora di qualche tempo per l'adeguamento, ma anche perchè non si hanno informazioni certe sulle tecnologie di allevamento e sulle possibili contaminazioni degli alimenti destinati agli animali.
Su questi temi, strategici per garantire la qualità igienico sanitaria degli alimenti destinati all'uomo, l'esperienza e le capacità operative garantite storicamente dagli Istituti Zooprofilattici Sperimentali offriranno l'opportunità di affermarne ulteriormente il ruolo determinante svolto nella tutela della salute dei consumatori.
Anche per queste considerazioni confidiamo in una sollecita emanazione della legge istitutiva dell'Autorità nazionale sulla sicurezza alimentare, che auspichiamo debba avere una valenza preminentemente scientifica ed alla quale gli Istituti dovranno garantire tutta la loro collaborazione e le informazioni necessarie per una corretta analisi del rischio alimentare.
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