Biblioteca Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche
Sanità Pubblica Veterinaria: Numero 108, Giugno 2018 [http://www.spvet.it/] ISSN 1592-1581
Documento reperibile all'indirizzo: http://spvet.it/indice-spv.html#edi108

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EDITORIALE:

Applicazione della tecnologia Blockchain alla Comunicazione Scientifica
Application of the Blockchain technology to Scientific Communication
[Ver. 1.0]

Raoul Ciappelloni



Abstract. The Blockchain technology, born from the work of Satoshi Nakamoto (who generated the Bitcoin System), is becoming an important tool also in the ordinary scientific field. It allows scientists to manage autonomous databases for any documentary activity, without having to purchase a costly third-party management services. This allows secure access to data, in the absence of control or information about users reliability. These systems are also the basis for a new way of managing intellectual property rights. There are important applications of blockchains in the food security and food supply chain fields. In these contexts they can serve as an unalterable source of data, useful for tracing a product from the constituent components to the to the finished good. Blockchains implementationin the sciences, is proposed in order to setup innovative systems, able to manage (record, correct, verify) the basic data of an experimental activity; certify studies on sensitive subjects such as the approval of particular medical devices. Blockchains may provide an environment, where researchers can freely interact, get funding, discuss ideas. All this in a completely self-managed way, defining every aspect of their institutional activity, from the submission to the attribution of authorship. Blockchain-based Crowdfunding may facilitate funding research projects. Thanks to the creation of a public "bitcoin wallet", universally accessible, it is possible to obtain credits and money in a transparent and controlled way.

Riassunto. La tecnologia Blockchain, nata dal lavoro di Satoshi Nakamoto che ha generato il Sistema Bitcoin, sta diventando uno strumento importante anche in ambito scientifico. Essa consente di gestire database autonomi per qualsiasi attività documentale senza dover acquistare servizi gestionali di terze parti. Viene così consentito l'accesso sicuro ai dati a soggetti diversi, in assenza di informazioni sulla loro affidabilità. Questi sistemi sono anche alla base di nuove modalità di gestione dei diritti legati alla proprietà intellettuale. Esistono importanti applicazioni delle blockchain nell'ambito della Sicurezza alimentare e nella catena di distribuzione degli alimenti. In questi contesti esse possono servire da sorgente di dati inalterabile, utile per tracciare un manufatto dalle componenti costitutive al prodotto finito. L'implementazione delle blockchain nelle scienze viene proposta allo scopo di costruire sistemi innovativi, capaci di gestire (registrare, correggere, verificare) i dati di base di una attività sperimentale certificare studi su argomenti delicati come l'approvazione di particolari presidi medici; Le Blockchain possono fornire un un ambiente, dove i ricercatori possono interagire più liberamente, trovare finanziamenti, discutere idee. Ciò in modo completamente autogestito, definendo ogni aspetto della loro attività istituzionale, dalla submission all'attribuzione di authorship. Il Crowdfunding basato su Blockchain potrebbe facilitare la ricerca di finanziamenti per i progetti di ricerca. Grazie alla creazione di un pubblico portafoglio "bitcoin", universalmente accessibile, è possibile ottenere crediti e denaro per la propria attività in modo trasparente e controllato.


Per l'importanza dell'argomento, si sollecita il contributo di quanti vorranno fornire le
proprie osservazioni o esprimere una critica del materiale pubblicato (Versione 1.0),
utilizzando il modulo collaborative peer review (disponibile al termine della schermata)
o inviando una email all'indirizzo: redazione-spvet@izsum.it,
specificando nel subject: "SPVet.it, Editoriale sulla tecnologia Blockchain".




La tecnologia Blockchain ha la capacità di rendere un qualsiasi "oggetto digitale", immutabile, trasparente, certificato, autonomo, distribuito.
Per questo sta diventando rilevante in ambito scientifico, con interessanti applicazioni nel campo della tracciabilità dei prodotti ed alla Sicurezza Alimentare.
Parlando di Blockchain si pensa subito ai sistemi di cryptocurrency (segnatamente Bitcoin), che prendono vita da una pubblicazione di Satoshi Nakamoto del 2008, alla quale si deve la nascita di questa tecnologia.
Da allora sono state proposte molte altre applicazioni dei concetti espressi da Nakamoto, con diramazioni sottili verso l'Intelligenza artificiale, l'Internet of Things, decentralized transaction e data management.

