Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche
Webzine Sanità Pubblica Veterinaria: Numero 50-51 Dicembre 2008 [http://www.spvet.it/] ISSN 1592-1581
Documento reperibile all'indirizzo: http://www.spvet.it/arretrati/numero-51/003d.html


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Sarcoidosis and food: interview with the Doctor Marcello Ledda - Sarcoidosi ed alimentazione: Intervista al Dottor Marcello Ledda


Ramistella L.


Abstract. An interview on the relationship between sarcoidosis and diet is introduced. Sarcoidosis under a general point of view is discussed. This interview furnish some suggestions for a suitable diet for sarcoidosis patients. Several issues related to the life style of the patients are also discussed, such as: the funcionality of immunity system, recommended alimentary precautions in the period of pregnancy and nursing. To the interview has linked a short review on the sarcoidosis.


Fra le attività di continuing education nel settore qualità e sicurezza dell'alimento del Servizio Bibliografico dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche, sono state pubblicate review ed interviste come supporto informativo per i consumatori che hanno esigenze conoscitive legate all'alimentazione. In quest'ambito è stata ricercata una linea di intersezione fra il mondo della sanità umana e di quella animale legata all'alimento, sollecitando la collaborazione di medici su argomenti specifici.

In questo numero di Sanità Pubblica Veternaria inseriamo un articolo che affronta in modo accessibile le relazioni fra Sarcoidosi e cibo. La Sarcoidosi è una grave patologia con alcuni aspetti che sono riferibili all'alimentazione ed allo stile di vita

Speriamo con ciò, grazie ai nostri amici Medici, di avviare un servizio informativo utile ai consumatori e di impostare un ambito di collaborazione più stretta fra settori diversi del mondo Sanitario.

Per una migliore comprensione delle informazioni riportate attivando il link Brevi informazioni sulla Sarcoidosi potrete accedere ad una selezione di pubblicazioni sull'argomento.

Intervista


Dottor Ledda, può descrivere la sua attività attuale? Sono specialista in Tisiologia e Malattie dell’Apparato Respiratorio e specialista in Allergologia e Immunologia clinica. Svolgo la mia attività come Dirigente medico di I livello presso P.O. “R. Binaghi” - Asl 8 - di Cagliari, dove sono responsabile della struttura semplice: studio delle Malattie Interstiziali del polmone. Mi occupo prevalentemente di Sarcoidosi e di Malattie Interstiziali del polmone.

È riconosciuto che la sarcoidosi può causare disturbi al metabolismo del calcio (ipercalcemia e ipercalciuria), è consigliabile il monitoraggio di questi disturbi fin dai primi stadi della malattia?

In tutti gli stadi della sarcoidosi è senz’altro raccomandato, sia al momento della diagnosi della sarcoidosi sia in occasione degli esami di monitoraggio, un controllo della calcemia e della calciuria nelle 24 ore, insieme con un’ecografia renale. Questo a motivo del fatto che nel soggetto con sarcoidosi esiste una produzione di calcitriolo (1, 25-diidrossi-vitamina D3) da parte dei macrofagi alveolari attivati e le cellule dei granulomi sarcoidei. Il calcitriolo aumenta l’assorbimento intestinale di calcio determinando ipercalciuria (aumentata escrezione di calcio nelle urine), con o senza ipercalcemia, e conseguente rischio di sviluppare litiasi renale, nefrocalcinosi e insufficienza renale. Per questo è da evitare anche l’eccessiva esposizione alla luce solare, specialmente al mare o in montagna nel periodo estivo, che può ulteriormente aumentare la quota di calcitriolo.

Dalla sua esperienza e da letteratura, è possibile osservare particolari incidenze stagionali? E cosa si può consigliare per quanto riguarda lo stile di vita dei pazienti?

Alcuni studi hanno osservato un’incidenza stagionale di casi di sarcoidosi in inverno e all’inizio della primavera. Questi studi riportavano: a Londra il picco d’incidenza della sarcoidosi tra marzo e maggio, ad Atene da marzo ad aprile, in Finlandia da gennaio a giugno e in Giappone tra marzo e agosto.
Tuttavia, certamente occorrono ulteriori studi al riguardo per avere dati definitivi. La maggior parte delle persone con sarcoidosi può condurre una vita normale. È importante, tuttavia, la prevenzione della litiasi renale e della nefrocalcinosi ed un controllo dei possibili effetti collaterali della terapia corticosteroidea. Pertanto sono da evitare le diete ricche di calcio e di vitamina D, i cibi ricchi di ossalati e l’eccessiva esposizione alla luce solare. Durante la terapia corticosteroidea è bene evitare anche diete ricche di sodio, di zuccheri semplici e complessi. Allo stesso tempo occorre tenere sotto controllo il peso e la pressione arteriosa.
I corticosteroidi, infatti, possono causare: ritenzione idrica e salina, alterazioni del metabolismo glucidico, aumento del peso e innalzamento della pressione arteriosa. I pazienti con sarcoidosi non devono fumare né devono esporsi a polveri e a sostanze chimiche che, se inalate, possono danneggiare ulteriormente un apparato respiratorio già compromesso dalla malattia.

