Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche
Webzine Sanità Pubblica Veterinaria: Numero 43, Agosto 2007 [http://www.spvet.it/] ISSN 1592-1581
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History of Civil Service
Storia del volontariato


Meloni F.


Abstract: In this article the history of the solidarity activities and of the voluntary service in Italy is discussed. Forms of solidarity in the traditional communities has been examined. They represent the former examples of modern form of Civil Voluntary Services coming from the mutual aid concept and from the private philanthropy. These actions come from the beneficence and mutual assistance between people belonging to the same social class, "are overcome from the development of the Welfare state. Notwithstanding, the public administrations could not intervene in all cases in which there is need of a solidarity action. Therefore associations of volunteers develops and rises the National Office for the Civil Service. These organizations to perform a systematic work, becoming precious partner for the Government.

L'azione solidale, disinteressata, gratuita, volta a beneficiare individui che non siano familiari o amici, può essere individuata in ogni comunità umana, ma il volontariato nella sua accezione odierna è frutto di un'evoluzione progressiva svoltasi nelle varie epoche.

La solidarietà: dalle comunità tradizionali al volontariato moderno
Nelle società tradizionali primeggiano azioni di tipo comunitario che differiscono per motivazioni e origini dalle forme di volontariato odierne.
Gran parte delle società umane sono state "meccanicamente" solidali, là dove una componente essenziale era il raggiungimento del bene comune, da conquistare non solo con l'adempimento del proprio compito, ma anche offrendo soccorso e protezione ai gruppi più deboli della comunità.
L'azione solidale si configura come un fondamento per la stessa sopravvivenza della comunità.
Questa solidarietà può essere definita privata, perché è inscindibile dal senso di appartenenza e dalla condivisione di una specifica identità, valida nell'ambito dei confini materiali e culturali entro cui la comunità (un feudo, un villaggio, un quartiere, una congregazione religiosa) vive e prospera, perciò per usufruirne bisogna appartenere al gruppo, il che esclude i non membri.
Esempi di comunità simili sopravvivono anche dentro l'attuale economia di mercato; esse si sviluppano sulla base del vicinato, del quartiere di residenza, del piccolo paese o della comune appartenenza etnica.
Con l'affermarsi dell'economia di mercato in età moderna, gli individui sono più mobili, non solo fisicamente ma anche socialmente, ciò ha portato le piccole comunità alla scissione o alla chiusura in se stesse, con un conseguente indebolimento del senso di solidarietà.

Allontanandosi dai confini delle comunità, l'azione solidale volontaria si ridefinisce e si sviluppa tra individui che condividono la stessa condizione sociale.
Nasce così il volontariato moderno che si basa sulla protezione tra simili (stesso stato sociale) ma è attento anche alla cura dei ceti meno abbienti.
In una società individualizzata dove prevarica il principio utilitaristico, il volontariato si poggia su due qualità inedite:

1) diviene un fenomeno associativo e organizzato. La forma organizzata dà maggiore efficacia all'azione volontaria, inoltre il volontariato diviene un movimento associativo riconosciuto socialmente, apprezzato dalle istituzioni e dai cittadini. La forma associativa organizzata consente anche un'azione volontaria più affidabile e continua.

2) Il volontariato non si presta solo all'interno dello stesso ceto sociale ma interessa anche gli estranei, perché motivato da determinate culture civili e da credenze morali e religiose che conferiscono notevole valore al fatto di prestare aiuto nei confronti degli altri.

Mutuo soccorso e filantropia privata
Le due peculiarità precedentemente descritte, in età moderna, si esprimono in due forme distinte: il mutuo soccorso, l'aiuto reciproco e organizzato tra individui che svolgono lo stesso mestiere e appartengono alla stessa categoria sociale e la filantropia privata, svolta da cittadini appartenenti ai ceti più ricchi per soccorrere gli individui più svantaggiati (soprattutto poveri, mendicanti ed emarginati).
Ambedue queste forme hanno origine in epoca medioevale.

Il mutuo soccorso è una sorta di evoluzione delle corporazioni delle arti e mestieri, mentre le iniziative filantropiche traggono origine dalle azioni caritatevoli e beneficenziali delle congregazioni religiose e di personalità ricche ed influenti a capo delle comunità cittadine.
In Italia il successo del mutuo soccorso si verificò alla fine del XIX secolo, grazie all'affermarsi dell'ideologia socialista e cattolico-sociale: la sua azione si estese oltre la funzione corporativa, offrendo, oltre alle attività originarie, assicurative e finanziarie, una protezione minima contro la malattia e l'invalidità attraverso la costituzione di fondi a contribuzione volontaria e organizzando anche un'attività ricreativa (creazione di spazi per il dopolavoro).

Con l'avvento delle assicurazioni nazionali per malattia e invalidità, le società di mutuo soccorso persero molto del loro valore come aiuti economici e di sostegno, anche se perdurarono sotto forma di movimenti sindacali.

