Biblioteca Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche
Sanità Pubblica Veterinaria: Numero 95, Aprile 2016 [http://www.spvet.it/] ISSN 1592-1581
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L'apicoltura in Umbria: osservazioni dall'anagrafe regionale
Beekeeping in Umbria (Italy): observations from regional register


Bianca Maria Figarolli1, Annalisa Dettori1, Andrea Felici1, Eleonora Scoccia1, Claudia Piatti2, Carmen Maresca1

1 Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche, Osservatorio Epidemiologico Umbria, Perugia
2 Regione Umbria Assessorato all'agricoltura


Abstract. Bees are very important for the environment and humans, thanks to pollination of crops and wild plants and the production of honey, propolis, wax, pollen and royal jelly. During the last recent years, colony weakening and losses has been observed in Europe and worldwide, due to biological and chemical factors. By registering the apiaries, it is possible to give the picture of beekeeping activity throughout Italian regions, necessary for the maintaining of the bee health. This paper describes the beekeeping in Umbria Region (Central Italy), based on data obtained from the regional bee registry of the year 2013. The aim is to improve the knowledge on the organization and the distribution of the apiaries in Umbria Region, in order to support the cooperation between beekeeper and health authorities in the development and application of bee health surveillance and control programs.

Riassunto. La necessità sempre più concreta di fare il punto della situazione sulla realtà dell'allevamento delle api deriva principalmente dal fenomeno della "moria delle api" che ha interessato questo settore negli scorsi anni, causando ingenti danni sia agli alveari che agli apicoltori. A seguito dell'entrata in funzione dell'anagrafe apistica, istituita con Decreto interministeriale del 4 dicembre 2009, recante "Disposizioni per l'anagrafe apistica nazionale" (GU n. 93 del 22-4-2010), è emersa la curiosità di conoscere quale fosse il patrimonio apistico presente in Umbria, per prendere visione della sua organizzazione e diffusione. È stata quindi condotta un'analisi descrittiva delle informazioni contenute nell'anagrafe apistica regionale, relativa al censimento dell'anno 2013, che ha fornito un'immagine più chiara e definita dell'apicoltura in Umbria.



Introduzione
Da sempre le api (Apis mellifera) sono considerate indispensabili per la salute e l'equilibrio degli ecosistemi. Attraverso l'impollinazione di piante selvatiche e coltivate, esse mantengono viva la biodiversità.
Nonostante l'importanza, il mondo delle api nel suo complesso non è mai stato oggetto di attenzione, fino a quando, a partire dal 2003, si sono cominciate a registrare gravi perdite, legate ad imponenti fenomeni di moria in diversi Paesi, europei e non (USA). Nel 2006 è stato coniato l'acronimo CCD- Colony Collapse Disorder, per indentificare tale problema, caratterizzato da rapide perdite nelle colonie, dovute alla moria delle api adulte. Le Autorità nazionali (Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali MIPAAF) ed europee ( European Food Safety Authority-EFSA e Agence nationale de sécurité sanitaire de l'alimentation, de l'environnement et du travail-ANSES) sono quindi intervenute per fare il punto della situazione e cercare di capire le ragioni scatenanti tale fenomeno.

Molte sono state le ipotesi fatte per cercare di capire la causa di questi episodi. Gli studi si sono concentrati principalmente sulla ricerca dei residui di pesticidi, sull'attuazione di programmi di sorveglianza mirati al monitoraggio degli episodi di debolezza e mortalità nelle api, sulla valutazione dei dati relativi alla produzione di miele. Inoltre, anche l'emergere di nuove realtà sanitarie, come l'infestazione da Aethina tumida di difficile controllo per le sue caratteristiche biologiche (capacità di compiere voli fino a 10 Km e di penetrare nel terreno, dove la larva si trasforma in pupa) e Vespa velutina, necessita dell'applicazione di rapide misure di intervento. Tutti i Paesi dell'UE coinvolti sono stati quindi chiamati a svolgere compiti di controllo in relazione a queste problematiche. Per poter intervenire con immediatezza nella corretta gestione sanitaria dell'alveare, tutelandolo anche dal punto di vista economico-produttivo, è tuttavia necessario conoscere in maniera più approfondita la realtà apistica nazionale.