È utile una breve nota sull'autore.
La figura di Satoshi Nakamoto si vivela misteriosa e un po' bizzarra. Non si sa realmente chi sia. Conosciamo invece la presunta data nascita: il 5 Aprile 1975 (Patron 2013), nel momento in cui si scrive questo editoriale avrebbe quindi 43 anni.
In Rete si dice sia un giapponese che vive negli Stati Uniti. Nel 2008, utilizza la Cryptography Mailing List di metzdowd.com, per pubblicare (ore 16.16 di Sabato 1 Novembre 2008) un abstract scientifico dal titolo: "Bitcoin P2P e-cash paper" dove viene descritto un nuovo tipo di valuta elettronica. Sul post è è offerto il collegamento all'articolo completo: "Bitcoin: A Peer-to-Peer Electronic Cash System", residente su Bitcoin.org. Strana situazione.
Nakamoto sembra ujn personaggio simile allo sfuggente Luther Blisset, pseudonimo collettivo che chiunque può utilizzare per lanciare una iniziativa nella Rete. Affida il suo eccellente lavoro non ad una rivista scientifica ma ad una messaggeria elettronica. Non si cura delle formalità, dell'apprezzamento del mondo della ricerca o di indici scientometrici. In ogni caso il rilevamento su Google Scholar (dal 2008 ad oggi) effettuato tramite Publish or Perish, gli attribuirebbe 59 records con un h-Index di 8. Sembra poco per una star di questa grandezza; ammesso che esista
(rimandiamo al testo di Travis Patron, che traccia la storia di Nakamoto con considerazioni, forse un po' romanzesche, ma certamente stimolanti).


Indici di Nakamoto S. da Publish or Perish

Figura 1. Impatto di Nakamoto S. dal 2008 al 2018
Publish or Perish 6.33.6259.6749


In ogni caso, dalla pubblicazione del lavoro di Bitcoin e Blockchain si parla molto in Rete e l'argomento è al centro di importanti eventi comunicativi. Nel corso dell'AI Expo Europe 2018 (Amsterdam, 27-28 Giugno) si è tenuto addirittura un Blockchain Expo (Londra, 18-19 Aprile 2018).

Introduzione sulle Blockchain
Cos'è una Blockchain? Sostanzialmente si tratta di un database, la cui caratteristica principale è di essere "distribuito".
Si può rappresentare come una catena di registrazioni (registri / ledger). Sono blocchi di dati collegati fra di loro. Quello della catena è però un concetto ingannevole. Se dovessimo esprimere una metafora grafica adatta al caso, dovremmo riferirci non tanto ad una collana di vari "oggetti" legati fra loro, ma piuttosto ad una bambola Matrioska, in cui ogni elemento è contenuto nel successivo e ne ripete la struttura.

Non c'è un singolo computer sul quale operare per alterare i dati della Blockchain (non esiste una autorità centrale che regola il Sistema). Al contrario, ci troviamo di fronte ad un network peer-to-peer di macchine interconnesse che nel loro insieme "sono" l'informazione.
È questa molteplicità che rende (almeno in linea di principio) impossibile che un singolo dato possa essere modificato in modo accidentale o intenzionale, se non intervenendo simultaneamente su un numero elevato di macchine (e sui loro amministratori) [nota].
Una determinata catena di eventi è quindi esplicitata e tutte le operazioni effettuate su di essa sarebbero registrate in modo permanente. Questo vuol dire che non esprimiamo fiducia in una singola entità garante la correttezza delle operazioni, ma nel network nel suo insieme. Per quanto si sa, il meccanismo di una Blockchain è di tale natura per cui questa può essere considerata sicura.

Grazie alla loro complessità e bellezza queste strutture hanno esercitato, sin dal loro apparire, un enorme fascino sulle comunità in Rete, accendendo aspettative e determinando l'esplosivo successo dei Bitcoin. Tuttavia, nonostante i toni trionfalistici sulle loro possibilità di impiego, esse sono ben lungi dal rappresentare la soluzione di ogni problema gestionale, come si sarebbe portati a credere leggendo la letteratura generalista ed il contenuto delle messaggerie elettroniche.
Diventano invece interessanti quando si utilizzano per certificare transazioni di qualsiasi tipo che coinvolgono oggetti digitali.
Oltretutto le Blockchain rendono non più necessari i sistemi analogici centralizzati, con una maggiore sicurezza ed economia di costi gestionali. Nella catena Bitcoin ci vogliono circa 10 minuti. Abbiamo riassunto nel Box 01 le caratteristiche di queste strutture con riferimento ai Bitcoin.

