Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche
Webzine Sanità Pubblica Veterinaria: Numero 41, Aprile 2007 [http://www.spvet.it/] ISSN 1592-1581
Documento reperibile all'indirizzo: http://spvet.it/indice-spv.html#370

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Communicating the Food Safety
Comunicare la Sicurezza Alimentare


Loprevite A.

Serie di informazione e divulgazione per i consumatori

Abstract: This work examines the thematic tied up to the Food Safety from the communication point of view. In the first place the role of the communication inside of the chain of Food factories have been discussed. Subsequently an essay that gives a critical evaluation of the main website edicated to the subject is carried on. In consequence the article examine the modalities with which mass media is dealing with food safety, and the space reserved on the newspapers and television. Finally the paper take into the account studies that faces thematic tied up to the communication and to the perception of the risk feed, with the definitions of "real risk" and "perceived risk."



Introduzione.

I numerosi allarmi sanitari susseguitisi nell'ultimo decennio, la diossina, la BSE e l'Influenza aviaria solo per citare i più clamorosi, hanno posto all'attenzione generale un tema, quello della Sicurezza Alimentare, divenuto col tempo di primaria importanza nell'ambito della salute umana; il clamore con il quale i principali organi di informazione hanno trattato questi argomenti non ha fatto altro che denotare un'esigenza informativa maggiore e più completa, che possa fugare i dubbi su problematiche di indiscutibile interesse pubblico.

Alla necessità di un'informazione maggiore, si è unito il bisogno di stabilire regolamenti che possano garantire un elevato grado di sicurezza applicabile a tutta la filiera alimentare, dalla produzione alla somministrazione. A tal proposito già nel 2000 l' Unione Europea è intervenuta con la stesura di un vero e proprio programma, sintetico ma abbastanza esaustivo nella definizione degli intenti, denominato "Libro bianco sulla sicurezza alimentare". Il regolamento, valido per tutti gli Stati facenti parte dell' Unione, esplica in 80 punti quelle che saranno negli anni a venire le tappe per costruire un efficiente sistema che garantisca la salubrità degli alimenti che, riprendendo la definizione data dall' Organizzazione Mondiale della Sanità, vedrà coinvolta l'intera filiera alimentare "dal campo alla tavola".

Il primo passo compiuto in questa direzione è stata la costituzione dell' EFSA, (European Food Safety Authority), ovvero l' Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare che, dal 2004, ha sede a Parma. L'Autorità ha il compito di monitorare l'effettivo rispetto dei regolamenti in tutti i paesi dell' Unione, e fornisce consulenza scientifica indipendente nonché una comunicazione chiara sui rischi esistenti ed emergenti; l'utilizzo del web (http://www.efsa.europa.eu), la programmazione di incontri e conferenze sui temi di più stretta attualità, la pubblicazione di lavori e progetti sono i mezzi principali di cui l'EFSA si serve per fornire un' informazione chiara e competente.

In seguito alla pubblicazione del Libro bianco sono stati definiti quelli che sono i parametri fondamentali per ridurre al massimo i rischi legati all'alimentazione. Il sistema HCCP, (Hazard Analysis and Critical Control Points, analisi del pericolo e punti critici di controllo), è lo strumento fondamentale per l'analisi dei rischi che caratterizzano il processo produttivo degli alimenti, e si basa sulla prevenzione dell'insorgenza del danno attraverso la valutazione e la definizione di tutti i pericoli a cui gli alimenti sono esposti; al fine di garantire la salubrità e la sicurezza degli alimenti
Con l'HCCP viene introdotto l'obbligo dell' autocontrollo aziendale, stabilendo un apposito pacchetto igiene e definendo un sistema di monitoraggio dei cosiddetti "punti critici" di controllo stessi. Divengono inoltre fondamentali in questo contesto i regolamenti sulla rintracciabilità del prodotto alimentare e la sua etichettatura. La rintracciabilità, definita dal regolamento CE 178/2002, è "la possibilità di ricostruire e seguire il percorso di un alimento, di un mangime, di un animale destinato alla produzione alimentare o di una sostanza destinata o atta ad entrare a far parte di un alimento o di un mangime attraverso tutte le fasi della produzione, della trasformazione e della distribuzione" ed ha lo scopo di far sì che tutto quello che entra nella catena alimentare conservi "traccia" della propria storia, definendo l'alimento come tale senza distinzioni di sorta.

I regolamenti sull' etichettatura sono stati resi omogenei in tutti i paesi dell'Unione con la Direttiva europea 2000/13, l'obbiettivo è quello di fornire un'informazione corretta e trasparente sul prodotto alimentare, senza indurre in errore il consumatore circa le caratteristiche dell'alimento, tutelando così gli interessi delle parti in un contesto di libero scambio delle merci.