Ecco quindi che si è resa necessaria l'attivazione di un sistema di registrazione dei dati relativi agli apicoltori e agli apiari e alla loro distribuzione geografica. In Italia, tale sistema è stato individuato con l'anagrafe apistica, già attiva a livello regionale, poi ampliata a livello nazionale con Decreto Ministeriale del 4 dicembre 2009, recante "Disposizioni per l'anagrafe apistica nazionale" (GU n. 93 del 22-4-2010) e operativa dal 19 gennaio 2015.
Sulla base di queste premesse, è stata condotta un'analisi descrittiva dell'attività apistica umbra, utilizzando le informazioni contenute nel censimento del 2013 e relative all'anagrafe apistica regionale (Regione Umbria, Legge Regionale 26 novembre 2002, n. 24 "Norme per l'esercizio e la valorizzazione dell'apicoltura in Umbria"). L'obiettivo è stato quello di approfondire le conoscenze sulla diffusione e sulla distribuzione dell'allevamento apistico in tutto il territorio regionale, così da agevolare la collaborazione tra apicoltori e le autorità sanitarie, che devono intervenire nell'esecuzione di controlli, nella stesura e nell'applicazione di eventuali piani di gestione sanitaria, che fungono da garanzia per il consumatore finale della qualità e salubrità del miele e degli altri prodotti dell'alveare.

Materiali e metodi
I dati relativi agli apicoltori registrati nell'anagrafe regionale umbra nell'anno 2013, e di seguito descritti, sono stati forniti dall'Assessorato all'Agricoltura della Regione Umbria. Essi riportano: il comune di denuncia, il nome e/o ragione sociale dell'apicoltore, il numero della tabella identificativa dell'apicoltore, l'inizio attività, il tipo di attività (stanziale, nomadismo, misto), il numero totale di alveari denunciati, il numero di alveari localizzati nel primo comune di denuncia, il numero di alveari posti fuori dai confini regionali, gli altri comuni dove sono stati denunciati gli apiari, con il rispettivo numero di alveari presenti. Il numero della tabella è composto da un codice alfanumerico di cinque caratteri: una lettera seguita da 3 cifre, con una S o N terminale, ad indicare l'attività stanziale o il nomadismo.

L'analisi dei dati è stata condotta tenendo presente le seguenti variabili:



Risultati

Apicoltori
Una prima organizzazione dei dati a disposizione è stata eseguita raggruppando gli apicoltori umbri sul territorio regionale in relazione ai comuni di residenza dell'apicoltore e/o di denuncia degli alveari, ripartiti in funzione dell'Unità Sanitaria Locale di competenza, USL Umbria 1 e USL Umbria 2. In Umbria si contano un totale di 92 comuni: di questi ne sono stati identificati 87 interessati da attività apistica, di cui 36 nel territorio di competenza dell'USL Umbria 1 e 51 in quello dell'USL Umbria 2. I restanti 5 comuni (Montefranco, Norcia, Paciano, Penna in Teverina, Torgiano) non risultano registrati in anagrafe e pertanto non si hanno informazioni relative alla presenza o meno di apicoltori e di alveari (Figura 1).


Distribuzione dei comuni umbri per registrazione alveari
Figura 1. Distribuzione dei comuni umbri per registrazione alveari


Nei comuni di competenza dell'USL Umbria 1 e USL Umbria 2 risultano registrati rispettivamente 839 (64%) e 465 (36%) apicoltori, per un totale di 1.304 iscritti (Tabella 1). Tra questi, 78 apicoltori (6%) risultano aver avviato l'attività nel corso dell'anno, 1.191 apicoltori (91%) l'hanno svolta regolarmente e 35 (3%) l'hanno invece cessata (Tabella 2 e Figura 2).

Tabella 1. Apicoltori iscritti all'anagrafe apistica umbra




Tabella 2. Andamento dell'apicoltura in Umbria nel 2013



Figura 2. Attività apistica svolta nel corso del 2013
Figura 2. Attività apistica svolta nel corso del 2013


Sulla base delle denunce presentate dagli apicoltori nel 2013, l'attività apistica risulta più praticata nei territori dell'USL Umbria 1 (58,82% degli apicoltori; 767/1.304) rispetto a quelli dell'USL Umbria 2 (32,52% degli apicoltori; 424/1.304). Lo stesso si può dire per la percentuale di apicoltori che hanno avviato l'attività nell' anno 2013, maggiore nei comuni di competenza dell'USL Umbria 1 (3,22%; 42/1.304), rispetto all'USL Umbria 2 (2,76%; 36/1.304), così come la percentuale di apicoltori che ha cessato l'attività nel 2013 che è risultata rispettivamente di 2,3% (30/1.304) e 0,38%; (5/1.304) (Figura 3).
Gli apicoltori possono svolgere un'attività stanziale, attuare il nomadismo o praticare entrambe le attività. Nel caso dell'attività stanziale, le arnie contenenti le famiglie di api rimangono fisse in un unico apiario; il nomadismo prevede lo spostamento degli alveari in più località, in base al periodo e al tipo di fioritura. Con l'attività mista è possibile sia spostare gli alveari, sia lasciarli fissi in una località.
Sulla base, quindi, del tipo di attività apistica, emerge che tra gli apicoltori umbri che hanno praticato regolarmente l'apicoltura, il 97,48% (1.237/1.269) ha svolto attività stanziale, il 2,21% (28/1.269) ha svolto nomadismo, lo 0,32% (4/1.269) ha svolto attività mista (Figura 3).