Le iniziative filantropiche, sempre nel XIX secolo, conobbero anch'esse una metamorfosi, dovuta all'aumento della povertà e dell'emarginazione sociale determinata dall'industrializzazione. Le più significative furono le Opere Pie promosse da ordini religiosi e da importanti personalità ecclesiastiche come don Bosco, don Guanella, don Orione. Queste iniziative traevano origine più da un "dovere morale" da parte di coloro che prestavano soccorso che da un diritto all'assistenza di chi si trovava in difficoltà.

"Welfare state" e volontariato
Il XX secolo vede il consolidarsi del welfare state. L'inasprirsi delle lotte sociali e l'istituzionalizzazione dei sindacati, incitano l'amministrazione degli stati nazionali ad un intervento sistematico in campo sociale. Viene istituita l'assicurazione obbligatoria contro la malattia, la vecchiaia, la disoccupazione. In Europa, la previdenza sociale così costituita sostituisce gli interventi solidali precedentemente svolti dagli ordini religiosi caritatevoli e dai mutui soccorsi.
Solo in Italia e in Spagna, paesi a forte tradizione cattolica, le istituzioni pubbliche non hanno tolto spazio alle iniziative assistenziali di impronta religiosa, che possono anche contare su un sostegno finanziario pubblico.
In linea di principio, lo sviluppo del welfare state delinea il superamento della beneficenza da parte dei ceti privilegiati verso quelli più poveri, in favore di una redistribuzione della ricchezza, svolta dallo Stato in base al principio dell'eguaglianza di tutti i cittadini, una sorta di protezione pubblica verso chiunque, indipendentemente dalle opinioni, dai modi di vita, dai culti religiosi.

L'incremento dell'intervento pubblico non ha tuttavia eliminato o svalutato il volontariato, sia perché l'azione statale non è completamente efficace, sia perché non prevede tutte le aree di intervento che necessitano dell'azione solidale.
Perciò il volontariato è comunque necessario e si incarica di una funzione di supporto e di completamento dell'intervento pubblico e privato.
Secondo Lord William Beveridge, noto economista britannico, non ci deve essere sovrapposizione tra l'attività dello Stato e l'intervento volontario: il primo deve elargire una copertura universalistica dei bisogni della popolazione, mentre ai volontari competono l'offerta di servizi addizionali e la sperimentazione di interventi innovativi.
Quest'ultima definizione si sposa adeguatamente a quel tipo di progetti promossi dall'Ufficio Nazionale per il Servizio Civile italiano, di cui parleremo successivamente, che prevedono l'impiego di volontari per interventi solidaristici, nei quali il volontario non assolve al servizio pubblico ma costituisce un valore aggiunto.

Il volontariato oggi
Intorno agli anni Settanta, in Italia, si assiste all'emergere di un nuovo tipo di volontariato, estraneo alle ideologie politiche dei movimenti sindacali e alle credenze etiche degli ordini religiosi.
Alla politicità e all'ideologia, questa nuova forma di organizzazione volontaria solidale contrappone un impegno più concreto, un sostegno immediato, efficace, continuo e sistemico verso i bisogni sociali.
I "nuovi" volontari perseguono il lavoro quotidiano a contatto diretto con gli individui bisognosi ed emarginati.
Le nuove organizzazioni sono in grado di rispondere quasi in tempo reale ai disagi emergenti sul territorio e divengono un partner insostituibile dell'amministrazione pubblica per rispondere a nuove esigenze quali la tossicodipendenza, la tutela dei portatori di handicap, il disagio giovanile, i sieropositivi al virus dell'HIV, l'assistenza agli anziani.

L'impianto assistenzialistico tradizionale viene criticato e abbandonato, sostituito da un volontariato che è tutela e rappresentanza delle categorie sociali meno interessate dai benefici del welfare state.
Le responsabilità del volontario si basano sul riconoscimento del diritto morale e sociale degli emarginati ad essere assistiti e reinseriti nella società.
Questa condivisione con gli ultimi diviene anche una forte strategia "terapeutica" e un nuovo modello di convivenza sociale, antitetico alla burocrazia dello Stato, incapace di leggere certe situazioni di malessere.
Vengono criticate anche le grandi istituzioni caritatevoli che restano in mano a ristrette leadership religiose, "colpevoli" di offrire aiuto solo a chi si uniforma ai loro principi.

Il nuovo impegno volontario appare laico, motivato dall'impegno civile e dalla partecipazione sociale attiva.
Il volontario per rapportarsi e collaborare con l'amministrazione pubblica, deve possedere certe competenze. Il suo lavoro oltre ad implicare una scelta do ordine morale, deve prevedere anche una preparazione specialistica che viene messa a disposizione della collettività.
Professionalità, programmazione, strutturazione, sono gli imperativi da seguire fedelmente. Proprio grazie a questi principi, i nuovi gruppi vengono adottati dalle istituzioni per coadiuvare l'intervento pubblico e gestire servizi ad elevata complessità: tutela dei diritti, assistenza specializzata, assistenza domiciliare, intervento terapeutico-riabilitativo, tutela dell'ambiente, pronto soccorso, counselling (prevenzione del disagio individuale e collettivo), tutela del patrimonio artistico, educazione e promozione culturale, protezione civile.

