Webzine Sanità Pubblica Veterinaria

Numero 22 - dicembre 2003 - http://www.pg.izs.it/webzine.html

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Riflessioni sul ripetersi di casi di mortalità anomale di Chamelea gallina gallina nell'Adriatico centrale


Isidoro Bacchiocchi



Prendendo lo spunto dall'articolo del Corriere Adriatico dell'8 novembre 2003 cronaca di Porto San Giorgio/Fermano titolato "Allarme tra i pescatori, possibile un blocco per mesi" ECCO LE VONGOLE VORACI (di Alessio Carassai); che lanciava un grido d'allarme sulla decisione di sospendere la raccolta delle vongole a causa del propagarsi di una nuova specie di mollusco, di introduzione antropica, la Scapharca, che addirittura avrebbe esercitato attività predatorie sulla vongola.

Ritengo doveroso esprimere alcune osservazioni sull'argomento.
Certamente, al "Centro di Referenza Nazionale per il controllo microbiologico e chimico dei molluschi bivalvi vivi" istituito presso la Sezione di Ancona dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche, con decreto del Ministero della Salute del 13 febbraio 2003, pubblicato in G.U. n° 81 del 7 aprile 2003, operando nel comparto Sanità, è stato affidato il ruolo di Controllo Igienico Sanitario dei molluschi bivalvi vivi, intesi come alimento.

Il targhet dell'attività del Centro, è la sicurezza alimentare finalizzata alla tutela del consumatore. E' risaputo, infatti, che i molluschi bivalvi vivi costituiscono un serbatoio ad alto rischio, di agenti tossinfettivi molto pericolosi per la salute dell'uomo (tossine algali, tossine batteriche, batteri patogeni di origine fecale, batteri autoctoni dell'ambiente marino, virus, contaminanti chimico-fisici come metalli pesanti, policlorobifenili, pesticidi, isotopi radiattivi ed altro. Affrontare, però, il problema solo sotto il profilo igienico sanitario, sarebbe estremamente riduttivo.




La tutela dell'ambiente e la salvaguardia del benessere animale non sono altro che aspetti diversi della stessa problematica. Essi vanno tenuti in pari considerazione, dal momento che grandi sono le implicazioni economico e sociali che la filiera di produzione di molluschi bivalvi vivi, induce a carico degli operatori della pesca del medio e basso Adriatico.

La protesta accorata e l'esasperazione del Presidente della CO.VO.PI. (Cooperativa Vongolari Piceni) espresse nell'articolo del quotidiano marchigiano, sono pienamente condivisibili. È risaputo, infatti, che da circa un decennio, i bassi fondali sabbiosi prospicenti la costa sud marchigiana e centro nord abruzzese sono interessati da ricorrenti casi di mortalità anomala, riguardanti principalmente i banchi naturali di molluschi bivalvi veneridi, una volta ricchissimi ed in con particolare quelli di Chamelea Gallina Gallina, detta comunemente "vongola dell'adriatico".



Secondo il D.P.R. n° 395 del 20/10/1998, si deve parlare di mortalità anomala quando il 15% dei molluschi pescati sono morti o scarsamente vitali. Tali casi, devono essere segnalati all'Autorità Sanitaria che deve adottare opportuni provvedimenti di tutela.

Ciò premesso, esprimo tutta la mia solidarietà al Presidente Federico Storelli e ai pescatori di vongole della Cooperativa che presiede, che si è trovata ad affrontare l'ennesimo episodio di una grave mortalità anomala di Chamelea Gallina Gallina, quando manifesta la forte volontà di sensibilizzare le Autorità locali, Regionali e Nazionali, su un problema così scottante. Sono meno d'accordo con il redattore del Corriere Adriatico quando, nel suo articolo, criminalizza, accusandola di aggressività e voracità nei confronti di Chamelea Gallina Gallina, un'altra specie di bivalve appartenente alla famiglia delle Arcidae di recente introduzione antropica in adriatico e originarie dei mari medio orientali e dell'Oceano Pacifico, quali sono: Scaphandra inaequivalvis e Scaphandra demiri.

L'unica colpa di queste specie di molluschi, è di avere, come Mytilus Galloprovincialis, un meccanismo molto efficiente ed efficace, che permette loro di ridurre drasticamente, l'attività enzimatica fin dalle prime ore dell'instaurarsi di situazioni sfavorevoli e, in particolare, al verificarsi di situazioni di ipossia se non, addirittura di anossia.
Infatti, Scapharca presenta un metabolismo aerobico particolarmente versatile in quanto, in carenza di ossigeno disciolto, riduce drasticamente la domanda energetica, tanto da raggiungere, nei casi del protrarsi di grave anossia uno stato di "letargo metabolico" manifestando una serie di strategie vincenti per superare situazioni di grave stress. Questi sono i veri motivi per cui Scapharca, sopravvive mentre Chamelea Gallina Gallina, che ha un sistema di difesa molto meno versatile e difficilmente compatibile con situazioni di mancanza di ossigeno disciolto anche di breve durata, soccombe.


