Biblioteca Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche
Sanità Pubblica Veterinaria: Numero 79, Agosto 2013 [http://www.spvet.it/] ISSN 1592-1581
Documento reperibile all'indirizzo: http://spvet.it/indice-spv.html#577

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EDITORIALE


I Giovani ricercatori nelle sabbie mobili italiane. Che fare? - Young researchers in the italian quicksands. What is to be Done?


Ciappelloni Raoul

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Abstract. In the editorial is briefly addressed the issue of young Italian intellectuals unemployment and its causes. The current economic crisis, which is particularly strong in Italy, would suggest to the public institutes to intervene with free access activities, based on the resources they can manage. In the Libraries, for example, efforts may be spent on free access training courses. Those events would be focused on informational resources, which are useful for professional activities, such as: the use of free bibliographic databases, and the search of validated and adjourned scientific publications. Besides, particular attention should be spent to maximize the value (in the CV perspective) of the work of volunteers. This should be actually advanced and spent only on projects, that presumably provide, a significant scientific production. In this respect, the increase in scientometric indices, relative to the researcher (h-Index), may be considered a good indicator for this activity valuated with software such as Publish or Perish Strategies for curricula qualification that research institutes and libraries can follow, are actually easy to perform. Scientific organizations can put into practice all these ideas, without a significant organizational and bureaucratic effort. Thus, some of the fundamental public services, such as: Libraries, Museums and Archives, albeit chronically underfinanced, can provide a valuable, contribution to overcoming the current crisis

Riassunto. Nell'editoriale viene brevemente accennata la problematica occupazionale che riguarda principalmente (ma non solo) i giovani intellettuali italiani. In una situazione così grave di crisi economica, gli Enti pubblici sono spinti a intervenire anche autonomamente, con attività volontarie, basate sulle risorse possedute. Nelle biblioteche ad esempio, si possono realizzare eventi basati sull'uso delle risorse bibliografiche e sulla ricerca delle pubblicazioni scientifiche, molto utili per le attività professionali. Inoltre, particolari accorgimenti dovrebbero essere presi per valorizzare il lavoro di volontariato, che dovrebbe essere sempre molto qualificante (in una prospettiva curriculare) e speso in progetti che prevedono un output scientifico di rilievo. A tal riguardo l'incremento degli indici scientometrici, relativi al ricercatore (h-Index), potrebbe rappresentare un buon indicatore per tale attività, misurabile con software freeware come Publish or Perish. Sono semplici le strategie per la validazione e qualificazione curriculare che gli Enti di ricerca potrebbero seguire in modo autonomo e senza un notevole apporto organizzativo e burocratico. Così, importanti servizi pubblici, quali Biblioteche, Musei e Archivi, sia pure cronicamente sottofinanziati, potranno fornire un piccolo ma prezioso contributo a superare la crisi


Tutto cominciò con il Ministro all'Economia Tommaso Padoa-Schioppa, che il 4 Ottobre del 2007 se ne uscì con l'ormai famoso "bamboccioni". Altri seguirono il suo esempio. Così ci fu chi li giudicò: "poco occupabili", e "mammoni", qualcuno li invitò a "non essere troppo choosy" (NDR: pignoli / esigenti / incontentabili), per tacere di quello che lapidariamente disse: "sfigati". Di chi si sta parlando?
Questa aneddotica, peraltro facilmente rintracciabile in Rete, parla di come, alcuni importanti rappresentanti della classe dirigente del Paese, vedono gli italiani neodiplomati o laureati in cerca di un primo impiego.

Se provassimo, basandoci su questi epiteti, a costruirne l'identikit; ne verrebbe fuori un tipo mesto e introverso, propenso a piangersi addosso, bisognoso di assistenza anche per affrontare questioni di poco conto. Uno che non si da mai "da fare" e tuttavia coltiva grandi aspirazioni. Non gli va bene mai niente e per questo si trova senza lavoro. Ma è davvero così?

