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Numero 1/2 febbraio 2001
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Controlli per la presenza di Organismi Geneticamente Modificati negli alimenti: una introduzione al problema



Cristina Rondini
"Il 1 settembre 1998 e' entrato in vigore il regolamento CE N°1139/98 che riporta le disposizioni riguardanti l'etichettatura dei prodotti alimentari derivati da soia e granturco ottenuti mediante l'impiego di organismi geneticamente modificati.

Considerata la particolarita' delle modalita' di controllo per verificare il rispetto delle disposizioni in questione ed al fine di fornire un adeguato supporto sia ai laboratori preposti al controllo ufficiale degli alimenti sia agli altri soggetti interessati si trasmette l'allegato metodo d'analisi, predisposto dall'Istituto Superiore di Sanita'……."

Con queste parole cominciava una lettera inviata il 25 novembre dello stesso anno da Romano Marabelli, Direttore Generale del Dipartimento Alimenti Nutrizione Sanita' Pubblica Veterinaria del Ministero della Sanita', ai 10 Istituti Zooprofilattici Sperimentali italiani. Da quel momento, senza tregua, e' iniziata ufficialmente questa attivita' analitica di controllo nei nostri Laboratori, affiancata, com'e' naturale, da un'intensa attivita' di studio e di ricerca.

Sino ad allora nei nostri Istituti i Laboratori predisposti al controllo degli alimenti ed i Laboratori di Biotecnologie lavoravano in settori abbastanza distinti, non prevedendo di aver a che fare con la Biologia Molecolare gli uni e non distaccandosi troppo dalle problematiche delle malattie infettive gli altri; invece, da quel momento, le conoscenze degli esperti dell'uno e dell'altro settore hanno cominciato ad integrarsi tra di loro, con i dati provenienti dalle ricerche scientifiche di altri Biologi, di Agronomi, Medici, e con i dossier diffusi dalle Compagnie Multinazionali che hanno allestito, brevettato e commercializzato derrate alimentari geneticamente modificate nel mondo.

Per affrontare il problema vogliamo iniziare a dire due parole su cosa sono gli Organismi Geneticamente Modificati (OGM) e perché controlliamo la diffusione degli OGM negli alimenti.

Cosa sono gli OGM.

Non pretendiamo in questa sede di essere esaustivi, dilungandoci in una trattazione che illustri le metodiche proprie dell'ingegneria genetica impiegate per l'allestimento di tali organismi, ci basti ricordare che, utilizzando degli enzimi che funzionano come forbici (enzimi di restrizione o Dnasi) ed altri che funzionano come colla (Ligasi), e' possibile prelevare una sequenza di DNA, specifica in natura di un organismo vivente, ed inserirla nel DNA di un organismo diverso che, potendo cosi' disporre di proteine nuove, acquisisce proprieta' e caratteristiche desiderate o elimina specificamente proprieta' non volute.

La ricerca attuale, applicata a prodotti utilizzati nell'alimentazione umana ed animale, ha come scopi: Gli alimenti derivati da tali tecnologie innovative possono essere suddivisi in:

Perché li controlliamo.

L'autorizzazione all'immissione in commercio di tali prodotti e' regolamentata a livello mondiale da normative che prevedono la presentazione alle autorita' competenti del Paese produttore di una documentazione che, oltre ai dettagli tecnici sulla metodologia adottata per l'allestimento, fornisca garanzie sul rispetto del "Principio di Equivalenza Sostanziale", grazie al quale i nuovi prodotti vengono dichiarati, in base a valutazioni di carattere prevalentemente chimico e bromatologico, sostanzialmente non diversi da quelli corrispondenti presenti in natura.

Questo tipo di valutazioni comunque non esimono dalla considerazione che non sono ancora disponibili dati sufficienti per escludere possibili rischi per l'uomo e per l'ambiente dovuti all'utilizzo di questi prodotti, e, mentre per alcuni Paesi (Stati Uniti, Canada, Argentina, ecc.) sono state considerate sino ad oggi esaustive, i Governi dei Paesi appartenenti alla Comunita' Europea hanno mantenuto un atteggiamento piu' prudente, attuando le loro scelte in base al "Principio di Precauzione".

