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Numero 15 - luglio 2002
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anna duranti
Anna Duranti
<a.duranti@pg.izs.it>
mariangela de curtis
Mariangela De Curtis
<m.decurtis@pg.izs.it>

Tubercolosi Bovina, Brucellosi Bovina ed Ovicaprina: risultati dei piani di eradicazione e sorveglianza nelle Marche - ANNO 2001


- prima parte / Tubercolosi bovina; Brucellosi Bovina-



PREMESSA
I Piani di eradicazione nei confronti della Tubercolosi bovina, Brucellosi bovina e ovicaprina e Leucosi bovina enzootica si prefiggono di tutelare la salute pubblica e di proteggere gli allevamenti da tali patologie.
Nel territorio marchigiano l'osservanza di tali piani ha consentito l'ottenimento nel 1981 della qualifica di regione ufficialmente indenne per Tubercolosi bovina e Brucellosi bovina. Per quanto riguarda la Brucellosi ovicaprina, la qualifica regionale ottenuta nel 1991 è stata perduta nel 1994 considerato che il tasso d'infezione era superiore al 1% e che non tutti gli allevamenti erano controllati.

La normativa vigente che regola i piani di eradicazione (DM 15/12/95 n.592, DM 27/8/94 n.651 e 2/7/92 n.453) condiziona il rilascio della qualifica di regione ufficialmente indenne non più in base alla prevalenza di infezione, ma all'effettivo controllo di tutti gli allevamenti presenti sul territorio e al raggiungimento di una determinata percentuale di allevamenti ufficialmente indenni.
Si tratta di un obiettivo qualitativamente diverso, che può essere raggiunto solo concentrando gli sforzi nel controllo dell'intero patrimonio zootecnico bovino e ovino e nelle attività di sorveglianza epidemiologica relativa alla prevenzione primaria degli allevamenti.
In pratica i piani di eradicazione devono essere affiancati da programmi di acquisizione dati e informazioni relativi ai fattori di rischio correlati alla persistenza e alla diffusione di tali infezioni, al fine di individuare adeguati interventi di controllo e profilassi.

La riduzione della prevalenza di tali patologie nel territorio regionale, rende inoltre necessaria l'esecuzione di accurati accertamenti diagnostici in caso di positività alle prove ufficiali, per una corretta individuazione dei focolai, ma anche per una identificazione degli stipiti in causa e per una loro mappatura ai fini epidemiologici.

TUBERCOLOSI BOVINA
Dal quadro riepilogativo delle attività svolte dai servizi veterinari per il piano di eradicazione della Tubercolosi bovina (Tab.1), dal 1992 al 2001, risulta un andamento nel complesso favorevole sia per le attività di controllo che per la situazione epidemiologica.


tabella 1:
Tubercolosi bovina nelle Marche - dati sugli allevamenti bovini e sull'andamento epidemiologico dal 1999 al 2001


Osservando i dati raccolti dai Servizi Veterinari delle AA.SS.LL. con i riepiloghi trimestrali e quadrimestrali, si nota una costante contrazione della popolazione bovina marchigiana (Fig.1); la diminuzione percentuale media annua è, infatti, del 3.7 % e tra il 1992 e il 2001 si ha un calo complessivo del patrimonio controllabile del 26 %.

Le percentuali di controllo sono in lento ma costante aumento (Fig. 1 e 2), si nota in particolare come la percentuale di controllo dei capi, che nel 2001 raggiunge il 99,9 %, salga in maniera più decisa; questo potrebbe indicare una difficoltà, da parte del personale delle AA.SS.LL. nel controllo degli allevamenti di piccole dimensioni.

figura 1:
Tubercolosi bovina nelle Marche - allevamenti controllabili e controllati

figura 2:
Tubercolosi bovina nelle Marche - capi controllabili e controllati


Risulta impossibile esprimere un giudizio sull'andamento del numero di allevamenti che hanno ottenuto la qualifica di ufficialmente indenne. Nei riepiloghi di attività compilati dalle AA.SS.LL. sono indicati, in molti casi, valori superiori al numero degli allevamenti controllati annualmente. La normativa prevede però che gli allevamenti ufficialmente indenni siano controllati annualmente, pena la perdita della qualifica. A testimonianza dei buoni risultati raggiunti con l'applicazione dei controlli e delle misure previste per legge il numero totale degli allevamenti infetti (prevalenza) e delle reinfezioni (incidenza) è nel complesso sensibilmente diminuito (Fig.3).

figura 3:
tassi di prevalenza e incidenza della tubercolosi


Il 2001 vede però una recrudescenza della malattia: il numero dei focolai denunciati e il numero dei capi infetti risulta sensibilmente superiore rispetto agli anni precedenti.

Accertamenti diagnostici e indagini epidemiologiche sui focolai 2001
Il Decreto del P.G.R. n.38 del 2001 (Art.5) prevede che i Servizi Veterinari svolgano nei focolai accertati una accurata indagine epidemiologica; per facilitare questo compito e rendere uniformi e quindi elaborabili i dati raccolti, sono state distribuite, dal Servizio Veterinario Regionale alle AASSLL marchigiane, delle schede predisposte dall'Osservatorio Epidemiologico dell'Istituto Zooprofilattico.

Nel 2001 sono arrivate all'Osservatorio Epidemiologico le schede compilate per tutti i nuovi focolai evidenziati sul territorio regionale: abbiamo così a disposizione i dati relativi alle caratteristiche degli allevamenti colpiti e i dati sugli accertamenti effettuati presso i nostri laboratori.

