Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche
Webzine Sanità Pubblica Veterinaria - Numero 30, maggio-giugno 2005 [http://spvet.it]
Documento reperibile all'indirizzo: http://spvet.it/indice-spv.html#281

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The Institute Zooprofilattico Sperimentale of Umbria and Marche and the ecopathology of regional territory.
L'IZS dell'Umbria e delle Marche e l'eco-patologia nel territorio regionale


di Guido Petracca


La storia naturale
La co-evoluzione del rapporto tra uomo e animali, anche in senso epidemico, è testimoniata dalla storia naturale: già nell'evo antico il virus della Peste bovina si adatta all'uomo trasformandosi nel virus del morbillo (condizionando in seguito l'occupazione del Nuovo Mondo da parte degli Europei); recentemente la BSE, l'AIDS, la SARS e l'influenza aviare hanno seguito una strategia adattativa analoga e ne sono ben noti gli effetti sulle popolazioni colpite.
Tale evoluzione si fonda sulla rapidità di trasformazione degli agenti patogeni e deve essere indagata attraverso studi scientifici atti alla prevenzione e al contenimento dei rischio.
Il passaggio bidirezionale degli agenti patogeni tra uomo e animali può essere infatti ostacolato solo attraverso appropriate misure profilattiche.

La tradizione
La Rabbia silvestre e la Peste suina hanno rappresentato in passato i punti cardine del controllo veterinario negli animali domestici e selvatici: oltre che nella ormai storica attività nei confronti della Peste Suina Africana in Sardegna, negli anni '90, l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche ha affrontato la Peste Suina Classica in ambiente selvatico. Infatti la PSC, già eradicata nel suino domestico, riappare nel cinghiale in Lunigiana (1992-1993), nell'Appenino parmense (1995) e a Varese (2001), impegnando il Centro di Referenza Nazionale per le Pesti Suine dell'Istituto nell'attività di sorveglianza epidemiologica del territorio e nella ricerca di tecniche diagnostiche innovative.
Tali eventi spingono anche la normativa comunitaria (e nazionale), a contemplare misure sanitarie per una specie selvatica al fine di controllare la malattia nel suino domestico.

(D.P.R. 17 maggio 1996, n. 363: Regolamento recante norme per l'attuazione della direttiva 91/685/CEE, del Consiglio dell'11 dicembre 1991, recante modifica della direttiva 80/217/CEE che stabilisce misure comunitarie di lotta contro la peste suina classica).
Nel corso degli anni, alle tradizionali tecniche di laboratorio utilizzate dall'Istituto Zooprofilattico, si sono aggiunte tecniche innovative di indagine bio-molecolare ed epidemiologica che hanno consentito di raggiungere risultati prima insperati.

Presente e futuro
Oggi la tutela dell'uomo e dell'ambiente, e quindi anche della fauna selvatica; la salubrità dei prodotti alimentari del territorio debbono rappresentare un impegno particolare di tutta la Sanità Pubblica Veterinaria, ivi compresa la Rete degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali.
Nel territorio delle regioni Umbria e Marche è stato posto particolare interesse nei confronti delle zoonosi, quali ad esempio la Tubercolosi nel cinghiale e nel capriolo, ma anche nei confronti di quelle che creano un forte impatto ecologico ed economico, come la Blue Tongue.
Dal punto di vista eco-patologico si è posta l'attenzione soprattutto sulle le patologie della lepre e del fagiano, sia quelli autoctoni che introdotti a scopo di ripopolamento o venatorio.
Gli animali oggetto di prelievo venatorio, in particolare cinghiale, lepre e capriolo, oltre ad essere portatori di zoonosi, sono trasformati in alimenti, anche ad uso di ristorazioni collettive e, come tali, devono essere attentamente ispezionati dal punto di vista igienico-sanitario.
La collaborazione con i Servizi Veterinari delle Aziende Sanitarie Locali, le Amministrazioni provinciali e le Associazioni Venatorie, attraverso un'azione di sistematica informazione sulle squadre di cacciatori, ha permesso di introdurre le attività di Sanità Pubblica Veterinaria a tutela dello sviluppo rurale delle due Regioni.

Dal 2000 ad oggi sono stati esaminati dai nostri laboratori numerosissimi cinghiali, caprioli, lepri, ecc., evidenziando epidemie di Sindrome Emorragica Europea nella Lepre e di Marble Spleen Disease nel Fagiano ma anche, per la prima volta nelle Marche, è stato isolato il micobatterio tubercolare dal bovino e dal cinghiale nella stessa area di pascolo, confermando l'utilità di un Sistema di Sorveglianza Sanitaria adattato alle attività venatorie ma anche la necessità di ulteriore impegno per gli studi di eco-patologia, in particolare per le malattie che possono trasferirsi all'uomo.


email

Summary: The relationship of co-evolution between man and animals concern in a specific way also the sector of the epidemiology, like testified from animal's pathologies as BSE, AIDS, SARS, and bird flu, that are influencing the life of the man directly.

The activity of Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche has been revealed traditionally in surveillance of animal pathologies like Swine Fever, in wild and domestic animals, using beyond to the normal laboratory's techniques , new techniques of biomolecular investigation, getting first unexpected results.

The present activity has addressed with particular interest to zoonoses present also in the wild fauna, like Tuberculosis in wild boar and in the roe deer, or pathologies of the hare and of the pheasant, it is native that introduced in order to repopulation.

This researches has evidenced the importance of Sistema di Sorveglianza Sanitaria in the control of wild fauna and the need for engagement respect to animal deseases trasmissible to men.

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