Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche
Webzine Sanità Pubblica Veterinaria: Numero 42, Giugno 2007 [http://www.spvet.it/] ISSN 1592-1581
Documento reperibile all'indirizzo: http://spvet.it/indice-spv.html#377

torna alla copertina della rivista
torna all'indice generale di SPV

On the Massimo Carlotto e Francesco Abate novel "I trust You"
Recensione del romanzo di Massimo Carlotto e Francesco Abate "Mi fido di te"


Meloni F.


Abstract: This essay is about the novel "I trust of you", of Massimo Carlotto and Francesco Abate. The book is about the food sophistication that represents one of the greater worries for the citizens. The article proposes, beyond to the critique of the novel, a realistic picture of the criminal world, connected to the food sophistications. There is also a short history of these frauds, along with the fundamental laws to preventi and fight it, the list of the common food frauds assessed in Italy.

Scheda bibliografica:

"- …sono un paio di giorni che ho una strana nausea, spossatezza, emicrania, e poi… scusa se te lo dico, non faccio altro che andare di corpo. Una cosa tremenda. - Intossicazione… - provai a suggerirle. - No, no, un mio amico mi ha detto che il suo medico gli ha detto che mezza città è nelle mie stesse condizioni. Pare sia un virus. Quest'anno l'influenza prende così… Non la volli contraddire. Non provai neppure a ribattere. Quelli erano i chiari sintomi di un'intossicazione alimentare…".

Non è un medico Gigi Vianello, protagonista del nuovo romanzo di Massimo Carlotto scritto a quattro mani con Francesco Abate, ma è uno specialista nel diagnosticare le intossicazioni alimentari, perché in molti casi è lui "il batterio" che le provoca.
Cibi con uova marce, muffe e vermi, grano inquinato da ocratossina, latte contenente diossina e Isopropyl Thioxanthone, sono solo alcuni degli eclatanti casi di sofisticazione alimentare emersi negli ultimi mesi, che sommati alle emergenze passate quali influenza aviaria, mucca pazza, vino al metanolo, hanno contribuito a sensibilizzare l'opinione pubblica in materia di sicurezza alimentare.

Il romanzo di Carlotto e Abate si inserisce in questo contesto e si snoda negli intrichi dell'adulterazione alimentare, grazie all'utilizzo del noir, genere letterario di cui Carlotto è maestro riconosciuto, particolarmente adatto ad investigare quella sfera grigia di collusione tra il mondo criminale e quello della gente perbene, i "regolari" come li chiama l'autore.
Difatti il protagonista Gigi Vianello, ex spacciatore di ecstasy nel nordest che a causa di una serie di circostanze decide di emigrare in Sardegna, si occupa dello smistamento di ogni sorta di alimento "contraffatto" procuratogli da produttori e distributori senza scrupoli.

Il mondo della distribuzione alimentare garantisce un illimitato numero di punti vendita e una miriade di prodotti, un mercato vastissimo adatto ad essere violato, intrufolando tra gli articoli "buoni", quelli sofisticati.
Poche regole ma ben precise vengono seguite dai furfanti del cibo per gestire al meglio questo tipo di truffe: i prodotti pericolosi per la salute non devono superare il 20% delle partite, un minimo di qualità è necessaria non solo per offrire una copertura adeguata al commercio illegale ma anche per evitare che i consumatori "in massa" subiscano danni e uno scandalo rovini la piazza.
Inoltre, sempre per non alimentare scomodi clamori, il cibo sofisticato non va accumulato in un particolare esercizio ma deve essere distribuito in piccole quantità e nel maggior numero possibile di negozi e supermercati.

Gigi è un tipo superficiale, ma allo stesso tempo affascinante, brillante e ambizioso, caratterizzato da una particolarità genetica, l'eterocromia dell'iride. Punta esclusivamente al guadagno e al successo personale da raggiungere con ogni mezzo necessario e riesce nel suo intento fino a quando un errore di valutazione, una debolezza, non lo fa sprofondare in un vortice di eventi avversi, in cui vecchi e nuovi fantasmi lo spingono sempre più a fondo.