Dato il numero esiguo di focolai, non è possibile effettuare elaborazioni e stabilire correlazioni statisticamente affidabili con i vari fattori di rischio considerati; è possibile però fare alcune considerazioni. Risultano coinvolti in tutti i casi allevamenti di piccole dimensioni (< 20 capi) che producono carne (linea vacca-vitello). In tre dei cinque focolai si sospetta che l'infezione sia entrata con l'introduzione di capi da altri allevamenti (in un caso l'introduzione è avvenuta da un paese dell'UE), per due focolai non è stato possibile evidenziare nessuna via potenziale di entrata dell'infezione.

Tre dei cinque focolai sono stati aperti in seguito al rilievo di reattività al test di intradermoreazione effettuato nel corso delle normali attività di profilassi.

Nella tabella 2 sono sintetizzati i risultati degli accertamenti effettuati sui capi risultati reattivi in questi focolai.


Tabella2: accertamenti effettuati sui capi bovini reattivi al test di intradermoreazione
Accertamenti n.capi esaminatin. capi positivin.capi negativin. capi
non esaminati
Esame ispettivo 13 11 2 0
Esame colturale 12 6 6 1
Esame istologico 12 7 5 1
Es. microscopico 12 5 7 1


Solo 2 capi individuati come reattivi non hanno dato alcun riscontro all'esame ispettivo e agli accertamenti di laboratorio; trattandosi però di bovini provenienti da un focolaio nel quale altri capi sono risultati infetti, è molto probabile che non si tratti di reattività aspecifica al test, ma di false negatività di tali accertamenti.

Due focolai sono stati aperti in seguito alla segnalazione da parte del mattatoio di lesioni patognomoniche alla visita post-mortem. In entrambi i casi il test di intradermoreazione effettuato sul resto dell'effettivo non ha evidenziato capi reattivi.

Nella figura 4 possiamo osservare la distribuzione geografica dei focolai aperti nel 2001. Ci sembra infine doveroso riportare la notizia, anche se risalente al 2000, del rinvenimento nel corso di una battuta di caccia di una carcassa di cinghiale con evidenti lesioni anatomopatologiche riferibili a Tubercolosi, in una riserva di caccia della provincia di Macerata. Questo episodio sottolinea l'importanza che possono assumere i selvatici come serbatoi e fonte di infezione per le popolazioni di animali domestici.

figura 4:
comuni interessati nel 2001 da focolai di tubercolosi


Sarebbe auspicabile che i sistemi di sorveglianza sulle malattie soggette a piani di eradicazione, tenessero conto anche di questa potenziale fonte di infezione, prevedendo programmi di monitoraggio sulle popolazioni di selvatici presenti sul territorio.

BRUCELLOSI BOVINA
Anche per la Brucellosi bovina i dati relativi alle attività di profilassi e alla situazione epidemiologica indicano un andamento positivo (Tab.3) e nel 2001 nessun nuovo focolaio risulta segnalato.

Tabella 3:
Brucellosi bovina nelle Marche - dati sugli allevamenti bovini e sull'andamento epidemiologico dal 1999 al 2001


Nella figura 5 è visualizzato l'andamento dal 1992 al 2001 della percentuale degli allevamenti e dei capi controllati. Possiamo notare un trend positivo che porta a un aumento percentuale del 17,4%. In nessun anno, però si raggiunge il controllo totale degli allevamenti o dei capi.

figura 5:
Brucellosi bovina: allevamenti conttrollabili e controllati


Per quanto riguarda l'andamento dell'infezione (Fig.7), notiamo un picco di incidenza e prevalenza nel 1996, corrispondente a un picco positivo nelle percentuali di allevamenti e capi controllati. E' possibile che l'estensione delle profilassi ad allevamenti non controllati precedentemente abbia permesso di svelare nuovi focolai di infezione. Rimane valido lo stesso discorso, già fatto per la Tubercolosi, sull'impossibilità di fare valutazioni sull'andamento del numero di allevamenti ufficialmente indenni.

figura 7:
Brucellosi bovina: tassi di prevalenza e incidenza


Anche in questo caso ipotizzando dal '92 un controllo annuale del 100% degli allevamenti, la percentuale degli allevamenti ufficialmente indenni non sarebbe mai scesa sotto il 99,8%, limite previsto dalla normativa vigente per il mantenimento della qualifica di regione ufficialmente indenne. In tabella 4 sono visualizzati i dati relativi agli esami microbiologici effettuati presso l'Istituto Zooprofilattico per la ricerca di Brucella da campioni di origine bovina.

tabella 4:
Campioni esaminati per la ricerca di Brucella (es. batteriologici e PCR) effettuati su campioni bovini dal 1998 al 2001


Il numero esiguo di campioni di visceri e di latte esaminati è giustificato visto il basso numero di focolai di brucellosi bovina e di capi infetti evidenziati negli ultimi anni. Non si giustifica invece l'esiguo numero di aborti sottoposti ad accertamenti. Ai sensi del Regolamento di Polizia Veterinaria sono oggetto di denuncia obbligatoria gli aborti con ritenzione placentare. Tale dato non viene segnalato da nessuna ASL nei riepiloghi trimestrali sui piani di profilassi dal 1992 al 2000. Questo fa supporre che nessun aborto sia stato denunciato in questi anni e che i campioni esaminati siano stati conferiti direttamente dagli allevatori.



Nel prossimo numero di Sanità Pubblica Veterinaria (agosto 2002) verranno forniti i risultati dell'applicazione del piano di sorveglianza epidemiologica per la LEUCOSI BOVINA ENZOOTICA e la BRUCELLOSI OVICAPRINA

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