L' attuale legislazione, prendendo spunto dal Libro bianco, ha stabilito con precisione i ruoli e i compiti di tutti i soggetti coinvolti nella filiera alimentare, dai produttori ai consumatori finali che, presa coscienza delle proprie responsabilità, assumono un ruolo attivo nel garantire la salubrità degli alimenti stessi. In quest'ottica diviene fondamentale il ruolo assunto dalla comunicazione, istituzionale e non, nell' informare i consumatori, i quali devono essere tenuti adeguatamente aggiornati sull'attività degli organismi istituzionalmente preposti all'assicurazione della salubrità degli alimenti, sulle nuove preoccupazioni in materia di sicurezza alimentare, sui rischi che certi alimenti possono presentare per determinati gruppi di persone, sulle ripercussioni a livello sanitario di un regime alimentare inappropriato.

Partendo da questi presupposti il presente lavoro riferirà sul ruolo della Comunicazione nell'ambito della Sicurezza alimentare; dagli strumenti informativi che disciplinano la filiera alimentare ai mezzi che gli organi istituzionali competenti utilizzano per veicolare le informazioni necessarie a garantire una maggiore sicurezza nel campo alimentare. Si cercherà, infine, di verificare le modalità con cui gli organi di informazione si occupano dell'argomento, analizzando gli studi in materia.

Discussione: Il ruolo della comunicazione e la rappresentazione della sicurezza alimentare nei diversi canali informativi: Web, stampa, radio - televisione.

In un sistema complesso come quello della filiera alimentare, costituito da vari passaggi nei quali operano diversi soggetti, diviene fondamentale il ruolo svolto dalla comunicazione; una comunicazione efficiente al proprio interno permette al sistema di funzionare correttamente, veicolando così un'immagine positiva e rassicurante anche all'esterno dove, in questo caso, è proprio la comunità costituita dai cittadini ad aver bisogno di una comunicazione puntuale e competente.

Sono state proprio le esigenze informative sulla sicurezza alimentare a portare alla stesura, da parte della Comunità Europea, del Libro bianco sulla sicurezza alimentare, un documento ufficiale che pone le basi per un sistema fondato sulla valutazione, analisi e comunicazione del rischio. E' infatti l'aspetto legato alla comunicazione del rischio che rappresenta la grossa novità apportata negli ultimi anni dalla nuova legislazione in materia; i disciplinari e i sistemi da applicare nelle varie fasi prevedono appunto un continuo aggiornamento delle procedure e la comunicazione puntuale alle autorità competenti sui risultati scaturiti dalle analisi effettuate. Le informazioni raccolte vengono messe a disposizione dei consumatori, che sono parte attiva della filiera alimentare, con un' opera di informazione ed educazione continua, senza la quale non si potrebbe chiudere correttamente il cerchio.

L'organo a cui è affidato il compito di monitorare il lavoro delle autorità locali è l' EFSA; l'Autorità Europea per la sicurezza alimentare ha dunque il ruolo cardine di porsi tra la Comunità europea e le autorità locali ma, oltre a quello che è il suo ruolo istituzionale, l' EFSA è anche la massima autorità per la divulgazione di quelle che sono le informazioni necessarie per essere aggiornati sui rischi alimentari, ed è l'organo competente dal quale partono le maggiori iniziative per una più corretta prassi igienica, rivolta sia ai produttori che ai consumatori. Tutti i principali organi istituzionali coinvolti nell'ambito della sicurezza alimentare, parliamo quindi della Comunità europea, dell' OMS (Organizzazione, Mondiale della Sanità), dell'EFSA, dei Governi dei paesi facenti parte dell'Unione, i Ministeri della Salute e delle Politiche Agricole, svolgono un' opera costante e dettagliata di informazione sul web.

L'informazione istituzionale affidata ai siti web ha il pregio di non essere filtrata dai media convenzionali e di risultare più concreta e chiara; i siti governativi ( come ad esempio: http://europa.eu, http://www.ministerosalute.it) dedicano alla materia sicurezza alimentare delle sezioni in cui sono ampiamente fornite documentazioni, iniziative, piani d'azione e si concentrano principalmente sull'aspetto normativo dell' argomento. Vi sono poi alcune pagine web curate da Enti pubblici facenti capo al Ministero della Salute, che affrontano l'argomento da un punto di vista più "pedagogico"; parliamo ad esempio dei siti delle ASL o degli Istituti Zooprofilattici che dedicano all'argomento approfondimenti non solo sulle normative igenico-sanitarie per i produttori, ma rivolgono ai consumatori, articoli, corsi, eventi per una maggiore educazione e una corretta prassi nel modo di consumare, conservare, cuocere gli alimenti, informando puntualmente sui rischi e i pericoli che una errata alimentazione può comportare.

