Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche
Webzine Sanità Pubblica Veterinaria: Numero 50-51 Dicembre 2008 [http://www.spvet.it/] ISSN 1592-1581
Documento reperibile all'indirizzo: http://www.spvet.it/arretrati/numero-51/001d.html


torna alla copertina della rivista
torna all'indice generale di SPV


The Impact factor of scientific publications as measures of the Institute research quality: a programme for the 2009 - L'impact Factor delle pubblicazioni come indice della qualità della ricerca istituzionale: un programma per il 2009.


Fruttini L.


Abstract.The importance of the use of the ISI Impact Factor index is discussed. Inconsistencies of this bibliometric parameter is mentioned and put in evidence his possible applications to the optimization of the research activity at he Zooprofilattico Experimental Institute UM.
Application of the IF to the activities of research allows the monitoring of the scientific performance of the lab-structures of an Institute and the scientific productivity of researchers as well (IF radiography). All that may be useful in order to manage and promote the scientific activities of an Institute of research.
The training on the IF is certainly one of the most important instruments ti improve the scientific performance of the scintists and the capability to attract funds for the Institute's. research and trainin programs.

Gli indici bibliometrici, in particolare l'Impact Factor, costituiscono ormai una specie di marchio di qualità "de facto", per valutare il grado di avanzamento di ogni istituzione e possono essere, come in effetti avviene, stimati in relazione a quanti lavori impattati l'ente di ricerca riesce a produrre in un determinato periodo.
Tutto ciò dipinge uno scenario con luci ed ombre equamente distribuite.
Il discorso sull'indice elaborato dall'ISI Institute for Scientific Information (http://isiknowledge.com/) è complesso e non sfugge all'attenzione degli addetti ai lavori come questo parametro mostri notevoli pecche e sia attualmente considerabile non tanto come panacea ma come compromesso, forse "il minore dei mali possibili", per dare una valutazione alla ricerca (una disamina molto critica sull'indice è contenuta nel lavoro di F. Talamanca: L'Impact Factor nella valutazione della ricerca e nello sviluppo dell'editoria scientifica; in IV Seminario - Sistema Informativo Nazionale per la Matematica. Lecce, 2 ottobre 2000.http://siba2.unile.it/sinm/4sinm/interventi/fig-talam.htm).

L'IF costituisce un modo per determinare l'attività di un ricercatore, di un gruppo di ricerca, di una specifica struttura all'interno di una istituzione o dell'istituzione stessa nel suo complesso.
In questo "gioco" sono stati indirettamente investiti milioni di Euro. In ogni Paese tecnologicamente avanzato è all'opera uno stuolo di professionisti che, utilizzando questo indice, creano letteratura in grado di influire sulla quota di finanziamento riservata alla ricerca. I bibliotecari, dal canto loro, con limitati investimenti cercano di assicurarsi le riviste a maggior impatto dagli Editori, operando come sulla classica coperta che se protegge le spalle lascia i piedi all'aria. A torto o a ragione, si spende molto per acquisire riviste ad elevato IF e per pubblicare su di esse i propri articoli. Questo processo è in parte facilitato dal fenomeno della concentrazione editoriale grazie al quale, per ogni disciplina, sono relativamente poche le riviste rappresentative a livello mondiale (a cui ovviamente corrisponde un elevato fattore di impatto). Questi e-journal "polarizzano" l'attenzione dei ricercatori, grazie ai giudizi dell'ISI diventano luoghi considerati "prestigiosi" sui quali inserire i propri lavori. In ultimo sta sempre al bibliotecario mediare questa situazione ed operare le scelte giuste per valorizzare al meglio i fondi a propria disposizione.
Anche i ricercatori partecipano attivamente a questa selezione. Attraverso il Journal of Citation Reports - JCR (http://isiknowledge.com/jcr) è infatti immediata la possibilità di conoscere l'IF di ogni singola rivista e regolarsi di conseguenza nella scelta della testata su cui pubblicare.

