Biblioteca Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche
Sanità Pubblica Veterinaria: Numero 95, Aprile 2016 [http://www.spvet.it/] ISSN 1592-1581
EDITORIALE:
L'editoria elettronica e il tristanzuolo docuverso della Rete
The electronic publishing and the obnoxious Net docuverse
Raoul Ciappelloni
Oggi le pubblicazioni elettroniche accessibili via Web, in qualsiasi settore si vogliano considerare, fanno registrare un incremento quantitativo continuo. L'espansione del numero dei testi disponibili online è sempre più rilevante. Ogni pagina, diventata un nodo della Rete globale, viene inventariata dai motori di ricerca ed i suoi contenuti sono perciò disponibili molto rapidamente. Oltre a ciò, che lo si voglia o meno, la permanenza di un qualsiasi "scrap" (frammento, rottame) nel docuverso globale "Web based" è pressochè assicurato a tempo indefinito.
Ma i search engine come Google hanno anche una funzione di cache. Quindi consentono (almeno per un po') la reperibilità di qualsiasi documento pure se questo risultasse non più disponibile nella localizzazione originale.
Sulla qualità di un tale gigantesco pseudo-ipertesto c'è però molto da dire.
Più che "come", ci interessa "cosa" si pubblica. Allora, cosa è attualmente considerato un buon testo nella letteratura diffusa In Internet? Molti se ne sono occupati.
Troviamo spesso citati come indispensabili, alcuni requisiti di qualità. Vengono altamente valutati parametri come: velocità del sito Web, ottimizzazione delle pagine, campagne di marketing, azioni dei diretti concorrenti. (http://www.estensewebfactory.it/posizionamento/come-posizionarsi-su-google); cose in effetti molto giuste, oltretutto ben presenti nel bagaglio di conoscenze (di base) di professionisti che amano definirsi Search Engine Optimizer - SEO (http://www.estensewebfactory.it/posizionamento/creare-siti-web-di-qualita/). In fondo si tratta di un approccio profondamente orientato da considerazioni basate sul marketing. Si cita anche l'esigenza di aderire ad un linguaggio più adatto ai giovani (chissà che un giorno non scriveremo anche noi frasi del tipo: "...nn sono arrvt xkè ho perso il 3no").
Il World Wide Web come la televisione
Ma il valore informativo di ciò che effettivamente si trova nel Web non viene quasi mai considerato, nè capito.
Eppure la qualità dei testi è importante, come afferma Sean Coughlan nell'articolo "Gli errori grammaticali costano milioni in vendite online perse" (http://www.bbc.com/news/education-14130854).
Tuttavia non solo errori o sviste, ma soprattutto il contenuto e l'aggiornamento delle pagine Web dovrebbero essere presi in maggiore considerazione.
Queste pagine Web sembrano tutte indistintamente appartenere al filone delle letture amene e di intrattenimento, anche quando vorrebbero trattare cose serie.
La questione appare evidente non appena cerchiamo di utilizzare i testi per fare qualcosa di serio. Scopriamo che non sappiamo quasi mai cose fondamentali, che poi è il problema delle (stra)omesse indicazioni bibliografiche/temporali riassumibile con:
chi scrive, per chi scrive e quando scrive?
Spesso non ci sono autori da citare per dire "l'ha detto lui" o "non sono d'accordo con", non si sa se c'è un editore, una società un'Istituzione dietro tutto ciò, (siamo di fronte a un ricercatore o a un eminente pazzo?) non si sa se la cosa è stata espressa prima o dopo un certo evento. E non si sta parlando di spazi amatoriali come chat, blog, e simili ma di siti Web appartenenti a Enti pubblici, società di varia natura, iniziative di volontariato, professionisti e tecnici. Quindi perché ciò accade? È molto semplice.
Queste realizzazioni sono sovente frutto di una superficiale interazione fra committenti ed i professionisti che producono i contenitori (CMS - Content Management System) ed il relativo corredo iconografico. Grande attenzione a formattazione, colori degli sfondi, animazioni, ornamentazioni distintive che comunicano specificità aziendali e il "valore di marca".
