1 Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche "Togo Rosati"
2 ASUR Marche Area Vasta 4 di Fermo
3 ASUR Marche Area Vasta 5 di Ascoli Piceno
Abstract. Yersinia enterocolitica is a gastrointestinal pathogen responsible for yersiniosis, the fourth most frequently notified zoonoses in Europe (EFSA-ECDC 2021). The notification of yersiniosis is mandatory in most of the EU/EEA countries, except for six Member States, including Italy, where notification is voluntary, in compliance with Directive 2003/99/EC. In order to obtain more information on the circulation of Y. enterocolitica in the Marche Region, the Istituto Zooprofilattico Sperimentale Umbria-Marche, through the Food Control Laboratory of Fermo City, carried out a three-year monitoring (2018-2020) of its diffusion, analyzing pork meat products and preparations and fresh-cut vegetables. The method used was the UNI CEI ISO / TS 18867: 2015 + app.B1 and UNI EN ISO 10273: 2017, detecting ail-positive Y. enterocolitica. Although circulation of Y. enterocolitica in these matrices resulted at low levels, the work has highlighted the necessity of a basic surveillance to monitor the situation over time, in order to contain risks for the consumer
Riassunto. Yersinia enterocolitica è un patogeno gastrointestinale responsabile di yersiniosi, zoonosi che si colloca al quarto posto in Europa tra quelle più frequentemente notificate (EFSA-ECDC 2021). La segnalazione dei casi di yersiniosi nell'uomo e la conferma della presenza del germe negli alimenti è obbligatoria nella gran parte degli Stati Membri dell'Unione Europea (UE), tuttavia in alcuni paesi, tra cui l'Italia, il sistema di sorveglianza si basa su segnalazioni volontarie, in conformità alla Direttiva 2003/99/CE (Direttiva zoonosi). Allo scopo di approfondire le conoscenze sulla circolazione di Y. enterocolitica nella Regione Marche, l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche, tramite il Laboratorio Controllo Alimenti della sede di Fermo, ha svolto un monitoraggio triennale (2018-2020) della sua diffusione, analizzando le matrici considerate a maggior rischio quali prodotti e preparazioni a base di carne suina e vegetali di IV gamma. I prodotti sono stati analizzati con il metodo UNI CEI ISO/TS 18867:2015 + app.B1 e UNI EN ISO 10273:2017, che prevede la ricerca del gene ail, determinante di virulenza di Y. enterocolitica. Sebbene la circolazione di questo patogeno nelle matrici analizzate risulti contenuta e si attesti a basse percentuali di positività presunta, l'attività svolta ha evidenziato l'utilità di proseguire una sorveglianza di base per monitorare nel tempo la situazione, al fine di contenere i rischi per il consumatore
Indice
Il Piano Nazionale della Prevenzione (PNP), strumento fondamentale di pianificazione centrale degli interventi di prevenzione e promozione della salute, mira a garantire la salute individuale e collettiva e la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale secondo un approccio multidisciplinare, intersettoriale e coordinato. Stabilisce quindi gli obiettivi e gli strumenti per la prevenzione, poi adottati a livello territoriale attraverso i Piani Obiettivi Regionali, redatti e approvati dalla Conferenza dei Servizi.
Nelle Marche il PNP per il triennio 2014-2018 è stato recepito con Delibera della Giunta Regionale (DGR) n. 540/2015 e prorogato con apposito atto (DGR 887/2018) fino a tutto il 2019. Il documento prevede 12 programmi declinati in diverse linee di intervento; in particolare il programma n. 12 "Prevenzione delle malattie infettive trasmissibili" prevede 11 piani di azione, di cui il 12.10 focalizza l'attenzione sulla sorveglianza delle zoonosi.
Le zoonosi, malattie causate da agenti in grado di infettare uomo e animali, sia direttamente che indirettamente tramite alimenti, ambiente ed insetti vettori, hanno un impatto significativo sulla sanità pubblica per l'elevato numero di casi, la gravità sintomatologica che possono assumere, ma anche per le perdite economiche di cui sono responsabili nei settori produttivi, industria alimentare e settore zootecnico.
