Biblioteca Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche
Sanità Pubblica Veterinaria: Numero 120, Giugno 2020 [http://www.spvet.it/] ISSN 1592-1581
Documento reperibile all'indirizzo: http://spvet.it/indice-spv.html#edi119

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L'indice di Hirsch, fa la sua comparsa nell'informazione generalista sul Covid 19

The Hirsch index makes its appearance in the Covid 19 general press

[Ver. 1.0]

Raoul Ciappelloni

Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche "Togo Rosati"


Abstract. This editorial is based on a public discussion that involved the Hirsch index in the TV popular media. In May 2020, the positions of the Government and the measures adopted by the Italian Health System, in the middle of the Covid 19 pandemic, caused a debate on their adequacy. These discussions involved prominent professionals in the medical community and their scientific reliability level. In this regard, scientometric indices were invoked, such as the Hirsh index (h-Index), as objective proof of competence in the matter. The citation score would therefore be a kind of benchmark in order to evaluate the convenience to follow the indications of scientists and researchers. The scientific community, while not taking positions on the matter, seems to consider these parameters a kind of lesser evil. On the other hand, data published for instance by Scimago indicate the production of literature in the various disciplinary fields, remarkably large. This makes it difficult to analyze them by ordinary academic commissions, case by case up to an thorough evaluation of the goodness or otherwise of an individual scientific production, as Nobel Prize Richard Ernst would suggest, hoping that they can: read the works instead of evaluating them by counting quotes. In the current organization of scientific publishing on a global scale, bibliometric indices remain a fundamental tool for making reasonable evaluations on articles and, consequently, on the scholars who wrote them. This discussion, due to its scientific importance and the urgence to face the Covid 19 pandemic, ends up leaving the academic and research environment to make its appearance in satirical broadcasts and in popular media information

Riassunto. L'editoriale riporta una discussione che ha riguardato l'indice di Hirsch nei media generalisti. Nel Maggio del 2020 le disposizioni del Governo e le misure adottate del Sistema Sanitario italiano, in piena pandemia di Covid 19, hanno suscitato accese discussioni sulla loro adeguatezza. Gli scambi hanno coinvolto alcuni professionisti di rilievo nella comunità medica ed il loro livello di affidabilità scientifica. Al riguardo sono stati invocati gli indici scientometrici quale l'H index quale riprova della competenza in materia. Lo score citazionale sarebbe quindi una specie di benchmark per valutare l'opportunità di seguire le opinioni di scienziati e ricercatori. La comunità scientifica, pur non prendendo posizioni in merito sembra considerare questi parametri una specie di male minore. D'altra parte i dati pubblicati da Scimago indicano che la produzione di letteratura nei diversi ambiti disciplinari è sostenuta. Ciò rende difficile una loro analisi da parte di ordinarie commissioni di studio che entrino nel merito caso per caso fino a valutare complessivamente la bontà o meno di una produzione scientifica individuale, come suggerirebbe il premio Nobel Richard Ernst auspicando che si possano: leggere i lavori scientifici anziché valutarli contando citazioni. Nell'attuale organizzazione dell'editoria scientifica a livello globale, gli indici bibliometrici rimangono uno strumento fondamentale per esprimere valutazioni sensate sulle pubblicazioni e, conseguentemente, sugli studiosi che le hanno scritte. Questa discussione, per la sua importanza, finisce per uscire dagli ambiti accademici e della ricerca per fare la sua comparsa nelle trasmissioni satiriche e nell'informazione dei media generalisti



Introduzione
“... Noi dobbiamo intenderci sulla qualifica di scienziato perché se andiamo a vedere i parametri io sono molto più scienziato di tanti autoproclamatosi scienziati, anche facenti parte del comitato tecnico. Perché in Italia e nel mondo per esser scienziati bisogna produrre scientificamente e la produzione scientifica ha dei parametri molto precisi: basta andare nei motori di ricerca ... e vedere quello che ha prodotto scientificamente Zangrillo. E alla fine se vogliamo facciamo la classifica ”. (Huffingtonpost, 2020).