Assai comica è poi la cura con cui si cerca di rendere "attraente" la pagina di Welcome, utilizzando accorgimenti di tipo "televisivo".
Un esempio è dato dalle App inglobate nella pagina, che scrollano in continuo informazioni ed immagini come se un utente, avesse grande desiderio di restare per molto tempo a fissare il monitor attendendo qualcosa di interessante.
Se poi uno si distraesse (capita) e non riuscisse a cliccare sopra tempestivamente all'informazione buona mentre sfila di fronte a lui, non importa. Basterà procurarsi una bibita ed attendere. Prima o poi ripasserà (non è fantastico?).
Veramente spiacevole è poi l'utilizzazione, peraltro molto frequente, di strumenti inadeguati, per fare qualcosa di apparentemente utile intendendo impiegare accorgimenti davvero sbrigativi.
A volte la stampa di una pagina Web si può effettuare attraverso una comoda funzione inglobata nella schermata stessa, come avviene in Wikipedia.
In questo caso, attivando il comando "Versione stampabile", otterremo una preview dell'impaginato, con il testo opportunamente formattato. I font sono più grandi e le righe distanziate per rendere l'insieme comodamente leggibile su carta. Anche le immagini sono state dimensionate e disposte in modo ordinato.
Altre volte troviamo semplicemente un pulsante o un link con scritto: "Stampa la pagina". Se lo attiveremo si avvierà la stampa, ma ciò avverrà come se si fosse semplicemente cliccato sul tasto "print" del browser. Nella maggior parte dei casi, otterremo inutili fogli senza alcuna formattazione del testo, normalmente con font microscopici, sovrapposizioni di righe e tutte le grafiche presenti nell'impaginazione HTML del margine destro (pubblicità, link ad altre pagine, motivi ornamentali ed altro) saranno sparse senza ordine o addirittura parti di esse saranno fuori dalla pagina. Insomma, se non riusciremo a bloccare la stampante, consumeremo fogli di carta inutilmente.
Lo sgradevole effetto è causato dal fatto che chi ha costruito la pagina Web vi ha inserito, con "copia e incolla", una velenosetta sequenza Javascript del tipo:
[<script> function printpage() { if (window.print) { window.print(); } } <script>],
attivato, nella pagina Web, dal costrutto seguente:
[<a href="#" onClick="printpage()"> Stampa la pagina </a>],
Grazie questa manciata di bytes, la "stampa stupida" è fornita al nostro utente, veramente con minimo sforzo, senza perdere tempo ad elaborare un "foglio di stile", tanto meno verificare l'effetto finale.
by Early Novels Database. "Tartarian Tales (back pastedown 2)"; 2013.
Creative Commons.
Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0). https://flic.kr/p/fmG565
Il testo nello schermo
La committenza, di solito ignara di questi aspetti, è superficialmente soddisfatta dell'apparente effetto globale, mentre chi cura la "tipografia" Web spesso non è interessato a tali ottimizzazioni più di tanto, anche perché così si fa molto prima a terminare il lavoro.
Chi dovrà leggere la pagina (con i suoi imprevedibili comportamenti) non è stato preso in minima considerazione, se non per dire di aver seguito, più che altro in modo formale, le norme di "usabilità ed accessibilità" derivanti dalla cosiddetta "Legge Stanca" del 2004 (per gli aggiornamenti vedi le Norme sull'Accessibilità dei Siti web, Trasparenza, Usabilità del Ministero per la Semplificazione - http://www.funzionepubblica.gov.it/norme-accessibilita-siti-web-trasparenza-usabilita).
Sembrerebbe che tutto il lavoro non sia fatto per lui, per il lettore, ma pensando ad un generico editore pagante che si può soddisfare con alcuni dolcetti a buon mercato.
Alla fine, l'ingombrante "paratesto" (in parte analogo a copertina, indici, titoli, immagini, rilegatura) è realizzato. Ma chi lo ha voluto in Rete non comprende quasi mai che si è solo all'inizio di un percorso.
Il poverino crede di aver messo la parola fine al lavoro, poiché il sito (o il portale come pomposamente si tende a dire) è online e tanto basta.