Le malattie classificabili come "zoonosi" sono più di 200 e circa il 75% delle malattie emergenti e riemergenti in Europa negli ultimi 10 anni è stato trasmesso da animali o da prodotti di origine animale. Ogni anno, in Europa sono confermati più di 320.000 casi nell'uomo (E.Matassa "Zoonosi e sanità pubblica" Springer), sebbene il numero effettivo sia probabilmente di gran lunga più elevato a causa della sottonotifica dei casi e della mancata diagnosi eziologica dovuta ad uno scarso ricorso ad accertamenti di laboratorio. La Commissione Europea, per tramite la Direttiva 2003/99/CE (c.d. "Direttiva zoonosi") ha impegnato gli Stati Membri ad introdurre sistemi di sorveglianza più efficaci e coordinati, sottolineando l'importanza di raccogliere dati attendibili sull'incidenza delle zoonosi di origine alimentare e non.
In tale ambito, l'obiettivo centrale della linea di intervento 12.10 di cui sopra, denominata "Sorveglianza delle zoonosi: ruolo del laboratorio come elemento strategico della sorveglianza", ha previsto lo sviluppo di protocolli di collaborazione tra laboratori ospedalieri di diagnostica/sorveglianza umana e laboratori deputati alla diagnosi/sorveglianza delle zoonosi negli alimenti e negli animali.
L'attività diagnostica rappresenta, infatti, un elemento fondamentale per garantire l'individuazione precoce della circolazione di agenti zoonotici al fine di arginare il rischio di epidemie, specialmente in mancanza di sistemi ufficiali di notifica. Il dato di laboratorio rende mirata la diagnosi, permettendo di conoscere la circolazione territoriale di un agente patogeno facilitando la notifica degli stessi alle Autorità competenti che, all'occorrenza, possono attivare un sistema di allerta rapidamente.
Una efficace prevenzione delle zoonosi richiede altresì un approccio multidisciplinare ed un continuo scambio di informazioni tra laboratori, reparti Ospedalieri, Servizi Medici e Veterinari dei Dipartimenti di prevenzione, finalizzato a massimizzare la capacità di intervento. E' quindi necessario adottare protocolli diagnostici armonizzati e prevedere uno scambio di informazioni sulla base di standard condivisi, affinché i dati prodotti dalla rete dei laboratori siano prontamente leggibili dagli attori di tutta la rete epidemiologica.
Sulla base di quanto sopra decritto e nell'ambito della linea di intervento 12.10 del PRP 2016-2018, l'IZSUM ha provveduto alla stesura di protocolli diagnostici per il monitoraggio di alcuni agenti zoonotici quali
Campylobacter,
Salmonella,
Yersinia enterocolitica ed
E. coli STEC.
Tale attività è proseguita anche nel corso del 2019, con lo scopo di approfondire ulteriormente l'aspetto relativo al rischio di circolazione di agenti zoonotici nella regione Marche e di incrementare la quantità di dati sulla diffusione delle patologie ad essi associate. In particolare, l'attività di sorveglianza si è focalizzata sul monitoraggio di
E.coli STEC,
Campylobacter spp,
Listeria monocytogenes,
Yersinia enterocolitica e
Salmonella Infantis con fenotipo ESBL.
Nel 2020 l'IZSUM ha ampliato il lavoro intrapreso negli anni precedenti sviluppando uno dei piani attuativi dell'obiettivo sanitario "Binomio ambiente e salute. La salute nell'interfaccia uomo-animale (antibiotico resistenza e zoonosi)", rappresentato dal "Monitoraggio di patogeni emergenti con particolare riguardo ai patogeni di origine virale nelle produzioni di origine animale".
In particolare, il Laboratorio Controllo Alimenti della Sede di Fermo, si è occupato di approfondire l'aspetto legato alla diffusione di
Yersinia enterocolitica in diverse matrici alimentari considerate a rischio.
Secondo i dati riportati da Surveillance Atlas of Infectious Diseases (ECDC), per il 2019 la yersiniosi si colloca al quarto posto in Europa tra le zoonosi più frequentemente notificate.
Relativamente alla yersiniosi, nella tabella 1 si riportano i dati estrapolati dal ECDC (
https://atlas.ecdc.europa.eu/public/index.aspx) che riguardano i casi in Europa nel triennio 2017, 2018 e 2019. Il confronto dei dati relativi al numero di casi confermati, tasso di notifica e casi ospedalizzati, evidenzia un andamento pressoché invariato nel triennio preso in considerazione; il parametro che ha subito una variazione abbastanza significativa è rappresentato dal tasso di notifica, il cui valore (per 100.000 abitanti) nel 2019 è risultato minore rispetto a quello del 2017 (1.68 a fronte di 1.77).