Secondo lo scrivente le immagini testè evocate non sono rappresentative della realtà dei giovani di oggi. Si sa che effettivamente stentano a trovare un lavoro soddisfacente, forse perché la situazione occupazionale, a causa del dissesto economico del Paese, è ormai fuori controllo.
Varie iniziative giornalistiche affondano volentieri il bisturi nella teratologia occupazionale italiana. È brutto dirlo, ma sembra che la disgrazia faccia audience.
Gli attoniti spettatori, soprattutto se in famiglia, commentano e borbottano, incollati di fronte allo schermo, in attesa di vedere quale vicenda umana, singolare fino al nonsenso, comparirà nei successivi cinque minuti.
Abbiamo a che fare con circostanze straordinarie così tutti si sentono autorizzati a dare consigli ed esprimere giudizi, come abbiamo visto, anche un po' tranchant.
Lo strano è che nonostante l'Italia sia ancora una grande potenza economica e disponga di uno stock piuttosto limitato di laureati, almeno rispetto ai Paesi europei più avanzati, sembra che non sappia proprio cosa farne. La situazione traspare dal Rapporto Unioncamere 2013 e dagli indicatori della Organisation for Economic Co-operation and Development (2013). Nel XV Rapporto Almalaurea sulla condizione occupazionale dei laureati (2013), leggiamo che "... le aspettative di raggiungere l'obbiettivo fissato dalla Commissione Europea per il 2020 (40% di laureati nella popolazione di età 30-34 anni), sono ormai vanificate per ammissione dello stesso Governo, il quale ha rivisto l'obbiettivo che più realisticamente si può attendere il nostro Paese raggiungendo al massimo il 26-27%. Inutile, ancorché triste, aggiungere che in questo modo l'Italia, insieme alla Romania, è il Paese con l'obbiettivo più modesto e molto lontano da quello medio europeo"
(http://www.almalaurea.it/sites/almalaurea.it/files/docs/universita/occupazione/occupazione11/sintesi_andrea_cammelli.pdf).

La disoccupazione intellettuale è in gran parte conseguenza di una economia ferma da diversi anni, a causa di quella che probabilmente passerà alla storia come la "Grande recessione del 2008-2013".
Sentiamo parlare di fabbriche vuote, di magazzini pieni di merci invendute e giovani, pure abbastanza qualificati, che, non trovano lavoro.

Vado all'estero
L'onnipresente tormentone dell' "... allora me ne vado all'estero", fa eco da ogni cronaca e spesso conclude le interviste televisive. Ma dire di andarsene, sparire, emigrare in un altro Paese è facile come recitare un mantra. Farlo invece non è così semplice. Richiede una certa preparazione, contatti istituzionali strutturati e attitudini che non tutti posseggono.
Per fortuna la difficoltà dell'impresa, pone i più al riparo delle conseguenze di metterla veramente in atto. Perché non si tratta solo di lasciare i parenti o gli amici.
Tra le tante questioni implicate nei trasferimenti radicali, ce ne sono alcune molto delicate di cui non si parla mai. Ricordiamo, ad esempio, che i "mammoni" avranno pure dei genitori, magari un po' anziani, che non è spesso possibile o consigliabile scaraventare all'estero. L'alternativa sarebbe un (quasi)abbandono, oltretutto in balia di un Paese con politiche sociali in affanno.
Famiglie di poveri mammoni che si disfano, rapporti sentimentali spezzati, drastici cambi di abitudini; proprio una brutta storia; quando invece lavorare all'estero in condizioni favorevoli (verrebbe da dire normali), sarebbe potuta essere un'esperienza bella e stimolante. Peccato.

Ma arrivati a questo punto, visto che ormai tutti sembrano voler dare saggi consigli, ne vorremmo fornire tre anche noi.
Due per i giovani che frequentano la nostra biblioteca, mentre uno è rivolto a coloro che si trovano dall'altra parte del desk e gestiscono i servizi.

2+1. Buoni consigli
(a) Il primo in assoluto è di non ascoltare le esternazioni dei commentatori e opinionisti che parlano dalle televisioni. Sono spesso idee "sparate" ad alzo zero sull'onda dell'emozione. A volte poi i politici parlano ai rispettivi collegi elettorali, più che ai soggetti dei loro ragionamenti, e a queste esternazioni i media danno sempre eccessiva risonanza.

(b) Se l'attuale crisi fosse come l'influenza, basterebbe stare buoni e fermi a letto, ben coperti, e prima o poi passerebbe da sola. C'è invece bisogno di muoversi.
Ai giovani consigliamo quindi di essere "choosy", operare delle scelte partendo dal proprio ambito decisionale, sul quale possono esercitare il controllo.
Lo scopo è elaborare una strategia basata sulla buona performance curriculare che privilegi il tipo di preparazione spendibile in queste situazioni, segnatamente quella informatica e linguistica.
Entrambe possono essere potenziate con un po' di volontà e soprattutto in modo autodidattico. Questo sul piano professionale.
Per quanto concerne la gestione dell'aspetto, per così dire, "umano", consigliamo di seguire (ovviamente trasformando opportunamente il senso e con un po' di ironia), le indicazioni contenute in "How escape quicksand" (http://mentalfloss.com/article/51826/how-escape-quicksand) "Come uscire dalle Sabbie mobili" (vere), di cui forniamo non una traduzione, ma una libera interpretazione, adattata al nostro argomento.

