Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche
Webzine Sanità Pubblica Veterinaria: Numero 37 Settembre 2006 [http://www.spvet.it/]
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Italian Financial Law 2007. Finanziaria 2007: parte prima


di Petracca G.




Summary: (adjourned on November 2006) In this issue of Sanità Pubblica Veterinaria the Financial Law 2007, debated in the italian Parliament and its relationships with the Zooprofilattico programmes is discussed. Some of the problems that afflicts the Zooprofilattici Institutes may find a definitive solution only in the Parliament, in particular, it is under debate how to mantain analytical activity and epidemiologic surveillance foreseen from the law 3/2001 (in order to withstand the sanitary emergencies that have represented the heart of the activities of the Zooprofilattici Institutes. Keep those activities on, will give stability to so many young, graduated and qualified, that by now works in the Institutes. The Government has engaged for 2006 in the Financial law 41 million of euro (however les than 100 million of liras foreseen for the 2001), besides funding has been assigned to initiatives only partially connected to the n law 3/2001. All that has dramatically reduced the economic resources destined to the Zooprofilattici Institutes activities. So, it is obvious that the Institutes are trying to find a remedy to these "errors", above all to give stable occupation to young precarious involved in the research teams at the institutes' laboratories.



Non v'è dubbio che la Legge Finanziaria 2007, ormai in discussione al Parlamento da un mese, sia l'argomento su cui concentrare la nostra attenzione.
Ciò perché per alcuni dei problemi, seri e concreti che da tempo turbano la serenità dei nostri Istituti e ne pongono fortemente in discussione l'operatività, abbiamo constatato che solo in Parlamento si potrebbe trovare una legittima e definitiva soluzione.
Dove e come, altrimenti, riuscire a trovare le risorse necessarie a rendere ancora eseguibili le attività analitiche e di sorveglianza epidemiologica previste dalla legge n. 3 del 2001 per fronteggiare le emergenze sanitarie che in questi ultimi anni hanno rappresentato il fulcro delle attività degli Istituti? E come, parimenti, cercare di dare stabilità ai tanti giovani, laureati e non, che ormai da anni lavorano negli Istituti con abnegazione e competenza in tali delicati settori?

Ma per capire fino in fondo quanto è successo e quale sia al momento la situazione occorre andare con ordine e ripercorrere, seppure brevemente, le tappe principali, talvolta dolorose, di questa annosa vicenda.
Alla fine del 2000, dunque, in piena ondata di panico che coinvolse tutta Europa per i casi mortali della variante giovanile di Creutzfeld e Jacobs, derivante dal consumo, soprattutto nel Regno Unito, di carni ed organi bovini infetti da BSE, l'U. E. decise di attivare un sistema capillare di sorveglianza attiva su tale malattia bovina, disponendo il controllo di tutti i capi macellati di età superiore ai 24 mesi.
L'allora Governo Amato emanò nel novembre di quell'anno un Decreto Legge, trasformato nel gennaio successivo nella legge n. 3/2001, disponendo un finanziamento di 100 miliardi di lire per la creazione, da parte degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali, di una rete capillare di strutture laboratoristiche in grado di far fronte alla massa enorme di analisi da effettuare sui campioni di materiale cerebrale prelevato al macello dai veterinari delle ASL.
E' stato questo uno dei momenti di maggior risalto per gli Istituti, che hanno manifestato tutta la loro capacità organizzativa ed operativa, rendendo possibile, in soli tre mesi, da un lato di far fronte a tale colossale impegno e, dall'altro, consentendo al settore produttivo zootecnico di riuscire ad immettere nel mercato le carni bovine nazionali.
Per fare tutto ciò gli Istituti avviarono procedure selettive, riguardanti diversi profili professionali, e reclutarono un gran numero di giovani sui quali hanno investito tantissimo in termini di formazione, realizzando in tal modo un vero e proprio piccolo esercito (sono circa 500 addetti che operano per tali finalità) messo in campo per fronteggiare questa emergenza.

Gli stessi giovani, poi, sono stati proficuamente utilizzati per fronteggiare la Scrapie ovi-caprina, la Blue Tongue, che ha iniziato ad imperversare in Italia nel 2002 e, da ultimo l'Influenza Aviaria, presentata dai media come la peste del terzo millennio e che, secondo le Cassandra di turno, avrebbe dovuto mietere milioni di vittime in tutto il mondo.
Arriviamo, nel convincimento generale che le cose avessero funzionato per il meglio grazie all'impegno dei Servizi veterinari delle ASL e degli istituti Zooprofilattici Sperimentali, alla fine del 2005, quando cioè esplose il panico per il possibile verificarsi di una pandemia generata dalla Influenza Aviaria, ed è in questo preciso momento che le cose precipitano.
Il Governo - pur avendo impegnato nella legge Finanziaria 2006 una somma considerevole (41 milioni di euro), seppure nettamente inferiore ai 100 milioni di lire previste dal 2001 - decide di far utilizzare tale somma per una serie di iniziative che poco o nulla hanno a che vedere con le finalità della legge n. 3/2001, riducendo in tal modo le risorse economiche da destinare alle attività svolte dagli Istituti Zooprofilattici Sperimentali.
Se il 2006 si riuscirà, forse, a coprire i costi del lavoro espletato lo si dovrà solo alla occasionale, straordinaria circostanza che sono state introitate dal Ministero della Salute risorse dall'Unione Europea per 15 milioni di euro. Ma se il prossimo anno queste risorse non ci fossero, ed è probabile che così sarà, il nostro Paese si troverebbe nella deprecabile condizione di non poter più disporre di un servizio indispensabile per garantire la salvaguardia della salute dei consumatori e la stessa tutela delle produzioni zootecniche nazionali.

E' del tutto ovvio, a fronte di questo orizzonte assolutamente non chiaro che gli Istituti si siano fortemente attivati, nel tentativo di porre rimedio agli errori fatti e, soprattutto, per tentare di dare una certezza di lavoro stabile ai tanti giovani che nel corso di questi ultimi cinque hanno assolto con tanta capacità ed abnegazione agli impegni lavorativi loro affidati. Ma di questi aspetti parleremo nel prossimo numero della nostra Rivista.
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