Figura 3. Distribuzione degli apicoltori in base alla tipologia di attività apistica svolta in Umbria nel 2013
Figura 3. Distribuzione degli apicoltori in base alla tipologia di attività apistica svolta in Umbria nel 2013




Più nel dettaglio, la distribuzione degli apicoltori sul territorio umbro e il tipo di attività da loro svolta è stato ripartito sulla base dei singoli comuni di competenza delle due USL. In questo modo è stato possibile evidenziare quali comuni sono interessati dall'apicoltura, la tipologia di attività e quanti apicoltori la svolgono (Tabella 3).

Tabella 3. Distribuzione dei comuni umbri per tipo di attività apistica svolta
Tabella 3. Distribuzione dei comuni umbri per tipo di attività apistica svolta
Tabella 3. Distribuzione dei comuni umbri per tipo di attività apistica svolta


Alveari
Gli apicoltori hanno l'obbligo di denunciare annualmente il possesso di alveari, direttamente o tramite le loro associazioni ed organizzazioni, ai Sindaci dei comuni nel cui territorio questi sono localizzati. Nell'anno 2013 sono stati denunciati 31.562 alveari, di cui 26.614 (84,32%) sono residenti in Umbria e 4.948 (15,68%) residenti fuori regione (Tabella 4 e Figura 4). Tra i 26.614 alveari ubicati nei confini umbri, 17.507 (66%) sono distribuiti nei territori di competenza dell'USL Umbria 1 e 9.107 (34%) in quelli dell'USL Umbria 2 (Figura 5).

Tabella 4. Alveari totali registrati nell'anagrafe umbra e loro ubicazione


Figura 4. Distribuzione degli alveari denunciati e loro ubicazione
Figura 4. Distribuzione degli alveari denunciati e loro ubicazione


Figura 5. Distribuzione degli alveari nel territorio umbro
Figura 5. Distribuzione degli alveari nel territorio umbro


In Umbria, l'attività stanziale ha interessato l'80,36% (21.387/26.614) degli alveari, il nomadismo il 18,19% (4.841/26.614) degli alveari, mentre solo una piccola percentuale (1,45%, 386/26.614) ha svolto attività mista. Il dettaglio della tipologia di attività suddiviso per USL di competenza territoriale è riportato in Tabella 5 e nelle Figura 6.

Tabella 5. Distribuzione degli alveari umbri per tipologia di attivita' svolta


Figura 6. Distribuzione degli alveari umbri per USL di appartenenza e tipologia di attivita' svolta
Figura 6. Distribuzione degli alveari umbri per USL di appartenenza e tipologia di attività svolta


Anche per i 4.948 alveari residenti fuori regione, si è proceduto con la descrizione basata sul tipo di attività a cui sono stati adibiti. Ne risulta che 3.992 (80,68%) sono stati registrati come stanziali, 948 (19,16%) hanno svolto nomadismo e 8 alveari (0,16%) hanno svolto attività mista (Tabella 6).

Tabella 6. Distribuzione degli alveari residenti fuori regione per tipologia di attivita'

Da un'ulteriore elaborazione dei dati inseriti in anagrafe, relativamente agli apicoltori la cui attività è attualmente in corso, emerge che alcuni di questi possiedono alveari registrati in un solo comune, mentre altri apicoltori possiedono alveari distribuiti in più comuni.
I dati così registrati forniscono informazioni relativamente al numero effettivo di arnie in un dato comune, ma non permettono di conoscere l'effettivo numero di apiari che ciascun apicoltore possiede e la località dove questi si trovano. È stato comunque possibile risalire al numero di apicoltori che hanno eseguito una sola denuncia di possesso di alveari in un solo comune e di quelli che ne hanno presentate più di una in più comuni.

Su 1.269 apicoltori, 1.189 hanno denunciato gli alveari in un solo comune di denuncia, con un totale di 17.074 alveari, mentre 80 hanno registrato 14.488 alveari, presentando denuncia in più comuni.
Questi valori sono comprensivi sia degli alveari ubicati nel territorio umbro, sia di quelli ubicati fuori regione (Tabella 7).

