Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche
Webzine Sanità Pubblica Veterinaria - Numero 30, maggio-giugno 2005 [http://spvet.it]
Documento reperibile all'indirizzo: http://spvet.it/indice-spv.html#286

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Mangimi naturali e organismi geneticamente modificati


Ruina A., Macrì A.


I mangimi sono la base della sicurezza degli alimenti di origine animale e da quando sono state introdotte le diete bilanciate per gli animali da allevamento esiste una rigorosa legislazione che definisce le materie prime che possono essere impiegate, gli additivi che si possono aggiungere ed anche quali farmaci si possono impiegare per la terapia di massa mediante i mangimi medicati.

L'importanza fondamentale della qualità e sicurezza dei mangimi è emersa in modo drammatico con la vicenda della BSE in cui le farine di carne, provenienti da animali infetti, impiegate a concentrazioni dell'ordine dello 0.5% nella dieta totale dei bovini sono state la causa della diffusione della malattia.

C'è poi stato il caso dell'impiego criminale di oli minerali esausti contenenti diossina che sono stati in qualche modo "smaltiti" attraverso l'alimentazione animale, la contaminazione del mais e dei foraggi con micotossine ed anche il problema dell'impiego di materie prime geneticamente modificate (mais, colza e soia in particolare) che hanno destato grande impressione nell'opinione pubblica.

La reazione è stata una sorta di caccia alle streghe in cui l'alimentazione animale è stata ritenuta la madre di tutti i guai ed è sorta una disputa che vede contrapposte le parti in causa con gli allevatori che sospettano dei mangimisti che a loro volta sospettano dei produttori di materie prime (in realtà molti degli operatori cercano soprattutto di spuntare prezzi migliori dai loro fornitori), gli organi di vigilanza che cercano di risolvere i problemi intervenendo sia con la prevenzione che la repressione ed infine i consumatori che sono interdetti essendo bersagliati da messaggi contrastanti che vanno da quelli rassicuranti alle notizie di allarmai susseguenti ad interventi dei tanti servizi pubblici di vigilanza.

La confusione sembra insomma regnare sovrana anche se le leggi sono molto chiare ed i risultati dei numerosi controlli che vengono effettuati stanno a dimostrare che gli operatori della filiera produttiva zootecnica nella stragrande maggioranza dei casi hanno operato correttamente.

Recentemente sono sorti dei problemi per quanto riguarda l'etichettatura ed in particolare se i mangimi contenenti materie prime OGM possono essere considerati naturali o meno; inoltre è sorto il quesito se l'aggiunta di sali minerali come additivi possa compromettere la definizione di "mangime vegetale".

E' evidente che esistono dei problemi di carattere commerciale che esulano dalla sicurezza dei mangimi; infatti la legislazione vigente consente l'impiego di materie prime OGM purché la loro presenza sia espressamente dichiarata ed è molto difficile sostenere che un mais OGM coltivato in pieno campo, magari non attaccato dalla piralide e quindi con migliori caratteristiche merceologiche e sanitarie, non possa essere considerato "naturale".

Si dimentica infatti che la maggior parte delle materie prime impiegate dall'industria mangimistica provengono da colture intensive di leguminose, cereali e foraggi che utilizzano sementi frutto di selezioni genetiche assai "spinte" e quindi con caratteristiche produttive molto differenti dal seme originale.

Al momento attuale, ad eccezione per i mangimi dei pesci, non è consentito utilizzare prodotti di origine animale nella formulazione dei mangimi per gli animali da allevamento siano essi erbivori come i ruminanti che onnivori come i polli ed i suini.

Tale situazione ha creato notevoli problemi ai "formulisti" che si sono dovuti adattare alla utilizzazione di leguminose e semi di oleaginose che in molti casi sono carenti di alcuni nutrienti essenziali.

Inoltre gli animali produttori di latte e di uova hanno bisogno di importanti apporti di sali minerali per evitare gravi lesioni ossee; insomma per assicurare il benessere degli animali ed ottenere alimenti sani per l'uomo è assolutamente necessario integrare la dieta con sali minerali, vitamine, amminoacidi di cui sono carenti i vegetali che vengono impiegati nella formulazione dei mangimi.

Questa necessità può essere erroneamente interpretata come una alterazione dello stato "vegetale" di un mangime ed aprire contenziosi che non hanno nulla a che vedere con la sicurezza dei mangimi e la salubrità degli alimenti di origine animale che vengono ottenuti.

Tra l'altro, dobbiamo dire che in questo contesto andrebbero inseriti anche i mangimi per i cani ed i gatti che, a quanto risulta, sono formulati per rispondere alle esigenze fisiologiche proprie dei carnivori. Esplorando qualche sito su Internet è possibile trovare dei mangimi per cani vegetariani (probabilmente a forza di condizionare i nostri amici a quattro zampe qualcuno è riuscito a far perdere loro anche le caratteristiche fisiologiche naturali).

I brevi fatti che sono stati esposti lasciano ritenere che il rigore scientifico che dovrebbe essere alla base di ogni attività di sanità pubblica veterinaria, in qualche caso viene messo da parte per fare spazio ad avventurose interpretazioni del benessere degli animali e della sicurezza per l'uomo.

I medici veterinari debbono prendere coscienza del loro ruolo e, dopo avere accuratamente esaminato i vari problemi che sono correlati all'alimentazione degli animali hanno il diritto - dovere di imporre il loro punto di vista che come sempre è quello della medicina preventiva.

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