Genio dell'alimento sofisticato di cui conosce ogni aspetto, Gigi sa di dover evitare quel tipo di cibo e, paradossalmente, diviene proprietario di un ristorante di autentica qualità dove non esiste rischio di intossicarsi, si mangia pesce fresco rigorosamente di giornata, si beve acqua minerale scozzese.
Nei suoi pensieri risiede un impianto dottrinale degno di un dottore in Scienza dell'Alimentazione: critiche all'industria alimentare, disinteressata alla qualità ma responsabile di spendere venti milioni di dollari l'anno in additivi chimici per cambiare sapore e colore al cibo, si alternano a condanne del sistema moderno reo di aver cambiato il gusto delle persone imponendo loro un regime alimentare di scarsissimo livello ( " - Chi vuole mangiare cibo buono e sano non solo deve spendere ma deve anche imparare a capire cos'è la qualità").
La sua esperienza lo porta ad essere fin troppo prudente riguardo a ciò che mangia, tanto da sottrarsi al cibo dei catering presenti alle feste di lusso.

Gli alimenti di malaffare riportati nel romanzo sono frutto di una accurata ricerca documentale effettuata dagli autori sulle pagine di cronaca degli ultimi anni. E' una specie di galleria degli orrori: il "menù" prevede grano duro inquinato con ocratossina (una sostanza tossica e carcinogena), riso munito di false certificazioni OGM-free. Passando al secondo piatto, abbiamo polli contaminati da Campylobacter (un batterio che causa gastroenteriti) o trattati con cloramfenicolo (antibiotico cancerogeno per l'uomo). Se la carne non ci soddisfa abbiamo un "buon" piatto di pesce arricchito da vongole pescate in zone vietate, adiacenti alle industrie chimiche, contaminate da Escherichia coli, coliformi fecali e varie sostanze cancerogene. Ci facciamo un semplice panino? Rischiamo di imbatterci in prosciutti scadenti importati dall'est europeo e marchiati come prosciutti italiani di qualità. Cerchiamo di dimenticare tutto e buttiamoci sull'alcol: troviamo del vino basso costo che sebbene imbottigliato in vetro e munito di tappo di sughero, contiene vino solo per il 10%, il resto è composto da acqua, zucchero e vari additivi. Nemmeno il caffè si salva, perché può essere adulterato con scarti di cicoria, piselli e grano tostato destinati allo smaltimento. Nel nostro "squisito menù" annotiamo anche mozzarella alla somatropina (ormone della crescita ritenuto un acceleratore della replicazione delle cellule tumorali), pistacchi colmi di insetticidi, ritirati dal mercato ma poi riconfezionati, peperoncino manipolato con coloranti cancerogeni, pomodori con ben 8 pesticidi diversi, ovoprodotti composti da uova ammuffite, invase da parassiti, ripulite dalla putrescina e cadaverina, omogeneizzati e pronti da usare dalle industrie dolciarie.

"Mi fido di te" si configura come un racconto-inchiesta, un noir fortemente realistico, scritto con uno stile crudo e incisivo, che investiga intorno a dinamiche che le indagini giornalistiche non riescono a mettere in luce e riesce efficacemente ad accrescere il livello di attenzione del lettore-consumatore che risulterà più critico riguardo a ciò che mangia. Il veneficio alimentare appare analogo all'avvelenamento della morale, in una società dove sono sempre più gli individui disonesti che procedono sulla borderline tra crimine e legalità, il cui unico imperativo è l'accumulo di denaro a tutti i costi.

Cenni storici sulla sofisticazione alimentare

Le frodi alimentari esistono da sempre. Le prime valutazioni sulla salubrità degli alimenti risalgono al tempo degli egiziani, quando funzionari dei faraoni, per tutelarli dal rischio di avvelenamenti, avevano il compito di assaggiare il cibo e giudicarne la qualità.
Sempre in Egitto si raccomandava la bollitura delle carni per impedirne le frodi. Nel 1780 a.C. il re babilonese Hammurabi emanò la prima legge di interesse alimentare che vietava il commercio di birra annacquata. In India, 2000 anni fa, l'alterazione del cibo era alquanto diffusa, tanto che esistevano norme per combattere frodi nei cereali e nei grassi animali e nel IV secolo a.C. la vendita di grano adulterato veniva punita con la sfigurazione del colpevole.

Nell'impero romano era comune l'adulterazione dei vini: Plinio il vecchio denunciava che non era praticamente possibile bere vino "sano" e durante il governo di Augusto furono istituiti i Prefetti dell'Annona che dovevano vigilare su cibo e bevande.
Il vino veniva sofisticato anche nel Medio Evo, grazie all'aggiunta di sali di piombo per renderlo più dolce; per svelare l'inganno gli "alchimisti" medioevali inventarono un metodo imperniato sull'uso di stoffa imbevuta di solfito, che a contatto con il vino adulterato con piombo dava luogo ad una macchia nera.
Va detto che in tutte le epoche e sotto ogni tipo di governo sono state emanate leggi riguardanti il controllo della produzione e del commercio degli alimenti.