Alla base di tutte le definizioni che ne sono state formulate gia' a partire dagli anni '70 il Principio di Precauzione introduce un concetto fondamentale: l'assenza di certezze, alla luce delle conoscenze scientifiche e tecniche del momento, deve indurre l'adozione di misure efficaci e proporzionate volte a prevenire il rischio di danni gravi ed irreversibili alle specie umana, animali ed all'ambiente.

Il Principio di Precauzione non e', quindi una regola di astensione, un freno all'evoluzione tecnologica, ma implica la responsabilita' delle autorita' preposte di dare ad essa delle regole e di attivare tutte le possibili strategie per valutarne l'impatto.

Il Governo Italiano ha cosi' emanato una serie di normative, applicando le direttive della CE, in merito all'obbligo di etichettatura dei prodotti destinati all'alimentazione umana derivati da OGM, obbligo che garantisce "trasparenza" nei confronti dei consumatori, ed il Ministero della Sanita' ha incaricato gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali di effettuare tutte le analisi atte al controllo del rispetto di tali normative da parte dei produttori.

Allo stato attuale queste analisi consistono nella verifica della presenza di sequenze di DNA transgenico in derrate alimentari costituite o in cui siano presenti due specie vegetali: il mais e la soia, a cui la modificazione genetica ha conferito caratteristiche di tolleranza ad alcuni erbicidi e resistenza ad insetti parassiti.

Semi e farine derivati da tali specie costituiscono una parte considerevole delle derrate alimentari importate dai Paesi Produttori sopra citati, in particolare il MAIS BT176 e la SOIA Roundup-Ready. Questi sono autorizzati alla commercializzazione, ma seguirne l'itinerario dall'arrivo in Italia, allo stoccaggio, trasformazione in prodotto finito, sino all'immissione nel commercio al dettaglio, e' difficile.

Indagine analitica.

A causa di cio' il Ministero della Sanita', appoggiandosi all'Istituto Superiore di Sanita' ed agli Istituti Zooprofilattici Sperimentali ha, prima di tutto, avviato un'indagine conoscitiva sui flussi di mais e soia geneticamente modificati (GM) provenienti dall'importazione, successivamente i controlli sono stati focalizzati sui prodotti in vendita al dettaglio, verificando che l'assenza di etichettatura dichiarante presenza di mais e/o di soia GM corrisponda ad una reale assenza di questi.

I risultati di questo studio, che ha comportato analisi di laboratorio su campionamenti effettuati dalle autorita' competenti sui carichi giunti nei maggiori porti italiani, hanno dimostrato che ingenti quantita' di queste specie GM giungono nel territorio nazionale senza possibilita' di garantirne una segregazione all'origine. Oltre a cio' le analisi sui prodotti al dettaglio stanno evidenziando che non sempre l'obbligo di etichettatura viene rispettato.

Attivita' di ricerca.

In questo contesto l'Istituto Superiore di Sanita' e gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali svolgono attivita' di studio e ricerca finanziate dal Ministero della Sanita'. Il programma attualmente in corso ha per titolo: "Standardizzazione di metodologie di rilevamento ed attuazione di una indagine conoscitiva relativa alla diffusione di prodotti transgenici impiegati nell'alimentazione umana ed animale".

L'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche ha in attesa di approvazione altri due progetti riguardanti Armonizzazione di metodiche analitiche quantitative e Studi longitudinali sul "Risk assessment", che coinvolgeranno altri Istituti Zooprofilattici e Facolta' Universitarie, dai cui risultati ci si attendono strumenti utilizzabili dagli Enti preposti al controllo ed al monitoraggio per una migliore comprensione delle problematiche sottese agli OGM.

Conclusioni.

Gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali stanno sempre di piu' assumendo un ruolo fondamentale nel novero delle Istituzioni scientifiche coinvolte nel controllo degli alimenti per gli animali e per l'uomo. La diffusione degli OGM nella catena alimentare comporta livelli di rischio ipotetico che vanno attentamente valutati. La intrinseca complessita' di questo nuovo ambito di studio impone una stretta collaborazione tra Ministeri ed Enti locali, strutture pubbliche e private, legislatori e ricercatori, finalizzata al raggiungimento di due principali traguardi, a cui Scienza e Societa' devono tendere: la tutela della salute e la salvaguardia dell'ambiente.

Cristina Rondini



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