Un discorso a parte lo merita il sito http://www.efsa.eu; curato direttamente dall'Autorità europea per la sicurezza alimentare, il sito costituisce il più completo canale informativo in materia sia per le aziende che per i consumatori e "fornisce consulenza scientifica indipendente nonché una comunicazione chiara sui rischi esistenti ed emergenti". La novità sta proprio nella consulenza scientifica indipendente , una voce autorevole e pienamente esaustiva che conferisce alle pubblicazioni presenti sul sito l' attendibilità necessaria per essere prese sul serio e, allo stesso tempo la garanzia di indipendenza da sistemi politici o lobby varie. La fruibilità gratuita che il web consente a queste informazioni fa si che siti come quello dell' EFSA possano costituire il cardine informativo essenziale affinché il progetto sicurezza alimentare possa compiersi correttamente. Sulla falsariga dell'EFSA, sono nati negli anni siti web interamente dedicati alla sicurezza alimentare, che si pongono come diretta emanazione di associazioni varie, dove ogni singolo aspetto legato all'argomento viene ampiamente trattato con approfondimenti spesso ben articolati, nei quali è possibile ricevere un' informazione sufficientemente esaustiva. E' questo il caso dei siti web http://www.sicurezzalimentare.net e http://www.sicurezzalimentare.it; il primo è realizzato da un gruppo di studiosi associati, biologi, nutrizionisti, dietisti, che offrono consulenza e trattano l'argomento spiegando passo dopo passo tutti gli elementi che fanno parte del concetto di sicurezza alimentare. Il secondo è invece legato all' Unione Nazionale Consumatori, e compie un'opera di aggiornamento puntuale sulle normative, gli eventi e i programmi per mantenere il consumatore sempre informato, fornendo anche utili links di altri siti internazionali che si occupano dell'argomento. Compiendo dunque una ricerca sul web è piuttosto semplice per il consumatore fruire di un'informazione puntuale, dettagliata e competente nell'ambito della sicurezza alimentare, il cui concetto viene comunicato sia dalle Autorità governative, che dagli enti pubblici e dalle associazioni varie, con uguale importanza sia in ambito nazionale che internazionale.

Informazioni verso i cittadini.
Il recente passato ha dimostrato come la comunità dei cittadini avesse bisogno di informazioni più chiare da parte di una comunità, quella scientifica, in precedenza poco propensa a farsi comprendere dal grande pubblico. Volendo enfatizzare il concetto, è stata proprio la mancanza di un canale comunicativo efficiente da parte della comunità scientifica a creare allarme eccessivo attorno ad argomenti come la BSE, spesso trattati dai media convenzionali in modo sensazionalistico. Prendendo come riferimento uno studio compiuto dall'osservatorio di Pavia sullo spazio dedicato dai media italiani alle agrobiotecnologie, ci si rende presto conto di come la tendenza di tv e carta stampata sia quella di orientare l'opinione pubblica verso dei concetti predefiniti. Nel caso preso in considerazione dall'osservatorio l'intervento dei media appare determinante nel conferire agli organismi GM un'accezione negativa, associandoli a termini e circostanze che mettono in campo un sistema valoriale in cui la salute dei consumatori viene messa in pericolo. Di contro vi è un'associazione del termine Bio a tutto ciò che è ritenuto salutare. Nel trattare la sicurezza alimentare il circuito dei mass-media mette in gioco quelli che sono gli elementi tipici dello spettacolo televisivo dove opinionisti prendono spesso il posto degli esperti, il cui parere passa spesso in secondo piano. I media tradizionali spesso dedicano maggior spazio ai temi legati alla sicurezza alimentare solo quando l'argomento è funzionale al raggiungimento di un audience elevato per poi far rientrare l'argomento nell'oblio. Sebbene l'informazione dei media tradizionali sia spesso frammentaria, parziale e, a volte, incompleta, l'attenzione con cui ci si è occupati di alcuni argomenti ha fatto si che tutto ciò che ruota attorno alla sicurezza alimentare sia oggi visto con maggior attenzione da parte di un opinione pubblica. Negli anni sono aumentate le esigenze informative, le quali hanno portato le autorità a creare dei canali appositi per un'informazione costante, quella più vicina al parere degli esperti, che sta trovando spazio anche nei canali televisivi e sulla carta stampata, ma che ancora non raggiunge il grande pubblico.