Struttura schematica di Bitcoin Blockchain
(interpretata sulla base del materiale di Satoshi Nakamoto 2008; Harris Brakmic 2017)


schema di Bitcoin blockchain

Cliccare sull'immagine per ingrandirla e attivare le aree sensibili


L'immagine schematica della Bitcoin Blockchain consente di esaminarne la struttura della catena a blocchi più da vicino. In senso generale, si può pensare alla Blockchain come ad una specie di Sistema Operativo (tipo MSWindows o Linux) capace di operare applicazioni utilizzabili per conservare traccia dei dati relativi a transazioni monetarie basate su criprovalute, come nel caso dei Bitcoin. La creazione di un singolo blocco, avviene in un tempo definito, variabile da poche decine di secondi a diversi minuti.

Come già accennato nell'articolo, una Blockchain è una catena di elementi (blocchi), che costituiscono unità di memoria, accessibili via Internet. Ogni Blockchain può essere ad accesso libero o controllato (vale a dire può essere pubblica o privata).
Quando si registra una transazione in Bitcoin, i dati che la definiscono sono inseriti in un nuovo blocco tramite "mining" (nel mondo bitcoin, indica un processo che serve per creare nuova valuta e registrare transazioni). I computer dei "Miners" si occupano di verificare le transazioni tramite l'esecuzione di un calcolo complesso chiamato "Prood of Work - PoW".
Per queste operazioni, che servono a validare l'aggiunta di un blocco, i Miners ottengono una ricompensa in bitcoin (da cui il termine "minatore", persona che estrae cose preziose). Pertanto ogni specifica operazione sarà verificata da loro (validazione e datazione (timestamp) della transazione).

Al termine di questi calcoli la transazione viene comunicata al resto del network (consenso). Questa fase comprende la creazione di un hash crittografico (una specie di fingerprint digitale dell'operazione).
Ogni transazione validata, sarà aggiunta come blocco, al termine della Blockchain (per i Bitcoin co vogliono circa 10 minuti).

Ogni blocco contiene un hash del blocco precedente a partire dal primo (chiamato genesis block) ed i dati della transazione insieme ad un "nonce", numero a 32 bit, intero arbitrario (in crittografia si chiama così un numero utilizzato una sola volta) che serve per definire la funzione "proof-of-work; POW". I singoli blocchi devono contenere una proof-of-work per essere considerati validi (in pratica è semplicemente un'attività che implica del tempo di elaborazione di computer, ciò ha lo scopo di impedire l'attuazione di operazioni distruttive quali: exploit "denial of service" - saturazione del servizio; o l'invio massivo di spam dalla Rete).

I dati relativi alle transazioni (che avvengono su base "peer to peer", quindi in modo paritario senza controllo o supervisione) generano una struttura binaria chiamata "Merkle tree" (albero di Merkle), un algoritmo che "fonde" i dati sulle transazioni rispecchiate in ogni elemento della Blockchain, il cui valore distintivo (root) è inserito nell'header del blocco e lo caratterizza.





Attualmente fioriscono progetti di blockchain che non sono dedicate espressamente alle cryptocurrency, come Hyperledger (Fondazione Linux) prevalentemente orientata ad applicazioni smartcontract per business, basate su registri distribuiti (Blockchain-based distributed ledgers).
È di questo tipo, un'iniziativa collegata all'(Amazon Web Service - AWS), che intenderebbe integrare una Blockchain alla piattaforma AWS con i suoi servizi, fra cui l'Internet of Things, l'API Gateway ed altro.

Emergono nuove modalità di gestione dei diritti legati alla proprietà intellettuale. Ad esempio la cantante Imogen Jennifer Heap (https://en.wikipedia.org/wiki/Imogen_Heap, anche discografico e ingegnere audio), ha utilizzato sperimentalmente una applicazione Smart Contract su Blockchain Ethereum, per condividere un suo pezzo: "Tiny Human" ed i dati associati. L'esperimento ha avuto successo. Le vendite hanno raggiunto più di 33.000 Euro (il costo per download sarebbe stato di circa 50 centesimi)].
Con gli stessi strumenti, le Compagnie assicurative stanno promuovendo una nuova gamma di prodotti (peer-to-peer insurance, parametric insurance, microinsurance).
Ci sono company tecnologiche, nel settore dell'Internet of Things, che implementano le Blockchain in attività in cui più soggetti debbono interagire fra loro per ciò che riguarda possesso, vendita o condivisione di contenuti digitali (documenti, software, immagini o altro) (https://en.wikipedia.org/wiki/blockchain).