Queste affermazioni, riportate dalle agenzie e organi di informazione italiani in modo più o meno esteso, sono attribuite al Professor Alberto Zangrillo dell'Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico - San Raffaele di Milano. La terminologia è qualificata. Si parla di: "parametri", "produzione scientifica", "classifica", argomenti oggettivi con i quali misurare la competenza di soggetti che si occupano di Covid 19.
L'agenzia segue altri articoli pubblicati i precedenza, che propongono una specie di classifica (Buzzelli, 2020), molto accurata quella diffusa dalla Redazione del Corriere del Giorno del 2 Maggio scorso (https://www.ilcorrieredelgiorno.it/gli-esperti-piu-scarsi-del-mondo-burioni-pregliasco-e-brusaferro/), basata sull'indice H (indice di Hirsch) che intende "pesare" il valore di ricercatori di riferimento nel contesto sanitario nazionale, stabilendo l'"impatto" del loro lavoro sulla comunità scientifica. L'informazione televisiva non è da meno.

Il 1 Giugno scorso, nella popolare trasmissione televisiva "Otto e mezzo" (Rete La7), l'argomento emerge nell'intervista di Lilli Gruber al Professor Luca Richeldi, primario di pneumologia del Policlinico Gemelli di Roma e componente del Comitato Tecnico Scientifico (CTS) per l’emergenza Covid-19. Questi controbatte alle affermazioni sopra riportate, osservando che in ogni caso la qualifica di scienziato viene stabilita da parametri oggettivi come l'h-Index, che il suo è pari a quello del professor Zangrillo mente un altro membro del CTs lo avrebbe superiore.

La disamina dei "meriti scientifici oggettivi" continua il 5 Giugno nel Canale Nove.tv (digitale terrestre), dove il comico Maurizio Crozza fa l'imitazione del Professor Franco Locatelli che esibisce provocatoriamente la voluminosa documentazione del suo h-Index.

Queste brevi riferimenti a stampa e televisione sono relativi all'utilizzo dell'indice scientometrico elaborato da Jorge Hirsch e presentato nell'articolo "An index to quantify an individual's scientific research output" (2005), che dopo quindici anni di discussioni fra addetti ai lavori, fa il suo ingresso nell'informazione generalista. Ciò, sia detto per inciso, non avviene per descrivere un dibattito accademico fra scienziati, ma al fine di legittimare o meno una politica di Governo in materia sanitaria.

H - Index
La questione è rilevante anche perché gli indici scientometrici, primo fra tutti il journal Impact Factor - IF® proposto da Eugene Garfield nell'articolo: "Citation indexes for science. A new dimension in documentation through association of ideas". (1955), sono sempre più utilizzati per valutare i ricercatori. L'IF in particolare, nasceva per aiutare i bibliotecari a decidere quali riviste acquistare. Utilizzato a volte impropriamente per altri scopi (come Eugene Garfield sostenne tutte le volte che ne ebbe l'occasione), è stato una specie di benchmark per la qualità accademica.

H-Index
Figura 1. Indice H. Ideato da Jorge Hirsch (Università della California, USA). Considera
l'intersezione fra numero di pubblicazioni e di citazioni ricevute
Figure 1. H index. Designed by Jorge Hirsch (University of California, USA). Take into the account
the intersection between the number of publications and citations received
[wikipedia, immagine di Pubblico dominio]


Sugli indici sono sempre stati espressi dubbi e critiche. Ricordiamo che più di vent'anni fa, il professor Giovanni Figà Talamanca, proprio riferendosi all'IF, disse che avrebbe potuto avere: "... costi altissimi in termini dei danni che può recare al sistema scientifico e pochissimi, incerti, benefici". (Talamanca, 2000). Sull' h - Index la posizione di molti ricercatori è, anche oggi, più o meno simile.
Il fascino degli indici bibliometrici sia ordinari che alternativi, le cosiddette "Altmetriche", sta tutto nella loro sinteticità comunicativa. Potremmo dire che si basano su un meccanismo concettualmente molto semplice.
Stiamo parlando di una specie di "applausometro", strumento caratteristico di alcune popolari trasmissioni radiofoniche e televisive del passato di Silvio Noto (1957) e di Corrado Mantoni (1968).

Primo applauso - con Silvio Noto ed Emma Danieli
Programma televisivo "Primo applauso" con Silvio Noto ed Emma Danieli. (1957).
Assai simile "La Corrida - Dilettanti allo sbaraglio" di Corrado (1968)
"First applause" television program, with Silvio Noto and Emma Danieli. (1957).
Very similar to Corrado's "La Corrida - Amateurs into the fray" (1968)

[Immagine nel Pubblico Dominio - https://it.wikipedia.org/wiki/File:Notodanieli.jpg]


In queste trasmissioni, il pubblico ascoltava le esibizioni di canto o recitazione ed alla fine interveniva applaudendo. L'applauso (durata, intensità) decideva il successo o la bocciatura dell'esibizione. Nell'h-Index o JIF Index, l'entità citazionale ha una funzione più o meno simile. A differenza dell'applausometro televisivo, qui il pubblico non è selezionato a caso o fra appassionati di performance artistiche, ma si tratta dei massimi esperti nella materia discussa in una specifica comunità disciplinare, che utilizzano il lavoro di un loro "pari" per sostenere una propria ricerca.
Per questo la loro segnalazione (citazione) è qualificata ed ha indubbiamente valore al fine di stabilire se una produzione scientifica possa essere considerata importante o meno.