(c) Il terzo non è un consiglio per i giovani, ma ma più propriamente una esortazione a chi invece un lavoro in un Ente di ricerca del settore pubblico, lo ha trovato. Anch'egli "muovendosi appropriatamente", può tendere una specie di ramo virtuale al quale chi cerca di uscire dalle sabbie mobili può afferrarsi. Non si tratta di un volo pindarico.
È infatti sempre possibile, nell'ambito delle proprie, sia pur limitate autonomie, trovare attività "autogestibili" e "leggere", per fornire un supporto alla "edificazione curriculare", utile ad esempio a un neolaureato, per affrontare l'emergenza in atto.
Per fare un esempio, la Biblioteca dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale si è attivata da un paio d'anni in diversi modi fra cui:
Insomma auto-organizzandosi nei modi possibili, si potrebbe favorire l'avviamento di rapporti di interscambio informativo con valide istituzioni, per la creazione di una rete di esperienze facilmente accessibile da chi sia interessato a servirsene.
Così le biblioteche scientifiche, gli Enti di ricerca, i Musei e altre istituzioni culturali assumerebbero un ruolo "di fatto" nella job creation, specialmente operando in concerto.
Ovviamente, soprattutto in questo contesto, l'impegno morale della dirigenza, sarà sempre, tassativamente, quello di fornire, ai giovani, le migliori informazioni ed esperienze disponibili, in modo che ci sia una effettiva qualificazione e non invece una perdita di tempo e di occasioni preziose.

Conclusioni
È facile constatare che l'Italia ha un grave problema strutturale che riguarda il cosiddetto "mercato" del lavoro.
È un po' come se il Paese si fosse, nel tempo, organizzato per risparmiare danaro pubblico non investendo in: scienza (ricerca, didattica), comunicazioni (banda larga, Internet), scuola secondaria (risorse umane, strutture). Così facendo, si è trasformato in una specie di trappola per laureati, appunto, sabbie mobili.
I nostri intellettuali, nel migliore dei casi, se ne andranno altrove a cercare fortuna. Ciò innesca una dinamica, tipica nei Paesi in via di sviluppo, caratterizzata dall'emigrazione senza scambio. Significa che chi ha studiato se ne va, senza che nessun altro venga a rimpiazzarlo da altri Paesi. È come una emorragia, quella che la stampa generalista chiama: "fuga di cervelli".

Per la maggioranza; quelli che invece rimangono, c'è una faticosa gavetta dagli esiti incerti.
Ma l'aspetto assolutamente peggiore, a giudizio di chi scrive, è che spesso, nel tortuoso percorso, si "spengono" menti molto creative e motivate che avrebbero potuto fare molto oltre che per se stessi, per la Società in generale e in particolare per la ricerca e la cultura.
Un danno doloroso e serissimo, che sarà quantificabile solo fra molti anni, quando si potrà analizzare con la necessaria imparzialità, questo complesso periodo storico.

Bibliografia

Almalaurea (2013). XV indagine (2013) - Profilo dei Laureati 2012. http://www.almalaurea.it/universita/profilo/profilo2012.

Bazzoli G. M., Bolla A., Oldanio R., Scozzai M. (2011). Dossier - La crisi economica attuale: quali sono le cause? Quali potrebbero essere le soluzioni? http://www.focus.it/dossier/economia/crisi/le-cause-della-crisi.aspx.

Ciccarelli R. (2013). Rapporto Unioncamere: pochi laureati, l'Italia fanalino di coda in Europa. http://www.roars.it/online/rapporto-unioncamere-pochi-laureati-litalia-fanalino-di-coda-in-europa/.

Education at a Glance 2013. OECD indicators. Organisation for Economic Co-operation and Development. http://www.oecd.org/edu/eag2013%20(eng)--FINAL%2020%20June%202013.pdf.

L'Huffington Post (2013). Choosy, bamboccioni, sfigati e ora inoccupabili: breve storia di come i ministri vedono gli italiani. http://www.huffingtonpost.it/2013/10/09/choosy-bamboccioni-sfigati-inoccupabili_n_4069618.html?utm_hp_ref=italy.

Mattera S. (2012).I ministri e le parole incaute. Dai bamboccioni ai mammoni 7 febbraio 2012 - http://tg24.sky.it/tg24/politica/2012/02/06/ministri_e_lavoro_polemiche_sulle_solo_parole.html.

Rapporto Unioncamere 2013. L'economia reale dal punto di osservazione delle Camere di commercio. "Centro Studi Unioncamere, Rapporto Unioncamere 2013. http://www.unioncamere.gov.it/download/2372.html.


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