A questo punto vorrei, tracciare un breve escursus sulle più frequenti cause di mortalità anomale di molluschi bivalvi vivi bentonici ed in particolare di Chamelea Gallina Gallina. Malattie infettive:

Per escludere la presenza di queste malattie, è assolutamente necessaria la collaborazione dei pescatori, che dovrebbero conferire a laboratori specializzati come il nostro, campioni di molluschi morti o preferibilmente scarsamente vitali. In questo settore è bene ricordare che presso l'Istituto Zooprofilattico delle Venezie, Sezione di Udine opera un Centro di Referenza Nazionale per le malattie dei molluschi bivalvi vivi che può mettere a disposizione tutte le proprie competenze professionali per risolvere gli eventuali problemi di ordine patologico.

Altra causa di mortalità di molluschi bivalvi, è l'avvelenamento acuto. Per questo motivo, molte specie di animali acquatici muoiono e fra essi anche i molluschi bivalvi. Le molecole tossiche possono essere prodotte, da fioriture di algali che appartengono alle famiglie delle dinoflagellate e delle diatomee,da sversamenti improvvisi in mare di sostanze chimiche derivate dagli idrocarburi o rappresentate da cianuri (sottoprodotti delle lavorazioni metallurgiche) etcc..



Questi eventi, nella loro drammaticità sono estremamente appariscenti per il numero delle specie animali che vengono coinvolte ma, normalmente sono di breve durata. Al contrario, ritengo che il vero problema del ripetersi di morie anomale selettive e riguardanti solo alcune specie di molluschi bivalvi ed in particolare di Chamelea Gallina Gallina (vongola dell'adriatico), vanno attribuite ad altri fattori.

Tali sono rappresentati dall'eutrofizzazione (abnorme apporto di sostanze organiche e di composti del fosforo e dell'azoto), il cambiamento climatico in atto (alternarsi di periodi più o meno lunghi di siccità con altrettanti periodi di abbondanti piogge, la pressione dell'attività antropica, ed in particolare quella turistica, in costante e continuo incremento.

A quest'ultimo proposito, dati bibliografici citano che sulle coste del Mediterraneo, mediamente, si riversano 100.000.000 di turisti, che provocano uno scarico a mare di 350.000.000 di m3 di liquami, in aggiunta a quelli prodotti dai residenti. I fattori appena citati agiscono in modo sinergico.
Accade così che i molluschi marini si trovino in situazioni di forte diminuzione dell'ossigeno disciolto, elemento assolutamente vitale per tutti gli animali acquatici, ma in particolare per certe specie di molluschi che abbiamo precedentemente citato, che hanno sistemi di sopravvivenza scarsamente versatili.

Già in situazioni normali l'ambiente marino contiene quantità minori di ossigeno disciolto rispetto all'ambiente di acqua dolce. Secondo Roberts (1989), ad una temperatura di 20° C nell'aria, in acqua dolce si hanno circa 210 mg/l di ossigeno contro i 7 mg/l dell'acqua salata.
Inoltre la solubilità dell'ossigeno è inversamente proporzionale alla temperatura dell'acqua, alla salinità e dipende anche dalla pressione atmosferica e, come detto sopra, dalla quantità di sostanza organica disciolta e di componenti dell'azoto e del fosforo.
Questi ultimi elementi favoriscono lo sviluppo abnorme di microalghe e di batteri che attraverso il loro metabolismo sottraggono grandi quantità di ossigeno disciolto nell'acqua.

Concludendo, tenuto conto delle situazioni meteo marine verificatesi durante l'ultima estate, caratterizzata da caldo torrido costante, da scarsissime precipitazioni, dal persistere di una situazione di alta pressione atmosferica quasi costante e da un ridottissimo moto ondoso (fattore determinante per favorire la soluzione dell'ossigeno atmosferico nell'acqua) è facile pensare che la mortalità anomala di Chamelea Gallina Gallina è da attribuirsi al perdurare di una situazione di grave ipossia. A supporto di ciò è bene ricordare che da dati bibliografici, la temperatura dell'acqua nelle zone prospiciente la costa abruzzese la temperatura dell'acqua a 3 metri di profondità era di 21°C. A questa situazione invece, hanno saputo far fronte le due specie di Scapharca citate.

Per affrontare questa drammatica situazione, secondo me, si possono percorrere due vie parallele:

1. Esercitare forti pressioni sulle Autorità Politiche per sensibilizzarle sui gravissimi problemi derivanti da una mancata tutela delle condizioni ambientali.
Quindi spingerle a promuovere azioni di intervento immediate o a lungo termine supportate da specifici programmi di ricerca scientifica, volti a risolvere o, quanto meno, a ridurre il fenomeno eutrofico e gli effetti della pressione antropica.

2. Sviluppare, nel consumatore il gradimento di molluschi bivalvi alternativi, ma molto più resistenti in situazioni avverse come appunto Scapharca evidenziandone ed esaltandone attraverso idonei accertamenti analitici, gli aspetti organolettici e le caratteristiche nutrizionali.
Per quanto riguarda la sapidità, proporne l'utilizzo in attività culinarie nel contesto di eventi promozionali.
A tale proposito basti pensare, quanto è accaduto con "Tapes philippinarum la cui introduzione in adriatico dall'estremo Oriente ha salvato centinaia di molluschicultori del Delta Padano che, per le mutate situazioni ambientali non riuscivano più ad allevare "Tapes decussata", mollusco bivalve molto più delicato e sensibile alle mutate condizioni ambientali e climatiche.

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