Un aspetto rilevante è che tale giudizio può essere utilizzato da non esperti della specifica disciplina, (tipicamente bibliotecari), per decidere l'acquisto di risorse bibliografiche (riviste, articoli) o per esprimere giudizi di merito (classifiche) sugli autori appartenenti ad uno specifico settore disciplinare e di interesse scientifico.
Si può estendere quest'uso a questioni di ordine più generale? Non è detto. Ci sono certamente considerazioni accessorie e situazioni particolari di cui tener conto, che possono correggere il giudizio complessivo. Tali questioni sono spesso sollevate in modo polemico dai detrattori degli indici bibliometrici (ma non è certo colpa dell'indice in questione se a volte non viene applicato correttamente).
Colpisce tuttavia l'asprezza con la quale il confronto politico si fa scudo perfino dei parametri scientometrici, argomento certamente in grado di infiammare gli animi, ma in ambiti più appropriati come quello della ricerca.
Curiosamente questa conflittualità sembra essere contagiosa e passa nel versante scientifico, dove gli indici bibliometrici vengono avversati da una parte di studiosi e ricercatori come per l'Associazione Roars (Return On Academic Research and School).

Citiamo Richard Ernst, premio Nobel per la Chimica nel 1991, il quale scrisse: "... La Bibliometria può effettivamente diventare la pietra tombale definitiva della vera scienza. In ultimo, il personalissimo desiderio dell'autore rimane quello di spedire tutta la bibliometria, compresi i suoi devoti servitori, nel più nero e onnivoro buco nero dell'universo, ciò allo scopo di liberare il mondo della ricerca da questa pestilenza per sempre - C'è in effetti un'alternativa: Semplicemente cominciare a leggere le pubblicazioni invece di classificarle contando citazioni!". (Ernst, 2010).

Giorgio Israel non è da meno e nel suo Blog scrive che "... giocando con uno dei programmi di calcolo dell’h-Index si possono ottenere risultati talora esilaranti, buoni per dimenticare la calura delle serata estive ... Al solito si dirà che attaccare la bibliometria è non volere la valutazione. Sciocchezze. Personalità al vertice della ricerca hanno mostrato che la bibliometria corrompe l’etica scientifica" (Israel, 2011).

Conclusioni
La diatriba a sfondo citazionale, che ha coinvolto il professor Zangrillo, fa capire come i centri di ricerca siano attualmente al centro di una tempesta mediatica. La situazione pandemica è grave e agli scientist si chiedono punti di riferimento più solidi.
Sulla questione degli indici, si potrebbe forse più sensatamente, seguire Pellegrino Conte (2020), il quale afferma che: "... Al di fuori dell’ambito accademico, l’h-Index non può essere utilizzato. In ogni caso, anche in ambito accademico va utilizzato non in senso assoluto ma assieme a tutta una serie di parametri che servono per valutare la credibilità di uno scienziato. Usando un linguaggio matematico, l’h-Index è condizione necessaria ma non sufficiente a farsi un’idea del lavoro di qualcuno".
Lo score citazionale sarebbe quindi inadeguato a valutare il "peso" di scienziati e ricercatori come unico parametro di giudizio (ma poi c'è qualcuno che lo fa davvero?). Rappresentano in ogni caso una specie di male minore.

I dati pubblicati da Scimago indicano che la produzione di letteratura scientifica, per i diversi Paesi, è molto elevata e si incrementa ad un ritmo sostenuto di anno in anno.
Solo in Italia nel 2019 sono stati pubblicati più di centoventicinquemila documenti scientifici citabili. È difficile pensare che si possano creare le condizioni per valutarli attraverso regolari commissioni di studiosi che ne analizzino il valore in discussioni partecipate, come suggerirebbe Richard Ernst auspicando che si possano: "leggere i lavori scientifici anziché valutarli contando citazioni", a meno di non trovarsi un una ristrettissima comunità scientifica dedicata ad un argomento piuttosto esoterico.
Nell'attuale situazione, per come è organizzata l'attività di ricerca e l'editoria scientifica a livello globale, gli indici bibliometrici rimangono uno strumento fondamentale per esprimere valutazioni sensate sulle pubblicazioni e, conseguentemente, sugli studiosi che le hanno scritte. Inoltre, soprattutto in un Paese fragile come l'Italia, rappresentano pur sempre un rimedio (sia pure non decisivo) contro giudizi viziati da interessi di parte, che a volte emergono nelle procedure concorsuali e di attribuzione dei finanziamenti.