Anche Enti pubblici stanno studiando l'adozione di Blockchain, ad esempio, al fine di rendere più efficiente la condivisione dei dati tra varie componenti del Sistema Sanitario.
Lo scopo è di migliorare l'interazione con il paziente, ridurre i rischi di fatturazione fraudolenta, i costi amministrativi e gestire i rapporti con il fornitore, trattare credenziali e affiliazioni in modo trasparente.
Ci sono applicazioni nell'ambito della Sicurezza alimentare e nella catena di distribuzione degli alimenti. In questi contesti una Blockchain può servire da sorgente di dati inalterabile, utile per tracciare un manufatto dalle componenti costitutive al prodotto finito (come si tende a dire: "dal forcone alla forchetta"). Allo stesso modo sarebbe possibile documentare le transazioni che coinvolgono le merci e loro compratori attraverso l'introduzione di Blockchain e "smart contract".

In questo contesto, di grande interesse sono le "Blockchain as a service (Baas)", per facilitare l'accesso a questa tecnologia per le imprese private e organizzazioni dello Stato. Con queste è possibile trasferire valore (monetario), seppure non istantaneamente (la transazione è come accennato laboriosa) in modo controllato. Uno dei providers più "amichevoli" dei servizi BaaS per imprese è Amazon, che si trova insieme a nomi altisonanti come: IBM, HP, Microsoft, Oracle e SAP.
Nel suo spazio dedicato, Amazon Web Services (AWS https://aws.amazon.com/blockchain/), offre una specie di sandbox a company che intendono valutare l'opportunità di dotarsi di blockchain, senza impegnarsi in investimenti rischiosi. L'AWS Blockchain templates serve a questo.

Blockchain e ricerca. Nuovi assetti nella comunicazione scientifica.
Scremando un po' il materiale disponibile online, possiamo dire che comincia ad essere reperibile una documentazione qualificata su questa nuova tecnologia, articoli prodotti da studiosi in svariati ambiti disciplinari. Si tratta prevalentemente di proposte applicative.

Effettuando una elementare ricerca (titolo) nella Web of Science Core Collection otteniamo 873 riferimenti. In Scopus se ne ottengono 1.092. Nel settore prevalentemente biomedico, su PubMed/Medline® con la keyword "Blockchain" (field tag [tiab]: ricerca nel titolo e nell'abstract, 29 Agosto 2018), otteniamo 68 lavori (vanno dal 2016 al 2018).


A parte la fase di sperimentazione iniziale e acquisizione di dati, tutti i segmenti rimanenti del lavoro di ricerca ricerca, possono trovare spazio in un sistema di Blockchain.
La sua implementazione nelle scienze viene proposta allo scopo di costruire sistemi innovativi, capaci di gestire (registrare, correggere, verificare) i dati di base di una attività sperimentale; certificare studi su argomenti delicati come l'approvazione di particolari presidi medici; individuare nuove modalità di finanziamento delle attività scientifiche.
Le Blockchain promettono di creare un ambiente (qualcuno si spinge fino ad utilizzare il termine "ecosistema"), dove i ricercatori potrebbero interagire più liberamente, trovare finanziamenti, discutere idee, in tutto "Scientific Lifecycle" (Collaboration, Funding, Publishing) e ciò in modo completamente autogestito, definendo ogni aspetto della loro attività istituzionale, dalla submission all'attribuizione di authorship.

Ciò tenderebbe a modificare alcuni delicati segmenti del ciclo di produzione delle pubblicazioni scientifiche, facilitando l'adozione di funzioni di "autocorrezione / social peer review". Si verrebbe così ad interferire con funzioni e ruoli tipici degli editori, generando una ulteriore spinta verso forme "autogestite" di Open Access. Trasparenza, riproducibilità degli esperimenti e attribuzione dei ruoli potrebbero essere alcuni degli aspetti centrali di questa evoluzione.
Uno scientific Journal autogestito, Blockchain based e dotato di funzionalità ascrivibili agli smart contracts, sarebbe effettivamente un grande strumento in mano ai ricercatori.