immagine Centro Latte IZSUM


Questa situazione è forse transitoria, o quanto meno in divenire.
Ci sono importanti iniziative internazionali come DOAJ - Directory of Open Access Journals ed italiane quali Dspace ISS (http://dspace.iss.it/dspace/) dell'Istituto Superiore di Sanità che promettono di superare, nel tempo, il problema della accessibilità e della valutazione della ricerca diffondendo la politica Open Access.
In altri Paesi come gli Stati Uniti, ci sono state iniziative del Governo (come pure di prestigiose istituzioni universitarie, ad esempio la Harvard University nel 2008), che hanno spinto fortemente a favore della maggiore accessibilità delle pubblicazioni, tanto da obbligare a rendere liberamente fruibili i risultati della ricerca finanziata con fondi pubblici.
Alla fine tutto comunque ruota intorno all'indice di impatto.

L'applicazione di indicatori bibliometrici a criteri di valutazione della ricerca pubblica, attribuisce fondi e garantisce progressioni di carriera "prioritariamente" a chi diffonde i propri lavori sul pool di riviste "monitorate" dall'ISI.

Non intendiamo affermare che ciò sia di fondo sbagliato. Il fatto stesso che il "fattore di impatto" delle riviste scientifiche sia nato in ambito strettamente bibliotecario (anche se con scopi lontani da quelli oggi applicati nelle istituzioni pubbliche), lo rende uno strumento particolarmente efficace ed anche utile per coloro che operano all'interno degli enti di ricerca.

Dato che l'indice di impatto è esplicitamente legato alla valutazione della qualità dei lavori scientifici, c'è una correlazione tra IF, quantità e qualità delle pubblicazioni e fondi assegnati alle strutture di ricerca dal Ministero.
L'indice bibliometrico in questione è pertanto una specie di leva sulla quale agire per dirigere l'attività scientifica in concreto, rappresentando (seppure in modo giudicato dallo stesso Garfield inappropriato) una valutazione della bontà del lavoro del ricercatore ed il valore scientifico dell'Istituzione di ricerca.
Accettando, pure con le dovute riserve, questa logica il servizio bibliografico dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche si prefigge di incentrare parte delle attività del prossimo anno nel fornire, all'interno dell'istituzione, le conoscenze finalizzate ad incrementare la diffusione dei dati della ricerca dell'Ente, utilizzando l'IF come indicatore generico di avanzamento del progetto.

L'attività verrà svolta prevalentemente nei seguenti ambiti:
A tal riguardo è fondamentale far conoscere iniziative come RoMEO - Rights MEtadata for Open archiving, che consentono, pur tenendo in considerazione l'esigenza di avere un elevato IF, di scegliere la rivista con la politica editoriale più adatta a garantire la massima diffusione dei lavori pubblicati (possibilità di dare alle stampe pre-print e post-print). Naturalmente l'obiettivo prioritario è quello di valorizzare quanto più possibile la ricerca istituzionale: I dati sull'IF costituiranno la "materia prima" per una radiografia funzionale dell'Ente e caso di studio sulla incidenza dell'utilizzo delle risorse bibliografiche rispetto alla produttività della ricerca in termini di pubblicazioni. Da questo caso di studio auspicabilmente sarà possibile trarre indicazioni su quella che dovrà essere la politica di ricerca ed editoriale di un ente pubblico in un ambito, quello sanitario, fortemente soggetto a monopoli editoriali, che si avvalgono anche degli indici bibliometrici ("potere valutativo") per imporre prezzi e condizioni di acquisto.



Creative Commons License
L'Impact Factor delle pubblicazioni come indice della qualità della ricerca istituzionale: un programma per il 2009 - The Impact Factor of scientific publications as measures of the Institute research quality: a programme for the 2009. by Fruttini L. is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale 2.5 Italia License.