La metamorfosi verso la concezione specialistica, rende il volontariato e l'impegno solidale, un'opportunità per diversi soggetti sociali, quali professionisti, operatori sociali, giovani in cerca di una qualificazione professionale e consente agli enti di attrarre risorse e competenze più qualificate che in passato.
Il volontariato diviene così una componente permanente e stabile della nostra società civile e viene consolidato nel 1991 con la promulgazione di una legge-quadro (266/1991) che offre una definizione dei soggetti, stabilisce alcune agevolazioni fiscali alle organizzazioni e ne regola i rapporti con le istituzioni pubbliche.

Secondo la legge 266/1991, le caratteristiche delle associazioni di volontariato sono: gratuità assoluta delle prestazioni fornite dai volontari; divieto di retribuzione degli operatori soci delle associazioni; democraticità della struttura; elettività e gratuità delle cariche associative. Le associazioni più conosciute che rispondono a queste caratteristiche sono: AVIS, Telefono Azzurro, Telefono Amico, AUSER, ANPAS, Aquilone Blu.
Esistono anche enti, come la CARITAS e la Croce Rossa che, tecnicamente, non sono giuridicamente organizzazioni di volontariato, perché non autonomi, parastatali o sotto il controllo di Istituzioni, dove operano molti volontari accanto a persone retribuite. Altre come l'ARCI, ACLI, Lega Ambiente, retribuiscono i propri soci ma possono avere anche volontari che coadiuvano il personale stipendiato.

Un importantissimo promotore di servizi di volontariato è l'Ufficio Nazionale per il Servizio Civile.

Erede naturale dell'obiezione di coscienza, viene istituito il 6 Marzo del 2001 con la legge n. 64 che costituisce un Servizio volontario della durata di 12 mesi, per i giovani dai 18 ai 28 anni che intendono compiere un percorso di formazione sociale, civica, culturale e professionale, attraverso un'esperienza di solidarietà sociale.

Il Servizio Civile Nazionale è finalizzato a:

- concorrere alla difesa della Patria con mezzi ed attività non militari;
- favorire la realizzazione dei principi costituzionali di solidarietà sociale;
- promuovere la solidarietà e la cooperazione, a livello nazionale ed internazionale, con particolare riguardo alla tutela dei diritti sociali, ai servizi alla persona ed alla educazione alla pace fra i popoli;
- partecipare alla salvaguardia e tutela del patrimonio della Nazione, con particolare riguardo ai settori ambientale, forestale, storico-artistico, culturale e della protezione civile;
- contribuire alla formazione civica, sociale, culturale e professionale dei giovani mediante attività svolte anche in enti ed amministrazioni operanti all'estero.
(informazioni tratte dal sito: http://www.serviziocivile.it)

Il Servizio Civile volontario offre ai giovani un'esperienza educativa e formativa, un'occasione di partecipazione alla cittadinanza attiva, un forte strumento per sostenere gli individui meno fortunati della società, contribuendo allo sviluppo, culturale, economico e sociale del Paese.
Gli enti che possono promuovere un progetto di Servizio Civile sono le amministrazioni pubbliche, le associazioni non governative, le associazioni no profit, che operano nelle seguenti aree di intervento: assistenza, protezione civile, ambiente, patrimonio artistico e culturale, educazione e promozione culturale, servizio civile all'estero.
Le strutture promotrici dei progetti devono firmare la carta di impegno etico (http://www.serviziocivile.it/area_istituzionale/cartaetica.asp) che obbliga gli enti a seguire fedelmente gli obiettivi del SCN e rappresenta un contratto inscindibile fra ente, SCN e volontari.
Il Servizio Civile Nazionale rappresenta una singolare ed originale forma di volontariato che unifica i principi di solidarietà, difesa della patria, crescita nazionale, diviene un serbatoio prezioso di partecipazione civile e uno strumento cruciale per fornire servizi aggiuntivi e di integrazione alle istituzioni.

Secondo il filosofo sociale Adam Seligman, il quotidiano impegno solidale delle nostre società si riduce ad una forma di rispetto dei diritti e della dignità fondamentale delle persone, oltre a ciò non abbiamo altre responsabilità nei confronti di altri cittadini e degli individui più deboli: di essi si occuperanno i servizi di welfare.
Il volontariato va oltre questa limitata solidarietà e si fonda sul desiderio concreto di rapportarsi all'altro, riconoscendolo non come individuo ma come "persona" e comprendendone le sue esigenze specifiche e la sua unicità. Il volontario persegue il benessere, il sostegno, il riscatto del più debole, anteponendo i bisogni degli altri ai propri, perciò il suo impegno diviene una solidarietà basata sull'altruismo e sulla generosità.
Attualmente il volontariato costituisce, oltre che un servizio solidale, uno dei mezzi più concreti di partecipazione alla vita collettiva del nostro Paese.
Una forma di cittadinanza attiva che procede al di là degli ordinari doveri civici e diviene attività diretta, espressa in prima persona, mirata al raggiungimento del bene comune.


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