Nel Forum r/CryptoCurrency, in un post di u/allants2 (2015) si osserva che l'intero processo di Peer Review delle pubblicazioni scientifiche, se fosse basato su tecnologia Blockchain, potrebbe migliorare alquanto in prestazioni e velocità. Come nota l'autore, attualmente quest'operazione è complessa, farraginosa e fortemente centralizzata, oltre che principale giustificazione del pagamento di enormi somme di danaro che gli editori richiedono agli Enti di ricerca (sulla base di un lavoro volontario, svolto dai loro dipendenti, a vantaggio dell'editore).
Una Blockchain opportunamente progettata, potrebbe incoraggiare dei (miners)revisori a sottoporre i loro commenti sui documenti scientifici, allo stesso tempo remunerandoli con una criptovaluta. Il processo sarebbe relativamente veloce "rompendo il circolo vizioso dello sfruttamento degli scienziati per i profitti delle grandi riviste scientifiche".
I effetti, un e-Journal autonomo, con una peer review autonoma (per autonomia si qui intende l'assenza di dipendenza da una struttura centralizzata), in cui i revisori si remunerano con una specie di bitcoins, potrebbe rappresentare un cambio di prospettiva davvero stupefacente. Oltretutto ciò tenderebbe a trasformare gli articoli scientifici da oggetti statici, pubblicati e archiviati in attesa di citazione, in "... risorse informative in evoluzione continua. Qualcosa simile all'iniziativa GitHub per la scienza, con l'effetto di sviluppare un determinato argomento, senza perdere contatto con l'originale autore della pubblicazione" (u/allants2, 2015).
Siamo di fronte ad un concetto che ricorda molto quello di "transclusione" (dei testi nel docuverso Web), formulato nel 1963 da Teodor Holm Nelson
(vedi SPVet.it 99/2016: Ipertesti, World Wide Web, Xanadu e universo_documentale).

Si può osservare che la funzione della criptovaluta sembra essere fondamentale anche per le applicazioni scientifiche e legata al processo di validazione nella Blockchain.
Il costo di submission dell'articolo sarebbe così deciso dalla comunità dei ricercatori (mercato). Più alto il supporto (citazionale) generato, più i propri pari saranno portati a includere permanentemente il riferimento al lavoro in un determinato blocco.

Nel Bitcoin Forum, un membro della messaggeria chiamato jdbtracker (2014) abbozza la seguente procedura.
"I ricercatori acquistano un servizio dagli "Science Journal coins", pagano una determinata somma per la revisione e l'inclusione nella Blockchain, valida per un certo periodo di tempo. Altri scientist revisionano la pubblicazione remunerandosi nel processo [come i miners nel mondo Bitcoin], inserendo al contempo le proprie osservazioni su formattazione e altre questioni fondamentali quali: congruità dei link, correlazioni, commenti ed altro. Gli articoli che hanno subito questa procedura contenenti, informazioni verificate ed attendibili, diventano parte stabile della Blockchain.
Ciò richiederebbe una architettura particolare del network a blocchi. Dovrebbe essere basata su servizi efficienti tipo Bit Torrent (Piattaforma per la distribuzione e condivisione di file attraverso la Rete) ed ogni articolo, con le annotazioni sarebbe allocato in un blocco separato che compete con gli altri per l'inclusione nel database Blockchain permanente. Se non ci riuscirà [mancanza di validità], la sua sopravvivenza in Rete sarà demandata alla volontà di singoli soggetti, di conservare il file in proprie strutture (hard drive)" (jdbtracker, 2014).
Sia detto per inciso, in particolari situazioni sarebbe possibile anche "pubblicare in forma anonima" o sotto pseudonimo, un lavoro, una teoria o una denuncia (whistle-blow ).
Successivamente o quando richiesto, sarà poi facile risalire, tramite una chiave crittografica pubblica ed una timestamp per i riferimenti temporali, ad un determinato autore.


Il Crowdfunding basato su Blockchain potrebbe facilitare la ricerca di finanziamenti per i progetti di ricerca. Basterebbe creare un pubblico portafoglio "bitcoin", universalmente accessibile, per ottenere crediti e denaro per la propria attività in modo trasparente e controllato.

Sul piano editoriale, si registrano alcune interessanti iniziative, espressamente dedicate all'ambiente Bitcoin e Blockchain.
Una di queste si chiama Ledger (https://ledgerjournal.org). È un giornale scientifico che nasce nel Settembre del 2016, edito dal Sistema Bibliotecario dell'Università di Pittsburgh (USA). Viene recensito nel database Sherpa - RoMEO come green journal che permette l'autoarchiviazione di pre-print e post-print (anche della versione PDF del publisher) in repository istituzionali.