La segnalazione dei casi di yersiniosi nell'uomo e la conferma della presenza del germe negli alimenti è obbligatoria nella gran parte degli Stati Membri dell'Unione Europea (UE), tuttavia in circa un quarto dei paesi, tra cui l'Italia, il sistema di sorveglianza si basa su segnalazioni volontarie, in conformità alla "Direttiva zoonosi", la quale specifica che quelle zoonosi per le quali il controllo non è obbligatorio, come la yersiniosi (Allegato B), devono essere monitorate qualora la situazione epidemiologica lo richieda.
Per tale ragione, i dati forniti finora dagli Stati Membri all'UE relativi alla presenza di
Yersinia in animali e alimenti, risultano da piani di campionamento non armonizzati. La scarsità di dati nonché regole di campionamento e di segnalazione non omogenee, precludono dunque il monitoraggio e l'analisi dei trend di diffusione e delle fonti di infezione.
Le specie patogene notificate a livello europeo sono
Y. enterocolitica e
Y. Pseudotubercolosis; la prima è responsabile del 99% delle infezioni umane.
Il maggior serbatoio di
Y. enterocolitica è rappresentato dai suini domestici e i sierotipi più frequentemente riscontrati nel suino e nei prodotti derivati sono quelli più comunemente riportati nelle infezioni umane.
Tabella 2: Dati relativi alle positività riscontrate in diverse categorie alimentari
e specie animali negli anni 2015-2019 (EFSA-ECDC 2021)
Table 2: Positivity found in different food categories and animal species (years 2015-2019)
(from EFSA-ECDC 2021)
Tabella 3: Dati relativi alle positività riscontrate
in diverse specie animali nell'anno 2019 (EFSA-ECDC 2021)
Table 3: Positivity found in different animal species (year 2019)
(from EFSA-ECDC 2021)
I dati disponibili confermano infatti che la maggior parte delle positività alimentari si riscontra nei prodotti a base di carne suina (Tabella 2) e suini (Tabella 3), dati estrapolati dal report del 2021 di European Food Safety Authority EFSA- ECDC. Recentemente la presenza di
Y. enterocolitica è stata evidenziata anche in altri alimenti quali le insalate pronte al consumo (RTE), suggerendo che un ruolo importante possa essere svolto da fonti di infezioni diverse da quella suina. Nel 2019, tutti i 14 outbreaks riportati a EFSA sono dovuti a
Y. enterocolitica. Questi outbreaks hanno coinvolto 149 casi in 7 Paesi Europei con un numero di casi/outbreak relativamente basso (9.9). Due dei 14 outbreaks riportati erano dovuti al consumo di vegetali (ECDC-Yersiniosis Annual Epidemiologic Report for 2019).
L'informazione di specie viene riportata nel 95.1% dei casi di yersiniosi confermati.
Y. enterocolitica rappresenta di gran lunga la specie più comunemente riscontrata in tutti gli Stati Membri, con una percentuale di isolamento del 99.3%, e i sierotipi più frequentemente isolati sono rappresentati dal sierotipo O:3 (86.5%), seguito da O:9 (9.3%) e O:5,27 (1.9%) (EFSA 2018).
Al fine di valutare la significatività per la salute pubblica e la patogenicità per l'uomo di
Y. enterocolitica, è importante raccogliere dati di biotipizzazione dei ceppi isolati.
Y. enterocolitica si divide in 6 biotipi (1A, 1B, 2, 3, 4 e 5), considerati patogeni per l'uomo, ad eccezione del biotipo 1A.
Quest'ultimo, frequentemente isolato dall'ambiente e considerato prevalentemente non virulento per la mancanza di specifici determinanti di virulenza, è risultato in alcuni casi correlato a infezioni gastrointestinali. Questo biotipo sarebbe infatti in grado di determinare sintomi clinici simili a quelli provocati da altri ceppi patogeni, rivestendo dunque una certa importanza clinica ed epidemiologica (Tennant et al. 2003).
L'informazione relativa al biotipo è fornita solo in una porzione limitata di casi di yersiniosi (23% dei casi riportati nel 2019) (EFSA 2018). Nello specifico i biotipi più comuni nel 2017 sono il biotipo 4 (86.8%) seguito dal biotipo 2 (11.6%) e dal biotipo 1B (1.0%) (EFSA 2018); il dato risulta invece mancante nei successivi report pubblicati dall'EFSA (EFSA 2019 e 2021), nei quali comunque si sottolinea l'importanza dell'informazione dal punto di vista epidemiologico e la necessità di incrementare la raccolta dei dati di biotipizzazione. La carenza di informazioni è in parte legata alla laboriosità e difficoltà di interpretazione dei metodi fenotipici utilizzati per la determinazione del biotipo.