Nell'età moderna, con lo sviluppo scientifico, la sfera delle frodi alimentari si è fatta sempre più complessa. La chimica bromatologica si rivela come un'arma a doppio taglio: da una parte permette maggiori verifiche e agevola la scoperta di frodi, dall'altro ne avvantaggia la realizzazione.
Lo storico J. C. Drummond scrive che le frodi alimentari aumentarono tra il 1800 e il 1850, lasso di tempo in cui ebbero luogo importanti scoperte scientifiche in ambiti come la chimica, la medicina, la fisica. Nello stesso periodo F. Accum, chimico tedesco, pubblicò un volume sulle adulterazioni alimentari e la presenza di veleni nel cibo. Accum svelò l'aggiunta di solfato di ferro nella birra e di allume (sale misto di alluminio e potassio) nel pane. Evidenziò alcuni trucchi nella produzione di alimenti e il metodo della falsificazione del vino partendo dal sidro. Questa pubblicazione fece molto clamore perché convalidata dalla ricerca e dalle analisi chimiche e contribuì a sensibilizzare la stampa del tempo; la rivista medica Lancet, nel 1851, istituì una sorta di polizia scientifica (Scientific Detective Police) con l'incarico di smascherare le frodi alimentari.

In età contemporanea le adulterazioni alimentari rappresentano un problema grave e di forte attualità per le ripercussioni sanitarie, socioeconomiche, culturali e giuridiche che comportano.
In Italia lo scandalo più grave di sofisticazione alimentare scoppiò nel marzo del 1986: alcune aziende vitivinicole impiegarono il metanolo, un alcol fortemente tossico e dannoso per l'uomo, per aumentare la gradazione alcolica di vini di qualità scadente da destinare alla distillazione. I vini sofisticati furono invece acquistati nei supermercati di Lombardia, Piemonte, Liguria, da consumatori attratti dal basso prezzo. Morirono 19 persone e altre 15 subirono lesioni gravi ai nervi ottici.
Le prime norme emanate per combattere le frodi alimentari nel nostro Paese risalgono al 1908 e al 1917 e si occupavano di reati nella produzione di olio e vino, mentre nel 1925 si estese la tutela a tutti gli alimenti di maggior consumo.
L'articolo 32 della Costituzione Italiana sancisce che "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività […] ", normativa fondamentale su cui si basano le leggi che salvaguardano il cittadino in materia di frodi alimentari. In primo luogo vanno definite le specificità di tali "truffe":

La legislazione rigorosa intesa a combattere le frodi alimentari si avvia nel 1962, quando viene emanata la prima legge generale per il controllo igienico-sanitario degli alimenti e delle bevande, da cui derivano una serie di norme connesse ai controlli ufficiali, come il decreto legislativo n. 123 del 1993, relativo alle verifiche microbiologiche dei prodotti alimentari dirette a prevenire i rischi per la salute pubblica e a proteggere i consumatori. Il controllo si compie con una serie di operazioni tra i quali l'ispezione, il prelievo e analisi di campioni, il controllo dell'igiene del personale e riguarda tutte le fasi della produzione, della fabbricazione, della lavorazione, del magazzinaggio, del trasporto, della distribuzione, del commercio e dell'importazione.
A livello europeo il testo che oggi stabilisce i principi e i requisiti generali della legislazione alimentare e fissa le procedure nel campo della sicurezza alimentare è il Regolamento (CE) n. 178/2002 del Parlamento Europeo e del Consiglio (http://europa.eu.int/eur-lex/lex/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CELEX:32002R0178:IT:HTML). L'articolo 8 inerente alla tutela degli interessi dei consumatori cita testualmente:

La legislazione alimentare si prefigge di tutelare gli interessi dei consumatori e di costituire una base per consentire ai consumatori di compiere scelte consapevoli in relazione agli alimenti che consumano. Essa mira a prevenire le seguenti pratiche:

a) le pratiche fraudolente o ingannevoli;

b) l'adulterazione degli alimenti;

c) ogni altro tipo di pratica in grado di indurre in errore il consumatore.

Il Regolamento istituisce inoltre l'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), con sede a Parma, il cui compito è fornire consulenza scientifica su ogni aspetto riguardante la sicurezza degli alimenti e dei mangimi. L'EFSA è responsabile di valutare e fornire alla Commissione, al Parlamento Europeo e agli Stati membri, linee guida sulla legislazione comunitaria relativa agli alimenti e ha il compito di informare i consumatori sul rischio e la prevenzione alimentare, tramite pubblicazioni scientifiche e comunicati stampa.