Bibliografia

AdnKronos (2020). Zangrillo: "Più scienziato io di tanti altri". https://www.adnkronos.com/salute/sanita/2020/06/01/zangrillo-piu-scienziato-tanti-altri_CydIcJyUAewRChaKfwYwNJ.html?refresh_ce

AGI-Agenzia Giornalistica Italia S.p.a. (2020). Cronaca. "Sono più scienziato io di tanti altri, anche in Cts", dice Zangrillo. https://www.agi.it/cronaca/news/2020-06-01/cosa-pensano-virologi-virus-morto-zangrillo-8784242/

Buzzelli A. (2020). Bocciati gli esperti virologi che sono sempre in tv. https://www.iltempo.it/cronache/2020/05/01/news/coronavirus-virologi-classifica-pagelle-scopus-anthony-fauci-scienziati-mondo-virus-1322185/

Conte P. (2020). Credibilità scientifica e h-Index. http://www.pellegrinoconte.com/2020/05/02/credibilita-scientifica-e-h-index/

Ernst,R. R. (2010). The follies of citation indices and academic ranking lists a brief commentary to: “Bibliometrics as Weapons of Mass Citation”. CHIMIA, 64(1/2), p. 90.

Garfield E. (1955). Citation indexes for science. A new dimension in documentation through association of ideas. Science;122:108–11. (reprinted by: International Journal of Epidemiology, 35(5): 1123-1127. http://garfield.library.upenn.edu/papers/ijev35n5p1123y2006.pdf)

Hirsch, J. E. (15 November 2005). "An index to quantify an individual's scientific research output". PNAS. 102 (46): 16569–72. https://www.pnas.org/content/pnas/102/46/16569.full.pdf?gca=102%25252F46%25252F16569&sendit=Get%20All%20Checked%20Abstract%28s%29

Huffingtonpost (2020). Cronaca. Zangrillo: "Non sono pentito, sul virus ho detto la verità. Sono più scienziato io di tanti che parlano". https://www.huffingtonpost.it/entry/zangrillo-non-sono-pentito-sul-virus-ho-detto-la-verita-sono-piu-scienziato-io-di-tanti-che-parlano_it_5ed4da7bc5b60d7e0be4479b?utm_hp_ref=it-homepage

Israel G. (2011). Ancora sul demenziale h-Index. http://gisrael.blogspot.com/2011/07/ancora-sul-demenziale-h-index.html

New Pharma Italy (2020). Zangrillo: “Più scienziato io di tanti altri”. https://www.newpharmaitaly.it/zangrillo-piu-scienziato-io-di-tanti-altri/

Redazione ilcorrieredelgiorno.it (2020). Gli esperti più scarsi del mondo: Burioni, Pregliasco e Brusaferro. 2 Maggio. https://www.ilcorrieredelgiorno.it/gli-esperti-piu-scarsi-del-mondo-burioni-pregliasco-e-brusaferro/

Talamanca F. (2000). L'Impact factor nella valutazione della ricerca. Bozza dell'intervento di Alessandro Figà-Talamanca - (Bologna 27 giugno 2000). http://siba.unipv.it/biblioteche/info/SISSCOWEB_A_Fig_Talamanca_L%27impact_factor_nella_valutazione_della_ricerca_SISSCOWEB.htm

Ministero della Salute. Comitato tecnico scientifico - rappresentanti degli enti e delle amministrazioni dello Stato che supportano il Capo del Dipartimento nelle attività finalizzate al superamento dell’emergenza epidemiologica da Covid-19. http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=4544

Wikipedia: voce H-Index. https://en.wikipedia.org/wiki/H-index



OPEN REVIEW - Modulo per la "revisione aperta" di questo articolo, pubblicato sul numero 119/2020 di SPVet.it





Editoriale SPVet.it n. 120 - 2020
Ciappelloni, 2020 - L'indice di Hirsch, fa la sua comparsa nell'informazione generalista sul Covid 19 (SPVet.it 120/2020)



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