L'importanza di incrementare l'attività di sorveglianza del germe non è dovuta solo dai dati scientifici forniti ma è supportata anche da un punto di vista legislativo: le "Linee guida per il controllo ufficiale ai sensi del Regolamento (CE) 625/2017" (Allegato 7 - controlli microbiologi) introducono per la matrice "Prodotti a base di carne" di derivazione suina e destinati ad essere consumati crudi/tal quali la ricerca di
Y. enterocolitica come "altro valore guida" da gestire, come criterio di sicurezza alimentare in caso di positività. Si specifica inoltre che "la patogenicità deve essere confermata con la determinazione dei geni di patogenicità" tramite metodica ISO 10273 e identificazione sierotipo e gene ail.
Come detto precedentemente, sebbene i prodotti a base di carne suina rappresentino per il consumatore il rischio più elevato, negli ultimi decenni le verdure fresche a foglia di IV gamma (es. insalate RTE) sono state riconosciute quale veicolo significativo di agenti patogeni di origine alimentare. In particolare in Europa sono stati ben documentati diversi casi di
yersiniosi, epidemiologicamente correlati con il consumo di questi prodotti contaminati (MacDonald et al, 2014). L'aumento dei rischi è legato alla crescente disponibilità sul mercato e al maggior utilizzo da parte del consumatore di questa tipologia di prodotti poco lavorati e non trattati termicamente. Sebbene la loro shelf life sia breve e necessitino di conservazione a temperatura di refrigerazione, quest'ultima non è in grado di inibire la crescita di Yersinia (Zadernowska et al, 2013).
Per tali ragioni un rafforzamento delle misure di controllo e monitoraggio di questo tipo di prodotti quali fonti di infezione da
Yersinia risulta senz'altro auspicabile.
L'attività svolta nel corso del triennio 2018-2020 dal Laboratorio Controllo Alimenti di Fermo ha previsto un monitoraggio al fine di valutare la circolazione del patogeno nel territorio marchigiano, analizzando le matrici a maggior rischio quali prodotti e preparazioni a base di carne suina. I campionamenti sono stati effettuati sia dal personale dei Servizi Veterinari delle Area Vaste dei Dipartimenti di Prevenzione dell' ASUR che da liberi professionisti/ consulenti nell'ambito di attività di autocontrollo aziendale. Inoltre nel 2019 sono stati inclusi nel monitoraggio anche gli alimenti di origine vegetale, in particolare quelli di IV gamma, prelevati con cadenza settimanale presso lo stabilimento di produzione da parte del personale dell'IZSUM.
Dal momento che il suino rappresenta il principale serbatoio di ceppi di Y.enterocolitica patogena per l'uomo, si è ritenuto utile investigare la circolazione del microrganismo in alcuni mattatoi della regione, al fine di valutare l'impatto nella filiera produttiva. Come indicato in bibliografia (Martinez et al, 2011, Bonardi et al, 2013, 2014 e 2016, Stachelska et al, 2017, Centorame et al, 2017) ceppi di
Y.enterocolitica sono stati infatti isolati da vari organi e tessuti dei suini da ingrasso, in particolare tonsille, con percentuali di positività degli isolati al gene ail comprese tra 8% e 32%.
I risultati di tale attività diagnostica, completata con la determinazione molecolare del sierotipo in alcuni isolati e la ricerca di un secondo fattore di virulenza (ystB), sono ancora in fase di rielaborazione.
Materiali e Metodi
Matrici analizzate
Prodotti a base di carne suina
I campioni sottoposti ad analisi nel corso del monitoraggio hanno riguardato le seguenti tipologie di prodotti:
- Prodotti e preparazioni a base di carne da consumarsi crudi
- Prodotti a base di carne cotti
- Prodotti di gastronomia RTE
- Preparazioni a base di carne da consumarsi cotte
Le matrici alimentari investigate sono pervenute alle sezioni territoriali marchigiane dell'Istituto perché destinate ad altre ricerche microbiologiche, collegate a campionamenti ufficiali (es. Piano Regionale Campionamento Alimenti) e a attività di autocontrollo aziendale. Dalle sezioni territoriali sono state successivamente trasferite alla sezione di Fermo per la ricerca di
Y. enterocolitica.
I campioni sono stati registrati nel sistema informativo dell'Istituto garantendo la privacy dell'operatore alimentare.