Tabella 7. Denunce di alveari, registrate dagli apicoltori nell'anagrafe umbra e organizzate sulla base del comune di denuncia


I comuni umbri sono stati categorizzati in base al numero di alveari presenti in 6 classi: 1-30; 31-80; 81-200; 201-600; 601-1000; > 1000 (Tabella 8). E' stata realizzata una mappa tematica a gradiente di concentrazione che permette di visualizzare la distribuzione dei comuni umbri in base al numero di alveari denunciati (Figura 7).

Tabella 8. Categorizzazione degli alveari in base al numero




Figura 7. Distribuzione del numero di alveari denunciati per comune umbro
Figura 7. Distribuzione del numero di alveari denunciati per comune umbro


Discussione e conclusioni
L'analisi descrittiva dell'anagrafe apistica umbra qui presentata ha permesso di visualizzare in maniera più chiara la presenza e la diffusione dell'allevamento delle api in Umbria.
Grazie alle informazioni contenute nel censimento 2013, sono stati identificati i comuni interessati da attività apistica ed è stato quantificato il numero di apicoltori che ha portato avanti l'apicoltura umbra con il corrispettivo numero di apiari.
Dall'organizzazione dei comuni in base all'USL competente per territorio (USL Umbria 1 e USL Umbria 2), emerge che gli apicoltori umbri sono registrati principalmente nei comuni di competenza dell'USL Umbria 1, rispetto ai comuni dell'USL Umbria 2. Dei 92 comuni umbri, 87 sono interessati sia dalla registrazione dell'attività da parte dei singoli apicoltori, sia dalla presenza in quel territorio di un effettivo numero di alveari. Solo 5 comuni non risultano in anagrafe, pertanto, non avendo notizie documentate relative alla presenza di apicoltori in quel territorio, non è stato possibile inserirli nella presente elaborazione.

Tra gli apicoltori registrati in anagrafe, la maggior parte ha portato avanti l'attività avviata negli anni precedenti e solo una piccola percentuale (3% circa) l'ha, invece, conclusa. Inoltre, circa il 6% degli iscritti si è affacciato al mondo apistico, investendo nell'avvio di nuovi apiari. Questo è da considerarsi un dato positivo per l'incremento dell'apicoltura regionale. L'elaborazione dei dati relativi agli alveari ha permesso di individuare quanti di essi (15,68%, 4.948/31.562) siano registrati in Umbria, ma posizionati al di fuori dei confini regionali. La regione e il comune ospitante non sono noti.
Anche in questo caso, per come sono inseriti in origine i dati in anagrafe, è stato possibile associare il numero di alveari al tipo di attività, stanziale, nomadismo, misto. In riferimento alla localizzazione degli alveari (in Umbria e fuori regione), è stato possibile individuare gli apicoltori che hanno registrato gli alveari in un solo comune di denuncia e gli apicoltori che invece hanno registrato gli alveari in più comuni diversi. A ciascuno dei due gruppi è stato possibile associare il rispettivo numero di alveari registrati. In questo caso si è fatto riferimento al totale degli alveari, senza distinguere i residenti in Umbria e i fuori regione, in quanto tutti sono stati comunque registrati in Umbria.
La presente indagine ha fornito un'immagine della realtà apistica in Umbria, diffusa ormai in gran parte del territorio. Per ottenere questo risultato, l'anagrafe si è dimostrata un valido strumento di raccolta dati. L'attivazione dell'anagrafe apistica nazionale permetterà di uniformare a livello nazionale i dati relativi all'apicoltura già presenti nelle singole anagrafi apistiche regionali. La conoscenza dell'organizzazione dell'apicoltura nel territorio diventa fattore necessario per poter intervenire con immediatezza e rapidità qualora fosse necessario, sia per l'attuazione di eventuali interventi sanitari, sia per la quotidiana e corretta gestione dell'alveare e dei suoi prodotti.

Bibliografia


Decreto Ministeriale del 4 dicembre 2009, recante "Disposizioni per l'anagrafe apistica nazionale" (GU n. 93 del 22-4-2010)

EFSA (2008). Bee Mortality and Bee Surveillance in Europe. The Efsa Journal, 154: 1-28

Regione Umbria, Legge regionale 26 novembre 2002, n. 24 - "Norme per l'esercizio e la valorizzazione dell'apicoltura in Umbria" (Bollettino Ufficiale n. 54 del 11/12/2002)

Regolamento regionale 15 luglio 2003, n. 10, "Regolamento di attuazione della L.R. 26.11.02, n. 24 - Norme per l'esercizio e la valorizzazione dell'apicoltura in Umbria". Bollettino Ufficiale Regionale n. 30 del 23/07/2003 suppl. ord. n. 1



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