Quali consigli alimentari si possono dare per il miglioramento della funzionalità del Sistema Immunitario? Quali cibi in particolare e che tipo di rigidità nella dieta?

È noto che i bambini malnutriti presentano un elevato rischio di incorrere in infezioni gravi. Una popolazione sottoalimentata mostra un più elevato rischio di infezioni rispetto ad un’altra che si alimenta in modo regolare. La mancanza di calorie e di proteine influisce negativamente su tutti gli elementi del sistema immunitario. In altre parole, determinati nutrienti sono necessari per una buona risposta immunitaria. Si è visto che zinco, ferro, rame, selenio, vitamina A, B6, C ed E svolgono tutti dei ruoli fondamentali nel mantenimento di un’ottimale risposta immunitaria. La maggior parte di questi nutrienti è contenuta nella frutta, verdura, cereali integrali, noci e semi oleosi. Ossidanti sono prodotti dal normale metabolismo cellulare, in corso di processi patologici (es.: le infiammazioni, le infezioni) o possono essere introdotti dall’esterno (es.: fumo di sigaretta, sostanze tossiche). Gli ossidanti, detti specie reattive dell’ossigeno (ROS) o più comunemente radicali liberi, sono responsabili del danno ossidativo a livello tessutale e a carico delle cellule immunitarie. Pertanto è indispensabile che i radicali liberi siano contrastati da un’adeguata quota di antiossidanti. La dieta produce la maggior fonte di antiossidanti nel corpo. Svolgono azione di schermo antiossidante la vitamina A – beta carotene, la vitamina C - acido ascorbico, la vitamina E – tocoferoli, glutatione.

Tali sostanze sono contenute nei seguenti alimenti:
Vitamina A nelle patate dolci, carote, crescione, broccoli, cavolo, zucca comune, mango, melone, pomodoro, albicocche; Vitamina C nel limone, carote, crescione, broccoli, cavolfiore, peperoni, fragole, arance, piselli, mango, melone, zucca, pomodoro, uva, kiwi;

Vitamina E nelle patate dolci, semi e frutta secca, tonno, sardine, salmone, germe di grano, piselli, fagioli; Glutatione nell’avocado, cocomero, spinaci, asparagi, pompelmo, patate, pomodori, fragole, arance, melone, carote, pesche, papaya, melograno.

In diversi studi si è visto che gli acidi grassi omega 3, una categoria di acidi grassi essenziali, riescono a modulare in maniera efficace la risposta immunitaria e infiammatoria. Gli omega 3 sono contenuti in diverse varietà di pesce (aringa, salmone, sgombro, pesce spada, acciuga e trota), negli olii vegetali (soia, girasole, oliva, lino), nelle noci e nei legumi. Per essere accettata e seguita una dieta non deve stravolgere le abitudini alimentari del soggetto. D’altra parte il beneficio di una dieta che ha lo scopo di migliorare la funzione del sistema immunitario non può essere valutata nel breve termine. Pertanto non potrà essere rigida. Nel nostro caso si tratta quindi di un’educazione alimentare, di uno stile di vita dietetico, da acquisire, assimilare e migliorare. Il soggetto deve essere coinvolto in modo consapevole ad imparare la gestione autonoma del regime dietetico indicato.

Che tipo di raccomandazioni, in ambito alimentare, si possono dare alle pazienti affette da sarcoidosi durante il periodo di gravidanza e allattamento?

Particolare attenzione deve essere rivolta al metabolismo del calcio che nella gravidanza può essere alterato e per questo va monitorato. Particolare attenzione va riservata all’eccessiva assunzione di calcio e di vitamina D3.

Esistono dei rischi particolari per lo sviluppo ottimale delle ossa dei feti in donne affette da sarcoidosi?

Al momento non mi risulta che un’interferenza diretta della sarcoidosi sullo sviluppo osseo fetale sia stata documentata in letteratura. L’incidenza di aborti o malformazioni è simile a quello della popolazione normale.

Bibliografia


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Sarcoidosi ed alimentazione: Intervista al Dottor Marcello Ledda. - Sarcoidosis and alimentation: interview with the Doctor Marcello Ledda. by Ramistella L. is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia License.