Prodotti vegetali a foglia - Insalate di IV gamma
Nel 2019 è stata attivata una collaborazione tra l'IZSUM e un'azienda locale che produce e distribuisce i prodotti su tutto il territorio regionale e nazionale. I campioni, effettuati con cadenza settimanale per un periodo di 10 mesi, erano rappresentati da cinque referenze: lattughino, valeriana, rucola, cuore di iceberg e poker di insalate, che sono stati analizzati in corrispondenza della data di scadenza del prodotto.
Attività analitica
Dopo una prima fase dell'attività, dedicata alla redazione della procedura operativa di supporto al metodo normato UNI CEI ISO/TS 18867:2015 + app.B1 e UNI EN ISO 10273:2017 e alla conduzione di prove preliminari sulla base delle quali ottimizzare il protocollo di Real time PCR, il Laboratorio ha svolto la verifica dei parametri di validazione del metodo. Tale attività, volta a verificare la capacità del laboratorio di eseguire il metodo nel rispetto dei parametri di precisione riportati nella norma, è stata effettuata secondo quanto indicato nei documenti del Sistema Qualità in uso presso il Laboratorio.
Ricerca di Y. enterocolitica patogena (gene ail) - Real time PCR, isolamento, identificazione e biotipizzazione
Il metodo UNI CEI ISO/TS 18867:2015 + app.B1 e UNI EN ISO 10273:2017 prevede la ricerca di biotipi patogeni di
Y. enterocolitica mediante arricchimento in brodo selettivo (Peptone Sorbitol Bile salt broth - PSB), estrazione e purificazione del DNA (InstaGene MatrixTM - BioRad), amplificazione e ricerca del gene ail (attachment invasion locus) con metodica biomolecolare.
Quest'ultima è rappresentato da una Real Time PCR qualitativa per la ricerca di
Y. enterocolitica patogena mediante amplificazione di una sequenza specifica per il locus ail, a localizzazione cromosomale, responsabile del meccanismo di patogenicità di
Y. enterocolitica e presente in tutti i biotipi associati a malattia. Il sistema di ricerca è sviluppato come PCR duplex in tempo reale per l'amplificazione di un gene target in combinazione con un controllo interno di amplificazione (IAC) e si basa sull'utilizzo di una sonda a idrolisi specifica (tabella 4).
Table 4: Real time PCR for
Y. enterocolitica ail gene identification:
target gene, sequence, expected amplification and relative bibliography
Le brodocolture positive alla Real time PCR per la ricerca del gene ail vengono incubate per ulteriori 24 h 3 h a 25°C 1°C e successivamente seminate su piastre di CIN (Cefsulodin, Irgasan and Novobiocin) agar, prima e dopo trattamento della brodocoltura con soluzione di KOH 0.5%. Le piastre sono incubate a 30°C ± 1 °C per 24 h ± 2 h. Le colonie tipiche sono sottoposte a conferma mediante:
- Real time PCR per il gene ail
- Test della pyrazinamidasi
- Biotipizzazione mediante prove in micrometodo (esculina, trealosio, indolo e xilosio) e prove in macrometodo (test della lipasi con semina su terreno Egg Yolk Agar)
In figura 2 è riportata la rappresentazione schematica della procedura. Se in caso di negatività il metodo consente di esprimere l'assenza di
Y. enterocolitica patogena in sole 24 h, nel caso di positività, la procedura prevede una tempistica piuttosto lunga (7 giorni) e una complessità analitica notevole, legata alle numerose prove fenotipiche di biotipizzazione, che necessitano di elevata professionalità da parte del personale coinvolto.
Figura 2: Rappresentazione schematica del metodo normato UNI CEI ISO/TS
18867:2015 + app.B1 e UNI EN ISO 10273:2017
Figure 2: Schematic representation of the UNI CEI ISO / TS
18867: 2015 + app.B1 and UNI EN ISO 10273: 2017 standardized methods
Risultati e discussione
Validazione
Le prove di verifica dei parametri di validazione condotte hanno portato alla redazione del Dossier di validazione, nel quale sono descritte le modalità operative eseguite e i parametri caratterizzanti il metodo, rappresentati da: sensibilità relativa, specificità relativa e LOD (Limit of Detection). La norma di riferimento UNI EN ISO/TS 18867:2015 riporta la valutazione del limite di rilevabilità del metodo attraverso la misurazione di quattro diverse matrici di alimenti inoculate con 5 CFU e 50 CFU in 25 g. Si è deciso di adottare il LOD 10.7 UFC/25 g (tabella 5).
