Webzine Sanità Pubblica Veterinaria®

Numero 17 - dicembre 2002
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Nota preliminare sul rilevamento delle aziende produttrici di miele



Matteo Ricciardelli D'Albore


Introduzione
Negli ultimi tempi, il consumatore richiede prodotti alimentari sani e soprattutto sicuri.
Da questo punto di vista, il regime biologico si presta molto bene a soddisfare tali richieste.
La certificazione del regime biologico aumenta la sensibilità del consumatore ad acquistare un prodotto garantito da un punto di vista della salute e della salubrità.

Vanno però considerati anche altri due fattori: il primo è che il miele biologico è generalmente un prodotto nazionale, mentre un miele convenzionale non sempre lo è; il secondo motivo è che la differenza di prezzo tra un miele biologico e un miele convenzionale è di circa il 25%, valore molto accettabile da parte del consumatore, spinto oltretutto dai due precedenti fattori.
In passato la domanda di prodotti biologici era piuttosto scarsa. Oggi invece, il consumatore è molto più incline ad acquistare un prodotto sicuro, privo di residui chimici e altri inquinanti ambientali; oltretutto nella coscienza che la creazione di un mercato di prodotti biologici può incrementare il rispetto per l'ambiente, non solo quello rurale.
Quindi, negli ultimi tempi, a fronte di una maggiore richiesta da parte del consumatore, sono raddoppiate quelle aziende condotte da persone che credono in un metodo di produzione alternativo, quale quello biologico. Ciò ha condotto alla realizzazione di un programma di ricerca dal titolo "Studio finalizzato alla definizione di un protocollo di profilassi, Gestione Igienico - Sanitaria e controllo delle produzioni Zootecniche Biologiche Bovine, Suine e Ovi-Caprine".

La ricerca comprende l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia, l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche e l'Università degli Studi di Bologna. Il programma è iniziato il 4 aprile del 2002 e finirà nel 2004. All'interno di questa ricerca è stato previsto anche il settore delle Api. L'importanza del settore apistico risiede nella produzione del miele, uno dei prodotti più importanti per la nostra alimentazione date le sue proprietà nutritive e terapeutiche.
Il miele oltretutto è già di per se un prodotto naturale, fortemente legato alla terra. Quindi, il settore apistico si presta molto bene come caso di studio e di confronto tra un sistema di produzione alternativo ed uno convenzionale.



fioritura Asparago (Foto Prof. G. Ricciardelli D'Albore)


La ricerca in corso
Nell'ambito del settore apistico Umbro-marchigiano, sono stati presi in considerazione diversi produttori biologici e convenzionali, scegliendo quindi le aziende da coinvolgere nella ricerca. La scelta è stata condotta considerando diversi aspetti: la produzione propria, il tipo di conduzione aziendale, la posizione geografica delle aziende, ecc. Sulla base di una politica comune e nel contesto di operare intorno alle disposizioni del Reg. CEE 1804/99, è stato realizzato un modulo di rilevamento aziendale per la raccolta dati sul metodo di produzione.

Gli aspetti affrontati da questo modulo consentono di poterlo applicare indifferentemente sia ad aziende biologiche che convenzionali.
Il metodo di produzione fornisce informazioni sulla costituzione e conduzione degli apiari e sulla provenienza delle fonti nettarifere.
Per conoscere meglio la realtà aziendale è stata introdotta una sezione sulla flora locale intesa sia come essenze pollinifere che come nettarifere in quanto l'ape bottina sia polline che nettare.

Tra gli altri aspetti affrontati da questo quadro c'è quello riferito alla nutrizione delle api e quello sulla provenienza dei materiali utilizzati. I due punti di forza del modulo sono quello relativo alla prevenzione e alla terapia, nonché quello relativo al benessere.
Il modulo prevede anche una raccolta di dati che forniscono informazioni sul profilo del produttore, sul miele prodotto e su ciò che ritiene più importante ai fini di una valorizzazione del settore apistico.
Nel mese di ottobre è stata presa in considerazione una prima azienda, non biologica, presente nel comune di Todi (PG).

In base alla raccolta dei dati si evidenzia un sistema di produzione strettamente improntato nel rispetto per l'ape e per il consumatore.
L'azienda ricade in una zona particolare del comune di Todi caratterizzata per lo più da flora spontanea e ecosistemi forestali.
Da un'analisi della flora locale, accanto a tali essenze nettarifere compaiono anche produzioni fruttifere e orticole, nonché colture erbacee da pieno campo. L'azienda nutre le proprie api con miele di produzione propria.
Gli stessi materiali utilizzati sono di origine aziendale. Così, la smielatura è condotta direttamente dal produttore.
Molto interessante il discorso relativo a prevenzione e terapia (oltre che al benessere). L'azienda non è biologica ma è condotta con un forte rispetto per la terra e per la salute del consumatore.

Conclusioni
Da uno studio generico delle aziende presenti nel contesto territoriale Umbro-marchigiano, dalle attuali tendenze dei produttori nella lotta alla Varroa (maggiore ricorso a prodotti naturali), si evidenzia una forte tendenza a cercare di limitare il più possibile il ricorso a prodotti chimici di sintesi.
Questa tendenza abbraccia sia i produttori biologici (in quanto aderenti ad un regolamento comunitario e per questo certificati) sia quelli convenzionali.
Non per questo motivo i produttori convenzionali devono essere ritenuti dei biologici non biologici.

La differenza sostanziale tra i due produttori è che la flora dei primi deve essere sicuramente biologica in quanto rientrare in determinate distanze dal centro aziendale.
Le aziende non biologiche possono anche ricorrere a prodotti naturali, senza però alcun obbligo.
Pertanto il confronto tra i due tipi di produzione sarà condotto sui dati raccolti e sull'analisi finale del prodotto miele.


fioritura Pino (Foto Prof. G. Ricciardelli D'Albore)



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