Progetto Bollettino Apistico Marchigiano
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Il progetto Bollettino Apistico Marchigiano è stato sviluppato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche, in collaborazione con i Consorzi apistici regionali, l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Marche, l’ASSAM, l’Associazione PROPOLIS, L’Università Politecnica delle Marche e gli Apicoltori Marchigiani che sono attori e destinatari del progetto stesso.
Il Progetto coinvolge le Stazioni di monitoraggio e sorveglianza in apicoltura e rete apistica regionale (RAR).
(Reg.CE1308/13.Centro biregionale malattie trasmesse da vettori).
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Introduzione
Attualmente la produzione apistica riconosce, nel controllo della Varroa, una tra le sue maggiori criticità; l'individuazione dei periodi ottimali in cui effettuare gli interventi di controllo della varroasi è infatti una persistente difficoltà della stagione produttiva.
La scelta del momento di intervento dipende da diversi fattori a partire dall'andamento stagionale (sia climatico che produttivo) e dalla dinamica di popolazione dell'alveare (intensità riproduttiva delle api e di Varroa).
In pratica spesso ci si trova a dover privilegiare l'aspetto sanitario su quello produttivo o viceversa e ogni apicoltore effettua scelte soggettive in base alla propria esperienza ed alle proprie osservazioni. Lo stesso trattamento autunnale persegue l'obiettivo di invernare la famiglia quanto più libera dall'infestazione, ma in presenza di un clima temperato invernale la moltiplicazione della Varroa persiste per buona parte dell'anno.
Una errata percezione del periodo di intervento comporta pertanto perdite dirette di alveari imputabili all'infestazione da Varroa o legate indirettamente all'intervento di patogeni secondari (malattie batteriche, virali, nosemiasi ed altre).
Gli apicoltori, facendo riferimento ai dati delle stazioni di monitoraggio, possono comparare l'andamento con i parametri del proprio apiario. La valutazione in campo della varroasi viene infatti effettuata con la stessa procedura standard (metodo ZAV) utilizzata per le stazioni di monitoraggio (https://youtu.be/MporZjNvtwI)
L'individuazione dell'epoca migliore di trattamento è il primo passo per migliorarne l'efficacia, al di là dei prodotti e delle metodiche utilizzate. La riduzione dell'impatto chimico sugli alveari, sull'ambiente e sulle produzioni è infatti l'obiettivo principale del progetto, che, ricordiamo è finanziato dall'Unione Europea.
Metodologia
La valutazione quantitativa della Varroa è effettuata nell'alveare sentinella ogni 15 giorni, mentre ogni 30 giorni vengono valutate la forza della famiglia e delle scorte. Ulteriori parametri sono registrati dalla smart arnia in continuo (peso dell'arnia, temperatura e umidità interne).
Ulteriori rilevazioni a frequenza mensile sono rappresentate dalla ricerca in laboratorio della eventuale presenza Nosema ceranae e della insorgenza di virosi (metodo OIE).
I dati raccolti sono riportati nel report periodico.
Ulteriori obiettivi di sorveglianza sono in continuità con l'azione avviata nel 2019:
- Utilizzazione della Rete dei 100 apiari sentinella (fig.2) per la rilevazione dell'introduzione di vespa velutina ed Aethina tumida, due patogeni alieni a rischio introduzione nel nostro territorio. Allo scopo sono state posizionate trappole idonee alla cattura degli insetti invasivi (in caso di sospetto sono inviati all'identificazione di laboratorio effettuata con metodo OIE).Tale sorveglianza risulta integrativa a quella effettuata dai servizi veterinari dell'ASUR.
Figura 3. Regione Marche - Rete dei 100 apiari sentinella
- Incentivazione del ricorso alla diagnosi di laboratorio per gli apicoltori che si avvalgono dei tecnici apistici o dei Veterinari ASUR (o veterinari libero professionisti regolarmente iscritti all'ordine professionale), attraverso la gratuità della diagnosi di laboratorio. E' noto infatti che una diagnosi esatta è un elemento necessario per un controllo terapeutico efficace. Su tale binomio (diagnosi corretta/trattamento efficace) si fonda non solo la risoluzione delle singole problematiche sanitarie, ma anche la possibilità di contrastare i fenomeni di resistenza dei patogeni alle molecole utilizzate, sia antimicrobici che antiparassitari. Il campione idoneo alla diagnosi, prelevato dal veterinario o dal tecnico apistico secondo le linee guida predisposte dal laboratorio, può essere recapitato presso le sedi IZSUM di Fermo, Tolentino, Ancona e Pesaro, utilizzando la modulistica prevista.
Prospettive
La Rete Apistica Regionale (RAR) come anche la Rete delle Stazioni Apistiche (RSA), rappresenta un sistema integrato e capillare di sensori di bio monitoraggio ambientale che, nel prossimo futuro e in accordo con gli apicoltori, potrà fornire valutazioni sulla diffusione nell'ambiente di molecole inquinanti come quelle dei composti organici persistenti (es. PFAS, PBDE, HBCD) e sulla presenza di biocidi utilizzati in agricoltura, in campo sanitario e per il controllo delle zanzare, con impatto sugli insetti impollinatori (es. neonicotinoidi, piretroidi, ecc.). Tale sistema potrà essere quindi essere potenziato per successive indagini di monitoraggio ambientale.
Il progetto è stato sviluppato dall'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche, in collaborazione con i Consorzi apistici regionali, l'Assessorato all'Agricoltura della Regione Marche, l'ASSAM, l'Associazione PROPOLIS, L'Università Politecnica delle Marche e ovviamente gli Apicoltori Marchigiani che sono attori e destinatari del progetto stesso.
Progetto Bollettino Apistico Marchigiano: Stazioni di monitoraggio e sorveglianza in apicoltura e rete apistica regionale (RAR).
Reg.CE1308/13.Centro biregionale malattie trasmesse da vettori.
Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell´Umbria e delle Marche - "T. Rosati" (centrovettori@izsum.it).
Responsabile: Dott. Stefano Gavaudan.
[SPVet.it ISSN 1592-1581][redazione-spvet@izsum.it; info@spvet.it][075343207; 075343217]
Raoul Ciappelloni: redazione-spvet@izsum.it
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