Il laboratorio ha ottenuto l'accreditamento della prova, inserita nell'elenco prove ACCREDIA (Rev. 46 del 18-12 2018).
Table 5: Parameters characterizing the UNI EN ISO / TS 18867: 2015 method
Analisi dei campioni
Prodotti a base di carne suina
Nel corso del triennio sono stati analizzati n. 322 campioni, distribuiti nelle seguenti tipologie di matrici alimentari (tabella 6 e figura 3):
- Prodotti e preparazioni a base di carne crudi (n. 209)
- Prodotti a base di carne cotti (n. 30)
- Preparazioni a base di carne da consumare cotte (n. 70)
- Prodotti di gastronomia Ready to Eat (n. 13)
Table 6: Swine meat-based samples, analyzed in three-year period (2018-2020)
Figura 3: Tipologia matrici alimentari analizzati per i campioni "prodotti a base di carne" trienno 2018-2020
Figure 3: Type of food matrices used for the "meat products" samples in the 2018-2020 period
Il 65% dei campioni appartiene alla categoria dei prodotti e preparazioni a base di carne crudi, costituiti prevalentemente da ciauscoli seguiti dai salumi freschi. La seconda tipologia maggiormente rappresentata è costituita dalle preparazioni a base di carne da consumarsi cotte (22%), con la salsiccia fresca quale matrice prevalente.
Per quanto concerne la provenienza dei campioni (controllo ufficiale o attività di autocontrollo), nei primi due anni di attività la grande maggioranza dei campioni è stata prelevata nell'ambito di attività di autocontrollo aziendale (87% nel 2018; 76% nel 2019), mentre per il 2020 la percentuale è scesa al 51% in quanto l'attività di monitoraggio di
Y. enterocolitica in alcune matrici a rischio è stata inserita e formalizzata nel Piano di Campionamento degli Alimenti - Anno 2019 con atto legislativo regionale (DDPF n. 49 del 26/03/2019 - Allegato R) e ciò ha reso possibile l'aumento del numero di campioni derivanti da matrici alimentari prelevati dal personale sanitario (figura 4).
Figura 4: Provenienza dei campioni analizzati nel corso dell'attività
Figure 4: Origin of the samples, analyzed during the activity
Le attività di campionamento hanno seguito un andamento temporale non sempre omogeneo e le analisi di laboratorio sono iniziate a maggio 2018, mentre l'inizio dell'anno è stato dedicato alla messa a punto delle prove e alla successiva acquisizione del metodo.
Nel 2020 l'attività è stata invece condizionata dall'emergenza sanitaria Coronavirus, che ha determinato, nei primi mesi dell'anno 2020 un brusco rallentamento delle attività di laboratorio, tra le quali le analisi dei campioni conferiti nell'ambito del Piano di Campionamento Regionale degli alimenti nonché quelli derivanti dalle consulenze di autocontrollo, con conseguenti ripercussioni negative sull'attività di monitoraggio in corso.
Nei mesi estivi è ripresa l'attività, salvo poi subire nuovamente un decremento in concomitanza con la "seconda ondata Covid" avvenuta a partire dal mese di ottobre.
Le analisi svolte sui 322 campioni hanno evidenziato la positività al gene ail del brodo di arricchimento di 6 campioni, rappresentati da 4 salsicce fresche e 2 coppe. La semina dei brodi su terreno selettivo CIN agar ha determinato la crescita di colonie che, testate in Real time PCR per il gene ail, sono sempre risultate negative.
I campioni sono stati dunque refertati come "Presenza presuntiva di
Y. enterocolitica patogena". La ragione del mancato isolamento di
Y. enterocolitica potrebbe essere ricondotta alla presenza del patogeno in concentrazione talmente bassa da non poter essere coltivabile. Inoltre le matrici in questione sono caratterizzate da una ricca flora contaminante che può aver reso difficile la crescita e l'isolamento di
Y. enterocolitica.
Nelle tabelle 7 e 8 sono confrontati i risultati ottenuti dal monitoraggio effettuato nel triennio: nel 2020 si evidenzia un aumento nella percentuale di positività seppur presunta (4.9%), rispetto al 2019 (0.9%). La tipologia interessata è stata quella delle preparazioni a base di carne da consumare cotte (salsicce fresche), alle quale si è aggiunta nel 2020 quella dei prodotti a base di carne cotti (coppa).