Frodi alimentari più comuni in Italia (fonte: Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, Principali frodi agro-alimentari, Organi di controllo e modalità di accertamento, Roma, 2003.)

Settore vitivinicolo:

Aggiunta di acqua; impiego di zuccheri o alcoli estranei; uso di additivi, aromi e coloranti non consentiti; vini commercializzati con le denominazioni tutelate (DOC, DOCG, IGT) che non possiedono i requisiti fisici, chimici, organolettici o documentali.

Settore lattiero-caseario:
Formaggi preparati con l'uso fraudolento di latte in polvere o con caseina o caseinati al posto di latte naturale; impiego di latte di minor pregio rispetto a quello dichiarato in etichetta (es. latte vaccino al posto di latte di bufala); uso di formaggi scaduti; uso di caseina e burro per produrre formaggi a pasta filata; impiego di latte di origine geografica diversa da quella prescritta nei regolamenti per la produzione di formaggi a denominazione di origine o protetta; burro proveniente dal latte di bufala, di pecora o capra spacciato per burro proveniente da latte vaccino; utilizzo di coloranti e additivi non consentiti; uso di grassi animali o vegetali nella produzione di burro.

Settore degli oli:
Olio di oliva mischiato ad olio di semi trattato per nascondere le caratteristiche che lo renderebbero riconoscibile al controllo analitico; oli dichiarati come extravergini che in realtà risultano mescolanze di oli vergini raffinati; olio di semi colorato con clorofilla per sembrare olio di oliva; olio extra vergine di oliva prodotto in altri paesi ma venduto come olio italiano, perfino con denominazioni di origine; olio di oliva trattato con processi di disacidificazione (riduzione dell'acidità) e di deodorazione (per eliminare odori sgradevoli), per creare un olio a bassa acidità e privo di difetti organolettici, che viene spacciato come olio extravergine.

Settore del miele:
Miele prodotto con aggiunta illecita di acqua e zuccheri; miele con origine botanica diversa da quella dichiarata in etichetta; miele extracomunitario venduto come italiano o comunque di origine diversa dal dichiarato.

Settore dell'agricoltura biologica:
Prodotti etichettati come biologici ma ottenuti grazie all'uso di fertilizzanti, antiparassitari e sementi non consentiti; prodotti messi in commercio come prodotti biologici, con tanto di etichetta e certificazione di un organismo di controllo ma in realtà provenienti da agricoltura convenzionale; uso improprio di termini come "naturale", "bio", "eco", che invocano produzione biologiche, per pubblicizzare prodotti convenzionali; prodotti commercializzati come biologici senza che il produttore si sia sottoposto al regime di controllo.

Settore dei mangimi:
Commercializzazione di mangimi aventi una composizione chimica difforme dai valori dichiarati (impiego di materie prime diverse e di minor pregio rispetto a quelle dichiarate; impiego di additivi non dichiarati).

Settore dei sementi:
Specie di sementi appartenenti a varietà diverse da quelle dichiarate; commercio di sementi GM sprovviste della necessaria documentazione; sementi con requisiti di qualità varietale diversa da quella dichiarata in etichetta.

Settore conserve e pomodori:
Aggiunta di glucosio e zucchero complesso in pomodori maturi o di bassa qualità per abbassare il livello di acidità; aggiunta di addensanti per migliorare lo stato di stabilità e consistenza del prodotto e per nascondere l'uso di materie prime non idonee; aggiunta di coloranti artificiali quando il pomodoro non è maturo e impiego di sostanze antisettiche per garantire la conservazione del prodotto quando i pomodori sono affetti da malattie parassitarie; uso di prodotti vegetali diversi dal pomodoro come zucche, carote, prugne secche; dichiarazioni in etichetta diverse dalle caratteristiche reali relativamente a valori nutrizionali, peso, ingredienti; riutilizzo di prodotti scaduti, apportando modifiche alla data di scadenza sulle singole confezioni; indicazione sull'etichetta di un'origine fasulla rispetto a quella reale.

Settore delle uova:
Commercializzazione di uova sfuse prive di etichettatura; apposizione di etichette in giorni successivi a quelli della data di vendita che corrisponde a 21 giorni dalla deposizione; commercio di uova appartenenti a fasce di peso diverse da quelle dichiarate; commercio di uova che riportano una data di deposizione diversa da quella reale; indicazione sugli imballaggi di sistemi di allevamento delle galline diverso da quello reale.

