Silvio Hénin

Head of Costumer Service - Roche Spa - Monza

La comunicazione del sapere tra diversi individui è la caratteristica che contraddistingue la nostra specie e che ha permesso il passaggio dall'evoluzione biologica a quella culturale.
Una serie di passi importanti - alcuni teoretici, altri tecnologici, altri ancora organizzativi - ci ha portato in circa 5000 anni dalla tradizione orale all'ipertesto: è stata inventata la scrittura, sono state fondate biblioteche, sono stati scritti e trascritti papiri, pergamene, codici, fino all'innovazione tecnologica che più ha contribuito all'accessibilità del sapere: la stampa a caratteri mobili.

Dal 17º secolo in poi, l'espandersi delle conoscenze e delle idee, e la loro facile riproduzione hanno dato il via ad un'esplosione dell'informazione stampata, con conseguente difficoltà per gli studiosi.
Già alla fine dell'ottocento nacquero i primi repertori bibliografici e i tentativi di classificare e catalogare le conoscenze sapere e nel '900 si comiciò a pensare di affidare a una macchina le più semplici operazioni di reperimento ed identificazione delle fonti.

Fu però solo dopo la seconda guerra mondiale - e, ahimè, grazie a questa - che la neonata tecnologia informatica potè finalmente aiutare a risolvere il problema, ma, paradossalmente, ne aumentò la gravità.
Ultimo arrivato, il World Wide Web, coi suoi exabyte di informazioni a portata di mouse ci ha riportato indietro di un secolo in questa perenne lotta tra produzione di documenti e la possibilità di identificarli e selezionarli.