Questo dato pone l'attenzione sul fatto che mentre nel caso della salsiccia fresca il trattamento termico della cottura determinerebbe l'abbattimento del rischio per il consumatore, questo non accadrebbe nel caso della coppa, prodotto già cotto e pronto al consumo, per il quale il rischio per il consumatore diventa elevato.
Table 7: Comparison of data obtained from the monitoring of Y.enterocolitica
on meat products, carried out in the three years 2018, 2019 and 2020
Table 8: Types of matrices analyzed and relative percentage of presumed positive obtained
Prodotti vegetali a foglia - Insalate di IV gamma
Nel corso del 2019 sono stati analizzati n. 132 campioni. Ad eccezione della varietà cuore di iceberg, analizzata sempre nel formato 200 g, gli altri tipi di insalate presentavano diversi formati compresi tra 65 g e 200 g. Tutti i campioni analizzati sono risultati negativi per
Y. enterocolitica patogena (tabella 9).
Table 9: Type of IV range vegetables analyzed in 2019 and results obtained
Conclusioni
L'attività condotta ha consentito di approfondire la problematica relativa alla diffusione di
Y. enterocolitica patogena in matrici considerate maggiormente a rischio, quali prodotti e preparazioni a base di carne suina. Nel corso dell'attività sono state inserite anche le insalate, come prodotti RTE; riconosciute quale veicolo significativo di agenti patogeni di origine alimentare, tra cui
Y. enterocolitica, necessitano pertanto di ulteriore approfondimento.
Per quanto riguarda i prodotti a base di carne suina, è importante evidenziare che nel periodo in cui è stato effettuato il monitoraggio, le positività presunte riscontrate hanno riguardato principalmente la stessa matrice alimentare, la "salsiccia fresca", confermando che tali alimenti rappresentano la tipologia di prodotto a maggior rischio per il consumatore.
Le positività presunte ottenute sulla matrice "coppa" nel corso del 2020 rendono necessario mantenere alta l'attenzione, essendo tale matrice un prodotto cotto. Non subendo cioè ulteriore processo termico ed essendo dunque pronto al consumo, tale alimento potrebbe rappresentare un rischio elevato per il consumatore.
L'attività di monitoraggio svolta sulle matrici di origine suina ha permesso di concludere che, sebbene la circolazione di questo patogeno nelle matrici considerate a maggior rischio per il consumatore risulti contenuta e si attesti a basse percentuali di positività presunta, non associata cioè all'isolamento ma solo alla rilevazione molecolare del patogeno, risulterebbe comunque utile proseguire un'attività di sorveglianza di base per monitorare nel tempo la situazione, evitando così rischi per il consumatore.
Relativamente all'indagine svolta sulle insalate di IV gamma, questa non ha rilevato alcuna positività a
Y. enterocolitica patogena. Questo dato permetterebbe di supporre che i trattamenti tecnologici durante il processo produttivo, volti ad ostacolare lo sviluppo di microrganismi e a ritardare la comparsa di alterazioni, siano da considerarsi efficaci.
L'attività triennale (2018-2020) di monitoraggio della diffusione, nel territorio marchigiano, di
Y. enterocolitica patogena in matrici alimentari considerate a rischio ha permesso di effettuare una prima valutazione di quanto questo patogeno sia presente nel nostro territorio.
Sebbene i dati relativi alla sua circolazione non destino preoccupazioni per la salute del consumatore e siano limitati prevalentemente a prodotti da consumarsi previa cottura, risulterebbe tuttavia importante procedere con un piano di sorveglianza che permetta di valutare nel tempo la situazione epidemiologia sul territorio.
Sono, inoltre, in fase di rielaborazione i dati derivanti da uno studio della circolazione di
Y. enterocolitica in alcuni mattatoi della regione, al fine di valutare l'impatto di tale microrganismo nella filiera produttiva. Questa attività ha previsto l'analisi delle tonsille e di tamponi prelevati da carcasse di suino scelte in modo casuale da tre mattatoi del territorio marchigiano.
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