Webzine Sanità Pubblica Veterinaria®

Numero 17 - dicembre 2002
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Presentazione attivitè dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia nel settore Biologico



Aldo Migliazzo


Negli ultimi anni è cresciuta la necessità da parte di una nicchia di consumatori di adottare un regime dietetico basato sull'uso d'alimenti provenienti da un'agricoltura "sana"o meglio definita Biologica.

I vari decenni della nostra storia, sono stati contraddistinti da scandali che riguardavano l'uso indiscriminato di sostanze nocive (estrogeni, antibiotici, farine animali) nell'alimentazione degli animali da reddito, allo scopo di aumentare le produzioni con conseguenze sulla salute dei consumatori, anche per l'assenza di una legislazione adeguata.

La globalizzazione dei mercati ha sensibilizzato sempre più l'opinione pubblica, stimolando a sua volta il legislatore affinché adottasse dei provvedimenti che regolano e disciplinano il settore biologico, attraverso la creazione di disciplinari di produzione e o di prodotti a denominazione d'origine o geografica controllata.

Queste considerazioni hanno fatto sì, che strutture deputate alla tutela della salute pubblica facessero chiarezza in materia d'agricoltura biologica, ripristinando così il rapporto fiduciario tra il consumatore e il produttore.

In particolare gli IZS della Sicilia, dell'Umbria e delle Marche e il Dipartimento Clinico Veterinario della Facoltà di Medicina Veterinaria di Bologna, hanno messo a punto un programma di ricerca che ha come obiettivo il confronto tra i sistemi d'allevamento tradizionali e quelli biologici per le produzioni di carni, tenuto conto delle diverse specie allevate per regioni. Nello specifico la regione Sicilia studierà gli allevamenti ovi-caprini, la regione Umbria quelli bovini e suini.

La ricerca consiste nel confrontare i dati raccolti tra i due sistemi d'allevamento biologico/tradizionale, in particolare si metteranno a confronto i seguenti parametri: tenerezza, colore e sapidità, fattori che variano in funzione del sistema d'allevamento e dell'alimentazione adottata.
Sono già state esaminate circa 30 aziende dislocate nella provincia di Palermo e Agrigento dove è stato compilato un questionario, sui dati generali dell'azienda e una parte riguardante l'agricoltura biologica. Di queste aziende sono state scelte tre aziende che verranno confrontate con tre aziende biologiche.

Nelle aziende pilota saranno effettuati 2 sopralluoghi, uno alla nascita degli animali da monitorare, l'altro all'atto della macellazione.
Le indagine sul campo, riguarderanno esami parassitologici, batteriologici e particolare attenzione sarà rivolta ad esami sull'immunità aspecifica e di natura chimico-clinica, caratteristici della valutazione del benessere animale.
Alla fase operativa della ricerca seguirà quindi la raccolta e l'elaborazione dei dati desunti, per una successiva divulgazione.

La maggiore difficoltà riscontrata da noi nella scelta delle tre aziende pilota in regime biologico, è stata quella di trovare delle aziende già certificate da un ente riconosciuto, poiché la maggior parte degli allevamenti ovi-caprini presenti nel nostro territorio, proprio per la loro pecularietà di sfruttare aree marginali e di non utilizzare nessuna integrazione con mangimi e foraggi tranne in casi estremi, non avverte la necessità di certificarsi anche perché la richiesta da parte dei consumatori è minima e i costi per l'accreditamento e l'eventuale uso di sostanze terapeutiche (omeopatia) sono ancora elevati.

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