Ledger e-Journal
Ledger, rivista scientifica peer-reviewed interamente dedicata alle cryptocurrency ed alla ricerca sulla tecnologia Blockchain,
In quest'ambito copre diversi aspetti disciplinari (matematica, computer science, ingeneria, giurisprudenza, economia,
e filosofia) collegati alle cryptocurrencies come i bitcoin

Si tratta di un Journal "spartano", impostato su Open Journal System - (Public Knowledge Project - https://pkp.sfu.ca/) adotta comunque il peer-review (nel senso "social" del termine) ed è caratterizzato da una politica Open Access avanzata con uso di licenza Creative Commons CC-BY.

Allo scopo di promuovere firma elettronica e tecnologia Blockchain il Corresponding Author è incoraggiato a siglare con una firma digitale la versione finale del lavoro accludendo un proprio indicativo Bitcoin (o una chiave PGP).
Ledger non ha un IF® - indice di impatto, registrato dal Journal Citation Reports e pur essendo un Journal Open Access non richiede costi per la pubblicazione. La proprietà dell'articolo rimane a tutti gli effetti all'autore che cede alla rivista un diritto "non esclusivo" di pubblicazione. L'autore è anche incoraggiato a pubblicare anche i raw data / source code in un Open Access Repository (come Zenodo.org).

Frontiers in Blockchain
Frontiers in Blockchain, rivista scientifica peer-reviewed dedicata a diversi settori applicativi:
dalle cryptocurrencies for social justice agli smart contracts.


Altro e-Journal, al momento della scrittura di questo articolo in piena fase di avviamento, è Frontiers in Blockchain. Si tratta di una pubblicazione Open Access e multidisciplinare facente parte di una famiglia di riviste "Frontiers in... ", ognuna dedicata ad un argomento specifico.
Pubblica articoli peer-reviewed che coprono gli aspetti teorici ed applicativi delle Blockchain e tecnologie collegate, in sei sezioni:
Blockchain for Good, Blockchain Technologies, Financial Blockchain, Fourth Industrial Revolution, Non-Financial Blockchain, Smart Contracts. Al pari del precedente, Frontiers in Blockchain non è al momento recensito nel Journal Citation Reports e non è neppure menzionato in Sherpa RoMEO.

Interessante il modello di business della rivista. Il costo di una pubblicazione (Article Processing Charges) Open Access, sottoposta alla ordinaria procedura di revisione paritaria, è diversificato a seconda del tipo di contributo, variando da 1,150 US$ a gratis per editoriali, review, discussione di idee - proposte e simili (https://www.frontiersin.org/about/publishing-fees).

by Shashi Bellamkonda. Blockchain (2017). Creative Commons. Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0). https://flic.kr/p/21rezdi
Un cartello propone formazione su Blockchain promossa dall'Università di NBITS, Hyderabad - India
by Shashi Bellamkonda. "Blockchain" (2017). Creative Commons. Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0). https://flic.kr/p/21rezdi


Conclusioni

Abbiamo delineato l'ecosistema Blockchain con la versione [01] di questo editoriale al quale seguiranno altre approssimazioni che riguarderanno prevalentemente una migliore precisazione della struttura (con particolare riferimento al mondo non Bitcoin come l'iniziativa Ethereum) e la descrizione di alcune applicazioni nel settore scientifico e della sicurezza alimentare.

Qual'è il bello di utilizzare una blockchain? Jay Rush (2017) dice "... why use a blockchain at all? First: it’s fun - in effetti perché utilizzare una blockchain? In primo luogo perché è divertente".
Può sembrare una motivazione frivola ma non lo è. Nel grande gioco collettivo di Internet, questa tecnologia consente di praticare ambiti tecnologici piuttosto esoterici, stimola l'autostima, è una sfida insomma. Prova ne è il grande numero di articoli e post che trattano l'argomento in Rete dando l'impressione che lo si faccia giusto per parlarne un po'.
Ma certamente è la sicurezza l'aspetto di maggiore importanza. Nell'editoria elettronica le blockchain sono applicazioni che consentono di operare in condizioni "molto controllate senza un controllore".
Se si ha bisogno di una funzionalità database per le proprie attività documentali, che richiede un accesso condiviso fra soggetti che non si conoscono, non hanno interessi comuni (e non si hanno informazioni sulla loro affidabilità), se inoltre non ci sono (o non si vogliono acquistare) servizi affidabili di terze parti, allora una Blockchain è ciò che fa per noi, sia essa pubblica, ibrida o privata (Oren, 2016).


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