Settore della pasta:
Produzione di pasta qualificata come semola di grano duro, invece prodotta con semolato (residuo e scarto della semola); produzione di pasta di semola di grano duro effettuata con sfarinati di grano tenero.

Settore degli agrumi (succhi di frutta):
Presenza minore del 20% (limite di legge) dei succhi di agrumi nelle bevande; uso di succhi sintetici nella preparazione delle bevande; presenza di sostanze e additivi illeciti come coloranti, acido malico, amminoacidi; succhi di arancia prodotti con una miscela non dichiarata di succhi di varie specie agrumarie.

Settore delle carni:
Uso di medicinali zootecnici non autorizzati; macellerie prive di autorizzazioni o con strutture inadeguate; carni prive di certificazione; carni straniere vendute come italiane; animali non registrati privi di marchi; nessuna applicazione delle norme anti-BSE.

Settore del pesce:
Molluschi provenienti da allevamenti abusivi in acque altamente inquinate; vongole con cariche macrobiche superiori ai limiti consentiti; tonno congelato venduto come fresco; mangimi scaduti utilizzati in allevamenti ittici; molluschi contaminati da coliformi fecali e rietichettati per celare la vera data di scadenza.

Conclusioni
Recenti sondaggi collocano la sicurezza alimentare tra le preoccupazioni maggiori del cittadino in quanto concerne il suo benessere psico-fisico, la sua qualità della vita.
A questa apprensione le istituzioni rispondono efficacemente grazie a controlli analitici ufficiali sempre più attenti e scrupolosi e grazie a normative atte a rendere sempre più trasparente la natura dei prodotti, la loro qualità, la loro tracciabilità, un esempio sono i regolamenti relativi alle etichette che si trasformano gradualmente per offrire informazioni ogni volta più esaurienti.
La natura umana è però cagionevole e di illeciti probabilmente ne vedremo fino alla notte dei tempi, specialmente se l'etica della società rimarrà imperniata sulla corsa al profitto senza limiti. Faccia a faccia con la frode il consumatore non è sufficientemente tutelato, ne è un esempio il caso del vino al metanolo: dopo 20 anni le vittime di questa sofisticazione non sono ancora state risarcite. Le aziende vitivinicole coinvolte, anche se hanno subito una condanna penale, sono fallite e di fatto sono impossibilitate a risarcire le vittime e le loro famiglie. Per questo motivo sarebbe opportuno che le autorità istituissero un fondo di garanzia per i consumatori colpiti dalle frodi alimentari in modo che siano completamente tutelati e ottengano giustizia.
Al cittadino che sfortunatamente si trovi coinvolto in episodi di frodi alimentari si consiglia di contattare gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali, le ASL, i NAS (Nucleo Anti Sofisticazioni oggi denominati Carabinieri per la sanità), le Regioni. Oltre a queste istituzioni ci si può rivolgere alle associazioni dei consumatori quali codacons (www.codacons.it), federconsumatori (www.federconsumatori.it), altroconsumo (www.altroconsumo.it), aduc (www.aduc.it), legaconsumatori (www.legaconsumatori.it).


L'Autore desidera ringraziare la Dottoressa Gina Biasini dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche per la revisione del testo e per i preziosi consigli.


Bibliografia

Carlotto M., Abate F., 2007. Mi fido di te, Einaudi.
Rizzati L., Rizzati E., 1999. Tutela igienico sanitaria degli alimenti e bevande e dei consumatori, Il Sole 24 ore.
Lanzola E., Piva G., 2004. Sicurezza in alimentazione. Dal campo alla tavola, Istituto Danone.
Drummond J.C., Wilbraham A., 1991. The Englishman's Food, Pimlico Edition, London.
Matossian M.K., 1989. Poison of the past. Molds, Epidemics and History, Yale University Press, New Haven .
Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, Principali frodi agro-alimentari, Organi di controllo e modalità di accertamento, Roma, 2003.

Sitografia

Europa, il portale dell'unione europea: http://europa.eu.int
Altroconsumo: http://www.altroconsumo.it
Legaconsumatori: http://www.legaconsumatori.it
Codacons: http://www.codacons.it
Wikipedia: http://www.wikipedia.it
La camera dei deputati: http://www.camera.it
Sicurezzadeglialimenti.it: http://www.sicurezzadeglialimenti.it


torna all'indice generale della Webzine

Creative Commons License
Questa opera è pubblicata sotto una Licenza Creative Commons.