Si può dunque affermare che tv e carta stampata dedichino alla sicurezza alimentare un'attenzione non sempre costante, che raggiunge picchi massimi qualora si verifichino casi clamorosi, ma che viene abitualmente relegata a rubriche settoriali di minor seguito. Vi è infine l'informazione di enti ed associazioni umanitarie che intervengono qualora si verifichino importanti emergenze alimentari che coinvolgono i paesi in via di sviluppo; è il caso di associazioni come l'Unicef o Emergency, le quali producono materiale informativo in cui si fa grande utilizzo di illustrazioni esplicative facilmente comprensibili e sufficientemente efficaci nel denunciare il pericolo a cui le popolazioni sono esposte.

Studi ed approfondimenti sulle banche dati: la percezione del rischio alimentare.
L'esperienza degli ultimi anni in materia di sicurezza alimentare ha portato gli studiosi ad interrogarsi sul modo in cui la sicurezza alimentare viene sentita dalla comunità dei cittadini e quindi comunicata; vi è infatti grande discordanza tra quello che viene definito il "rischio reale", frutto dei statistiche elaborate da esperti, e il "rischio percepito" dai consumatori, spesso influenzato dalle modalità con cui gli organi di informazione trattano determinati argomenti. E' proprio in questo frangente che il ruolo della comunicazione diviene fondamentale, agendo da intermediario, traducendo in un linguaggio più accessibile i dati che deve diffondere, ma non solo: secondo alcuni studiosi (Redmond & Griffith, 2004) i mass-media agiscono spesso come una lente, operando per "amplificazione" e "distorsione". Da uno studio pubblicato da Giancarlo Sturloni per l'università di Trieste intitolato "La paura vien mangiando - comunicare il rischio alimentare", la comunicazione ha la duplice funzione di porre all'attenzione generale alcuni argomenti denunciandone la necessità di porvi rimedio con toni spesso allarmanti ma anche di coinvolge i pareri della comunità dei cittadini, includendo motivazioni etiche e morali, di cui la comunità scientifica non sempre tiene conto. E' proprio in questo frangente che si genera la differenza tra quello che è il "rischio reale", frutto degli studi della comunità scientifica, e il "rischio percepito" dalla comunità dei cittadini; i media non solo agiscono dunque per "amplificazione" e "distorsione", ma "favoriscono in tal modo un processo di negoziazione del rischio, che deve essere considerato un problema sociale, non soltanto un problema tecnico" (Sturloni, 2003).
Il tema della sicurezza alimentare visto come comunicazione e percezione del rischio deve dunque tenere conto di quelle che sono le implicazioni sociali, che includono variabili etiche, morali e valoriali, condivise dalla comunità dei cittadini, per valutare meglio le reali problematiche che un dato evento può esercitare sull'opinione pubblica.

Conclusioni
La recensione dei canali informativi che si occupano di sicurezza alimentare e l'analisi di come quest'ultima viene trattata dai media, ha evidenziato sostanziali differenze tra i vari tipi di comunicazione adottate. Il web dà la possibilità a tutti coloro che vogliono saperne di più sull'argomento di essere informati in maniera esaustiva e sempre aggiornata; la reperibilità di documenti (il Libro bianco, le direttive della Comunità europea e le attività dell'EFSA), le informazioni provenienti dalle autorità dei vari Governi, l'accesso a forum e gruppi di discussione e la possibilità di fruire di pagine web dedicate all'argomento, rendono Internet il canale preferenziale per una comunicazione tempestiva e spesso anche piuttosto attendibile. Appare tuttavia maggiore l'impatto che i mass-media hanno nel trattare determinati argomenti e nel far si che questi divengano prioritari per l'opinione pubblica. Nonostante la distorsione che i media stessi, spesso attuano, il dibattito pubblico intrapreso dagli organi di informazione ha comunque innescato una serie di reazioni che vede coinvolta la comunità scientifica. Questa si vede sempre più costretta a fornire delle spiegazioni che tengano conto di numerose problematiche non solo scientifiche (etiche, sociali, economiche), e ad elaborare le strategie più efficaci in termini di sicurezza.

Sitografia



Bibliografia

Commissioni delle Comunità europee, Libro bianco sulla sicurezza alimentare, Bruxelles, 2000.

A.A. V.V., Le agrobiotecnologie nei media italiani, a cura dell'Osservatorio di Pavia, 2001-2002.

Giancarlo Sturloni, La paura vien mangiando - comunicare il rischio alimentare, Trieste, Sissa, 2003.

Peter Bennet e Kenneth Calman, Risk communication and public health, Oxford University Press, 2001.

Mary Douglas, Come percepiamo il pericolo. Antropologia del rischio, Feltrinelli, 1991.

Christine M. Bruhn, Explaining the concept of health risk versus hazards to consumers, Center for consumers research, food science and technology, University of California, 2003.

Elizabeth C. Redmond and Christopher J. Griffith, Consumer perception of food safety risk, control and responsibility, University of Wales Institute, 2004.


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