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Numero 20 - giugno/luglio 2003
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La ricerca negli Istituti Zooprofilattici: una corsa ad ostacoli

[continua dalla prima pagina]
Tutto bene allora, perchè pareva proprio che fosse avviato finalmente un percorso virtuoso che offriva ai nostri ricercatori la possibilità di poter concretizzare le proprie intuizioni avendo a disposizione i mezzi necessari per svilupparne i percorsi sperimentali.

E invece no.

Pian pianino negli anni successivi, infatti, si è assitito ad una progressiva e discriminante penalizzazione degli Istituti, che hanno subito una decurtazione continua dei fondi a loro destinati e, di certo, non perchè la qualità delle ricerche prodotte fosse di basso profilo.
Evitando di infilarsi nella corsia del facile vittimismo e del piagnisteo inconcludente, occorre, però, interrogarsi sul perchè ciò si sia verificato e su quali azioni occorra mettere in atto perchè la ricerca scientifica per gli Istituti non continui ad essere una corsa ad ostacoli, nella quale, peraltro, il giudice di gara decide ogni anno di ergere sul nostro percorso ostacoli sempre più numerosi e difficili da scavalcare.

Indubbiamente, bisogna riconoscerlo, gli Istituti nel corso di questi anni non hanno seguito tutti il medesimo percorso legislativo: alcuni hanno, seppure con tempi differenziati e troppo lunghi, adeguato il proprio assetto normativo al D. Lgs. 270/93 assicurando direzioni politiche e gestionali stabili e forti, altri vivono situazioni nelle quali la precarietà, soprattutto delle direzioni scientifiche, non giova alla costituzione di una vera rete zooprofilattica che possa far risaltare a livello regionale e centrale il suo peso politico e di realtà scientifica di rilievo.

Guardando appena un palmo ad di fuori della nostra realtà, non possiamo non renderci conto dell'abissale diversità che esiste, nell'immaginario politico e collettivo, tra gli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico e gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali.
Ai primi è stato dedicato un apposito Decreto che gli riserva un terzo delle risorse complessive destinate alla ricerca corrente e nella Commissione Scientifica per la ricerca sanitaria godono di una attenzione ed una "magnanimità" finanziaria per certi versi imbarazzante.

Agli Istituti di anno in anno si lesinano risorse (nel 2003 si sta registrando un taglio delle somme destinate alla ricerca corrente del 28,87% rispetto al 2002), ma nel contempo si assegnano competenze sempre maggiori, se ne magnifica il ruolo di strutture trainanti in tema di prevenzione e si punta su di loro come fondamentale baluardo per la tutela della salute dei consumatori di alimenti.
Il 12 luglio scade il termine di presentazione delle ricerche finalizzate e sarà questo un banco di prova fondamentale per verificare l'attenzione che il Ministero della Salute deciderà di riservare ai nostri Enti. Francamente penso che dei circa 115 milioni di Euro disponibili agli Istituti non ne verranno riservati più di 3 o 4.

Se ciò sarà, mi chiedo: possono o debbono bastare agli Istituti gli elogi ed il continuo sovraccarico di lavoro, mentre i flussi finanziari sono costantemente e sempre più orientati verso altri lidi?

Io penso francamente di no e se le scelte politiche di chi oggi ci governa sono orientate a non voler tener conto delle legittime, sia dal punto di vista normativo che scientifico, esigenze degli Istituti, penso che sia forse il caso di porre in essere uno "sciopero bianco" della ricerca all'interno degli Istituti, rinunciando alla manciata di Euro che vengono, quantomeno per pudore, lasciati sul tavolo dai famelici appetiti dei nostri competitors istituzionali.

Una tale presa di posizione potrebbe essere interpretata come una provocazione, forse eccessiva, ma sinceramente credo che sia giunto il momento di capire se e quanto valgono gli Istituti.

email Guido Petracca


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